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EU-ANGELO, BUONA-NOTIZIA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1Gv., 4. 1-8). «Et nos credidimus Charitati...»!!!!

TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE E "G 8" IN GIAPPONE. GESU’ NON ERA SCHIZOFRENICO E PAPA BENEDETTO XVI COMINCIA AD APRIRE GLI OCCHI E A CREDERE E A SPERARE? BUSH CREDE ANCORA NEL DIO "CARITAS=DOLLARO"!!! - a cura di Federico La Sala

"Occorre rilanciare un equo processo di sviluppo integrale a tutela della dignità umana"
lunedì 7 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
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L’"UOMO SUPREMO" DELLA CHIESA CATTOLICA: "Dominus Iesus": RATZINGER, LO "STERMINATORE DI ECUMENISMO". Un ’vecchio’ commento del teologo francescano Leonard Boff.
Gesù "Cristo, che non era schizofrenico", non si travestiva da imperatore e pontefice romano e non predicava il van-gelo del Dio-Mammona ("Deus caritas est", 2006).
La lezione di Massimo il Confessore illumina ancora il nostro presente storico.
[...]

Benedetto XVI da Castel (...)

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> TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE E "G 8" IN GIAPPONE. GESU’ NON ERA SCHIZOFRENICO E PAPA BENEDETTO XVI COMINCIA AD APRIRE GLI OCCHI E A CREDERE E A SPERARE. BUSH CREDE ANCORA NEL DIO "CARITAS=DOLLARO"!!! ---- Un vertice tutto in salita per i Grandi. La Banca Mondiale chiede fondi, ma i leader difficilmente faranno delle scelte )di Maurizio Ricci).

lunedì 7 luglio 2008

La Banca Mondiale chiede fondi, ma i leader difficilmente faranno delle scelte Senza l’assenso di Pechino e Nuova Delhi, molte decisioni saranno rinviate

-  Un vertice tutto in salita per i Grandi
-  Crisi fame, a rischio 10 miliardi

dal nostro inviato MAURIZIO RICCI *

TOYAKO - C’è il lago, i boschi appannati dalla foschia, un’impressionante apparato di sicurezza che ha fatto il vuoto intorno. Gli Otto Grandi si ritrovano per il loro appuntamento annuale di inizio estate, nel placido scenario ormai abituale, collocato, questa volta, nel nord del Giappone. Ma gli otto leader non ci sono arrivati di buonumore ed è difficile che, dalle loro discussioni, escano decisioni in grado di influenzare il corso degli eventi.

Ognuno di loro (Bush al suo ultimo G8, il giapponese Fukuda, l’inglese Brown, il francese Sarkozy e via elencando) appare oggi debole, discusso in patria e in calo di popolarità. E lo stesso format del vertice, riservato a otto paesi che, di fronte all’ascesa di Cina, India, Brasile, non rappresentano più l’élite dell’economia mondiale, appare superato dalla storia.

Se le difficoltà dei lavori preparatori saranno confermate, gli otto Grandi non produrranno, dunque, decisioni significative sui tre temi cruciali del vertice: il clima, il petrolio, il cibo. Ecco una guida per valutare i risultati dei tre giorni di discussione che iniziano oggi.

La governance mondiale. Consapevoli delle nuove forze in ascesa nel mondo, gli Otto hanno, anche quest’anno, invitato ad una seduta i principali paesi emergenti (in particolare Cina, India, Brasile, Messico e Sud Africa). Ma il nerbo della discussione rimane riservato al club esclusivo degli Otto, nonostante che, senza l’assenso di Pechino e Nuova Delhi, molte decisioni, ad esempio sul clima, siano destinate a restare senza eco. Gli europei da una parte, il Giappone dall’altra non intendono sminuire il loro ruolo allargando formalmente il vertice. Analogamente, il summit non affronterà l’urgenza di rivedere i ruoli all’interno delle grandi organizzazioni internazionali: il Fondo monetario, la Banca mondiale, lo stesso Consiglio di Sicurezza Onu.

L’effetto serra. Il vertice dell’anno scorso aveva promesso di "considerare" la necessità di dimezzare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. E’ possibile che il vertice di Toyako trasformi questa "considerazione" in un "accordo". Ma gli esperti giudicano una simile conclusione puramente di facciata, se non vengono contemporaneamente fissati degli obiettivi intermedi che rappresentino una tabella di marcia.

Gli scienziati Onu, ad esempio, ritengono necessario un abbattimento del 25-40 per cento già nel 2020. Europa e Giappone hanno tentato di inserire questi obiettivi intermedi nel documento finale, ma si sono scontrati ancora una volta con gli americani. Di fatto, per iniziative nuove contro l’effetto serra, tutti aspettano l’uscita di Bush dalla Casa Bianca, a fine anno.

C’è, tuttavia, in corso un tentativo insidioso per annacquare gli obiettivi. Gli accordi di Kyoto prendono come riferimento, per calcolare la riduzione delle emissioni, il 1990. Ora Fukuda chiede di prendere come riferimento il 2005. Ma, nel frattempo, le emissioni sono aumentate. Una riduzione al 2020 del 14 per cento delle emissioni giapponesi rispetto al 2005, su cui si vorrebbe impegnare Tokyo, corrisponde ad una riduzione di solo il 4 per cento sul 1990.

Il cibo. La Banca Mondiale chiede subito 10 miliardi di dollari per far fronte all’esigenza fame nei paesi poveri colpiti dai rialzi dei prezzi alimentari. Difficilmente ci sarà un impegno chiaro ed esplicito in questo senso. I Grandi lamenteranno l’ascesa dei prezzi e chiederanno ai paesi esportatori di non chiudere le frontiere. Ma non affronteranno il problema dei sussidi all’agricoltura, in particolare nei paesi ricchi, che, secondo gli esperti, è un potente fattore di distorsione del commercio agricolo.

Il petrolio. A Toyako si affronterà nuovamente chi pensa (Francia, Italia) che la corsa del greggio sia alimentata soprattutto dalla speculazione finanziaria, e chi (Usa, Gran Bretagna) sostiene che la speculazione è un fenomento marginale, rispetto alla scarsità di petrolio sul mercato. La discussione resterà in sospeso. Dal vertice, tuttavia, uscirà un nuovo appello comune al rilancio del nucleare, nonostante i suoi costi siano in aumento, e del carbone con sequestro della CO2, anche se impianti commerciali in grado di eseguirlo, ancora non esistono.

* la Repubblica, 7 luglio 2008.


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