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REPUBBLICA ITALIANA. CARTA COSTITUZIONALE E CARTA D’IDENTITA’ .... PERDUTA!!!

L’ITALIA, IL GOLPISMO STRISCIANTE DEL PARTITO DI SILVIO BERLUSCONI "FORZA ITALIA", E LA NECESSITA’ DI UN RI-ORIENTAMENTO MORALE, CULTURALE, POLITICO E TEOLOGICO. Un’indicazione per la pacificazione (non per la guerra civile) - a cura di Federico La Sala

venerdì 21 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
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ITALIA: LA PAROLA - RUBATA!!! Forza ITALIA o "Forza ITALIA"?!?!
A SANDRO PERTINI. RESTITUIRE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IL SUO ONORE, LA SUA GLORIA, E IL SUO GRIDO: FORZA ITALIA!!!
Messaggio del Presidente Napolitano nel trentennale dell’elezione di Sandro Pertini a Presidente della Repubblica
ITALIA. Memoria della Liberazione e della Legge dei nostri Padri e delle Madri Costituenti....
PACIFICAZIONE, (...)

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> L’ITALIA, IL GOLPISMO STRISCIANTE DEL PARTITO DI SILVIO BERLUSCONI "FORZA ITALIA", E LA NECESSITA’ DI UN RI-ORIENTAMENTO MORALE, CULTURALE, POLITICO E TEOLOGICO. Un’indicazione per la pacificazione (non per la guerra civile) --- IN PARLAMENTO LA LOTTA TRA L’ITALIA E IL PARTITO DI "FORZA iTALIA"!!! E’ SCONTRO SUL LODO ALFANO. Spetta a Valter Veltroni scegliere se "tenere fede" all’impegno di abbassare i toni sulla giustizia o "allinearsi alle posizioni dipietriste". Il ministro della Giustizia Angelino Alfano si rivolge direttamente al leader dell’opposizione affinché intervenga per svelenire il clima politico (Ansa).

martedì 8 luglio 2008

Ansa» 2008-07-08 15:40

GIUSTIZIA: E’ SCONTRO SUL LODO ALFANO

ROMA - E’ scontro tra maggioranza e opposizione sul Lodo Alfano, dopo la decisione di restringere al massimo i tempi del dibattito, fissando il termine per la presentazione degli emendamenti a oggi pomeriggio alle 16. Questo fa andare su tutte le furie il Pd, che prima di tutto parla di "emergenza democratica". Poi decide di abbandonare i lavori della commissione per protesta. Infine, ci ripensa a resta a "presidiare" perché, spiega Barbara Pollastrini, "quando si crea questo ’buio’ è bene che si resti a vigilare".

Anche il ministro-ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia usa toni duri: "Non accettiamo assolutamente questa strozzatura - avverte - ci viene impedito di discutere...". Così molti deputati del Pd escono dalla Sala del Mappamondo e se ne vanno indignati per l’atteggiamento della maggioranza che ha consentito che un provvedimento così importante e delicato come il Lodo Alfano "venisse esaminato dalla Camera in non più di sette ore".

L’Idv, invece, resta. "Quando c’é un’emergenza democratica come quella di adesso - annuncia a sorpresa Antonio Di Pietro che arriva di buon ora in commissione - si deve presidiare il fronte. Non possiamo andare via...". Di Pietro, malignano alcuni esponenti dell’opposizione, ha deciso di fare il ’bastian-contrario’ perché ieri c’era rimasto malissimo del fatto che la parlamentare del Pd Paola Concia avesse denunciato il fatto che lui non si fosse ancora presentato in commissione. Secondo questa interpretazione, dunque, Di Pietro avrebbe voluto rendere "pan per focaccia" ai ’colleghi’ democratici, anche in vista della manifestazione del pomeriggio, convocata dall’Idv proprio contro le leggi ad personam del governo. Isolando di fatto il Pd.

L’Udc infatti è sempre stata contraria ad ogni forma di ’Aventino’. Dopo circa un’ora dall’annuncio di abbandono di Donatella Ferranti il Pd corregge il tiro. Barbara Pollastrini spiega così che non si era deciso di lasciare i lavori di commissione "per protesta". Semplicemente, i capigruppo in commissione si erano allontanati per raggiungere Veltroni ad una riunione nella sede del partito". Ma tutti gli altri erano "rimasti a presidiare".

Tutto qui. Donatella Ferranti, però, interrogata dai cronisti su quello che viene letto dai presenti come un ripensamento, conferma la linea che aveva annunciato in precedenza, anche se in modo un po’ più ’soft’: "Riconfermo ciò che ho detto - dice - e cioé che per protesta contro questi tempi ridicoli che sono stati imposti al dibattito, abbiamo deciso di non intervenire più nella discussione generale". Ma non cita più la parola "abbandono" dell’aula di commissione. "Nella riunione con il segretario - aggiunge - ci siamo trovati tutti d’accordo nel contestare la strozzatura dei tempi e abbiamo deciso di usare ogni mezzo parlamentare a nostra disposizione per contrastare il provvedimento...". Ma mentre i cronisti continuano a registrare i fatti, i deputati del Pd che fanno parte delle due commissioni alle prese con il Lodo Alfano, si riuniscono al gruppo. L’obiettivo, afferma ancora la Ferranti, è "decidere sul da farsi".

"Contro questo lodo Alfano utilizzeremo tutti gli strumenti parlamentari a nostra disposizione visto che intendiamo contrastare la strozzatura che é stata data al dibattito", fa sapere il capogruppo del Pd in commissione Giustizia.

VELTRONI CRITICA FINI, LA REPLICA ALLE 17 - Intanto il segretario del Pd Walter Veltroni critica Fini e la decisione assunta ieri sera di anticipare l’esame del lodo Alfano. "Il governo non ritira l’emendamento blocca-processi e vuole espropriare le funzioni proprie del Parlamento. Il presidente della Camera Fini, al posto di opporvisi, avalla e favorisce. Con la decisione adottata dalla conferenza dei capigruppo, priva di qualsiasi precedente nella storia repubblicana, il presidente Fini - commenta Veltroni - ha imposto di far esaminare il lodo Alfano dal Parlamento con tempi assolutamente ristretti". Il presidente della Camera potrebbe replicare alle critiche di Walter Veltroni e del Pd sui temi della giustizia intervenendo nel pomeriggio in Aula, alla ripresa dei lavori della Camera.

ALFANO, VELTRONI SCELGA TRA DI PIETRO E DIALOGO - Spetta a Valter Veltroni scegliere se "tenere fede" all’impegno di abbassare i toni sulla giustizia o "allinearsi alle posizioni dipietriste". Il ministro della Giustizia Angelino Alfano si rivolge direttamente al leader dell’opposizione affinché intervenga per svelenire il clima politico. "L’opposizione - dice il Guardasigilli - deve decidersi perché fino a pochi giorni fa Veltroni ha annunciato che in caso di ripensamento di questa norma avrebbe prodotto lui un miglioramento del clima. E ora deve scegliere se tenere fede a questo impegno, e ci vuole forza per farlo perché c’é il rischio che Di Pietro aggredisca anche lui, oppure se allinearsi alle posizioni dipietriste". Secondo Alfano comunque, "finora la sinistra si è limitata ad una preconcetta opposizione, condita e seguita con da una richiesta di ritiro della norma". Cosa che non avverrà: "noi riteniamo che il principio di quella che fu la circolare Maddalena che consente di selezionare i processi di maggior allarme sociale in riferimento a reati gravi e commessi più di recente, sia un principio da difendere". Ma verranno eliminati certi automatismi? "Verificheremo gli emendamenti in aula - risponde Alfano - e valuteremo se vi è la disponibilità della sinistra ad entrare nel merito".

DI PIETRO, LODO NON IMPEDISCE L’ARRESTO - Il lodo Alfano, la norma che sospende i processi per le più alte cariche dello Stato fino alla fine del loro mandato, "sospende i procedimenti giudiziari, ma non impedisce l’arresto dei vertici dello Stato". A metterlo in evidenza è il leader dell’Italia dei valori Antonio Di Pietro che ha sostenuto questa sua tesi anche nel suo intervento nella seduta congiunta delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali dedicata all’esame del lodo Alfano

. "Questo provvedimento contiene tre abnormità - sottolinea Di Pietro - la prima è che vengono sospesi i processi per tutti i reati ’extrafunzionali’ come l’omicidio, violenza carnale o rapina ecc ecc. Ma se si commettono questi reati, nel caso di impazzimento di uno dei vertici dello Stato si può essere arrestati, ma non processati. La seconda abnormità, infatti, prevede che ci sia la sospensione dei processi, ma questi, tecnicamente,cominciano solo con il rinvio a giudizio dell’imputato pertanto non possono essere sospese in alcun modo le indagini preliminari durante le quali si può comunque predisporre l’arresto del reo. Così si arriva all’assurdo che il presidente del Consiglio, ad esempio, potrebbe essere arrestato, ma non processato, consentendogli così di continuare ad esercitare il proprio mandato magari da San Vittore o da Regina Coeli...".

"La terza abonormità - conclude il leader dell’Idv - è che nel caso si determini il reato di peculato si potrebbe creare il paradosso che il presidente del Consiglio citi il presidente del Consiglio per ottenere il risarcimento del danno". "Tutto questo - conclude Di Pietro - dimostra che il lodo Alfano non è altro che una norma ad personam costruita per il processo milanese del premier. A questo punto, sarebbe stato molto meglio fare una legge che impediva a Silvio Berlusconi di essere processato nel procedimento Mills fino alla fine del suo mandato.


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