"Almanacchi nuovi", potrei dire, citando felini di poesia, quasi fossimo a capodanno.
Sì, perché a San Giovanni in Fiore (Cs) cambia nulla. Tutti comodi, rilassati, proni, felici.
L’estate sta virando, poco manca al giro di boa, e già s’annuncia la notte immacolata, assegnata probabilmente al novero di giovinotti che sostiene dall’origine la maggioranza di governo; divisa, impantanata nell’ordinario, vecchia.
Piaccia alla nostra lettrice palese, che interviene giustificando tutto e (...)
“Chi non terrorizza si ammala di terrore”. Forse si potrebbe sceglierlo come modus vivendi, o forse si potrebbe scrivere su ogni citofono del centro urbano sangiovannese in modo da ricordarlo a tutti coloro che si apprestano a penetrare gelido campo minato. Spesso le frasi, le parole servono solo a farsi del male gratuitamente. Non è grazie alle “sette” vive e ricche di speranza, seppur ovattata, che prende a battere il cuore della soluzione; le montagne crollano solo se il sisma scaturisce dal baricentro profondo in corrispondenza della vetta. Quando crolla la montagna l’orizzonte si allarga e tramonti e albe sono più vicini. Desiderio comune è avere orizzonti ampi, sursum corem è il messaggio per il gruppo ampio.
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