Carissimo Francesco,
certi commenti, è il caso di dirlo, si commentano da soli. Mi interessa, invece, che passi un messaggio, che articolo. A Palmi, in una recente e bella iniziativa organizzata dall’Istituto magistrale, il giudice Antonio Salvati, del tribunale della stessa città, ha detto d’una caratteristica meridionale. Il dottor Salvati è campano. Commentando il film "Gomorra", tratto dal celeberrimo libro di Roberto Saviano (vale leggere il reportage di Biagio Simonetta su una nostra esperienza a Casal di Principe, che riporta anche il clima di ostilità verso lo scrittore partenopeo), si è soffermato sul fatto che spesso non ci interessa reagire alla criminalità perché non ci riteniamo in alcun modo imputabili. Se di criminalità organizzata devono occuparsi unicamente la Dna, le Ddaa, le procure e gli altri organi di competenza, significa che la lotta alle mafie è solo un problema dello Stato in quanto istituzioni. Questa convinzione protegge e alimenta le onorate e, peraltro, rende vulnerabili persone che la società deve proteggere; come, appunto, Pino Masciari. Mi piacerebbe che anche a San Giovanni in Fiore nascesse una cultura della legalità, specie tra i giovani. Oggettivamente, a oggi non vedo da noi, in generale, un senso profondo della cosa pubblica né un attaccamento ai princìpi della Costituzione e alle leggi che ordinano la collettività. Gli esempi pratici sarebbero tanti, li ometto in favore del messaggio: vigiliamo e adoperiamoci contro ogni forma di mafia. Ti abbraccio.
emiliano