Insomma, la virtù è nel mezzo. Alessio e io sosteniamo convintamente quanto segue.
1) A San Giovanni in Fiore (Cs) ci sono stadi omicidi e sparizioni di persone, entrambi riconducibili alla ’ndrangheta;
2) San Giovanni in Fiore, che forse è il comune più assistito d’Italia, di là dai dati ufficiali, poco confortanti, sulla sperimentazione del Reddito minimo di inserimento, è un modello perfetto di tacitamento della società mediante le clientele e i favori;
3) la mafia non è solo quella che ammazza, spara, scioglie; la mafia è anche irregolarità, a volte gravissime, nella gestione della cosa pubblica, è accordo, compromesso morale (l’ammonimento di Paolo Borsellino), metodo intimidatorio, pressione psicologica, confinamento delle coscienze vigili e critiche;
4) due operazioni della Guardia di Finanza, giusto per ricordare fatti recenti, hanno portato a ipotizzare una maxi-truffa ad opera di un commerciante di auto e di un collega dell’abbigliamento;
5) ci sono atti dell’inchiesta "Ciclone 2", sulla ’ndrangheta eversiva, che interessano soggetti di San Giovanni in Fiore;
6) è sciocco o falso credere che la malavita non si sviluppi in quei posti in cui la rassegnazione è indotta da un sistema politico blindato e l’emigrazione è conseguenza del ricatto e del condizionamento del potere;
7) "La società sparente" è un saggio che parla dell’intera Calabria, delle inchieste del(l’ex) pm Luigi de Magistris, dei consiglieri regionali indagati, dell’omicidio Congiusta, della morte assurda di Federica Monteleone, dei giovani calabresi e del resto dell’Italia impegnati a combattere contro l’istituzionalizzazione del malaffare;
8) "La società sparente" racconta la Calabria dei paradossi, delle decisioni politiche assurde in merito alla gestione della sanità, delle anomalie dei recenti risultati elettorali, della sparizione dei fondi europei destinati allo sviluppo economico e sociale di tutta la regione, della morte di Antonio Silletta nel silenzio della comunità di San Giovanni in Fiore;
9) ce n’è abbastanza, mi pare, per uscire dalle strumentalizzazioni ad arte che la politica perpetua per isolare i suoi autori;
10) abbiamo proposto all’attuale sindaco di realizzare un monumento a memoria delle vittime di ’ndrangheta ma non abbiamo mai avuto risposta.
Se questo è essere difettosi o vuol dire rovinare la bella immagine di San Giovanni in Fiore, allora Alessio e io siamo un errore del contesto sociale, culturale e politico florense e calabrese. Inoltre, siamo assolti dall’accusa di infangare la città, costruita da abili speculatori perché è redditizio distruggere il verde della Sila e sostituirlo col cemento armato. Abusivamente.
Cari saluti.