La Stampa, 22/7/2008 (20:45)
GIUSTIZIA
Lodo Alfano, via libera del Senato
"In autunno riforma della Giustizia"
Il Guardasigilli: «Riguarderà il processo civile, quello penale, e il sistema delle carceri italiane»
ROMA Il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge sull’immunità per le alte cariche dello Stato. L’aula di Palazzo Madama ha dato infatti il suo via libera, senza modifiche, con 171 voti favorevoli (Pdl, Lega e Mpa), 128 contrari (Pd e Idv) e 6 astenuti (Udc), al disegno di legge, già approvato dalla Camera, che sospende i procedimenti penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato per la durata del loro mandato.
Prima delle definitiva approvazione, era stato lo stesso Guardasigilli a difendere il provvedimento: «Io vorrei essere molto chiaro: questa nostra ipotesi legislativa non è nè molto urgente nè poco urgente. Questo disegno di legge a nostro avviso è giusto e lo stiamo facendo». Alfano aveva fatto anche un appello all’opposizione perchè abbandoni «il giustizialismo» e in autunno partecipi, con la maggioranza, alla riforma della giustizia. Il Guardasigilli ha detto che «oggi la linea di confine tra riformisti e conservatori è segnata dalla giustizia» da quì l’invito del responsabile del dicastero di via Arenula ai «settori ragionevoli dell’opposizione» ad un «confronto in autunno» sulla riforma del pianeta giustizia.
Un secco "no" al lodo Alfano è arrivato dal capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro: «Con l’attuale sistema elettorale il capo della maggioranza governa e deve intendersi investito della funzione direttamente dal popolo. Ergo, egli ha il dovere e il diritto di governare. Affermazioni sin qui incontestabili. È quello che viene appresso che mi preoccupa: diritto - dovere di governare senza limite?». La Finocchiaro è stata netta: «Il popolo, lo dice la Costituzione, deve esercitare la sovranità nelle "forme e nei limiti della Costituzione". Invece al Presidente Berlusconi non si pone limite. E da ora in poi a nessun Presidente del Consiglio. Per qualunque reato. Anche il più brutale. Anche il più infamante» ha concluso la Finocchiaro, a lungo applaudita dai senatori del Pd.
Promette battaglia Antonio Di Pietro che, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama, spiega la posizione dell’Italia dei Valori: «Faremo il referendum». Di Pietro spiega che da gennaio raccoglieranno le firme per il referendum, con o senza il Pd. «Il referendum lo faremo senz’altro - dice il leader dell’IdV - anzi sarà un pacchetto di cinque referendum. Ma ci sono aspetti tecnici di cui tener conto. Noi dell’IdV siamo in grado di fare anche da soli, di farlo indipendentemente e lo abbiamo già dimostrato. La legge stabilisce che si può depositare un quesito referendario in Cassazione solo dopo sei mesi l’indizione delle elezioni e quindi noi prima del 13 settembre non potremmo muoverci. Ma ancora la legge stabilisce che per la raccolta delle firme si può procedere in un arco di tempo che va dal 1 gennaio al 30 settembre e quindi non ci resterebbero che soli quindici giorni dal 14 al 30 settembre. Per raccogliere 600-700mila firme non è un problema ma per la raccolta dei certificati sì».