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LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL PARADOSSO DEL "MENTITORE" ISTITUZIONALIZZATO ... CHE GIOCA DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: "FORZA ITALIA"!!!

STORIA D’ITALIA, 1994-2010: LA LUNGA E ’BRILLANTE’ CAMPAGNA DI GUERRA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA. Alcuni documenti per gli storici e i filosofi del presente e del futuro - a cura di Federico La Sala

sabato 21 agosto 2010 di Maria Paola Falchinelli
GIOVANNI FALCONE, PAOLO BORSELLINO, ANTONINO CAPONNETTO. UN URLO PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE
E’ tutto finito? La lezione di Antonino Caponnetto: "Nessuno di noi, e io meno di chiunque altro, puo’ dire che ormai tutto e’ finito" (Una preghiera laica ma fervente)!!!
RESTITUITEMI IL MIO URLO!!! IL GIORNO DELLA MEMORIA E LA DIGNITA’ DELL’ ITALIA, 27 GENNAIO 2008. IL TRUCCO DELLO SPECCHIETTO DELLE ALLODOLE FUNZIONA ANCORA E LA CARTA DI IDENTITA’ DI TUTTI GLI ITALIANI E DI TUTTE LE (...)

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> 1994-2008: LA LUNGA E BRILLANTE CAMPAGNA DI GUERRA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA. --- Le tappe della vita politica del Cavaliere nel giorno di apertura del congresso Pdl (di Matteo Tonelli)

venerdì 27 marzo 2009


-  Dalla ormai celebre calzamaglia della discesa in campo all’annuncio dal "predellino"
-  Le tappe della vita politica del Cavaliere nel giorno di apertura del congresso Pdl

-  "Questo è il paese che amo"
-  La storia italiana del Cavaliere

-  di MATTEO TONELLI *

ROMA - Dalla discesa in campo alla salita sul predellino. La parabola di Silvio Berlusconi si potrebbe sintetizzare così. Eppure ne sono successe di cose da quel lontano 1994 in cui gli italiani cominciarono a conoscere la faccia del Cavaliere (con annessa libreria posticcia sullo sfondo) fino ad oggi, alla vigilia del battesimo del Pdl. Il contenitore unico del centrodestra che ha inglobato An e si prepara a festeggiare, in pompa magna, la sua nascita. Con tanto di banda musicale.

Quindici anni di cambiamenti, di partiti nati e spariti, di leader inventati e bruciati. Quindici anni la cui comprensione, però, non può prescindere da Silvio Berlusconi. E’ lui l’unica costante immutabile della scena politica. Più di Prodi, che pur l’ha sconfitto due volte. Più di Fini,"il politico di professione" relegato a eterno numero due. Piaccia o non piaccia gli ultimi 15 anni hanno avuto come costante il Cavaliere. Da Forza Italia, alla Casa delle libertà, al Pdl. Al comando sempre un solo uomo: Berlusconi.

E anche oggi, mentre il Pdl sta per nascere, non si può dimenticare che l’atto fondativo della nuova forza politica risiede nel balzo del premier sul predellino di una macchina tra la folla che lo ascoltava in piazza San Babila. Congressi? Ma quando mai. La storia è Forza Italia è un continuo slittare o derubricarli a semplici Consigli Nazionali. Voti? Mozioni? Macché. mai nessuno, in Forza Italia, ha osato mai proporre un documento di critica al Cavaliere. E di un voto non c’è mai stato bisogno: bastava l’acclamazione. Persino le parole sono rimaste le stesse. Quelle del ’94 della scesa in campo, Berlusconi le ha riutilizzate, nel 2008, al termine del consiglio nazionale che sancì la confluenza di Fi nel Pdl. A Berlusconi bastarono dieci minuti e le stesse parole del ’94. Come dire: nulla è cambiato, in primis il Cavaliere.

Ma vale la pena di partire da lontano. Tornare con la memoria agli ultimi mesi del ’93 quando si diffondono le voci del probabile ingresso in politica del Cavaliere. Lui smentisce, ma la cassetta con il famoso discorso del "Paese che amo" è già pronta. Gli italiani si trovano davanti ad un nuovo modo di fare politica. Fatto di sondaggi, sorrisi, spot televisivi usati a piene mani. Il Cavaliere guida uno schieramento che lo vede al nord alleato con Ccd e Lega (Polo delle libertà), al centro-sud con Ccd e An (Polo del buon governo) e vince, travolgendo "la gioiosa macchina da guerra" messa in piedi dall’allora segretario del Pds Achille Occhetto.

Ma dura poco. Arriva il famoso avviso di garanzia durante il vertice di Napoli. Un mese dopo Bossi si impunta sulle pensioni e il governo cade. E’ l’inizio di una "guerra" contro la magistratura che segna il Dna di Forza Italia. Una vera e propria ossessione quella di Berlusconi: "La giustizia va riformata". Al governo va Prodi e il Cavaliere prepara la rivincita. Forza Italia cambia statuto e diventa un partito. Leggerissimo, per la verità. Di plastica, dicono i detrattori. Di sicuro saldamente identificato con il suo leader. Lo stesso di sempre. Che ne diventa presidente del 1998. Ovviamente per acclamazione. "Siamo un partito liberaldemocratico, popolare, cattolico, laico e nazionale" scandisce Berlusconi. Che, un anno più tardi, vede Forza Italia entrare nel Ppe.

E’ il momento del primo cambio di nome. Nel 2000 nasce la Casa delle libertà. In pratica un cartello delle forze che si oppongono "alla sinistra". Si arriva così al voto del 2001. Il Cavaliere firma, in diretta televisiva da Bruno Vespa con tanto di scrivania portata per l’occasione, il "contratto con gli italiani e promette "grandi opere, sviluppo, libertà, meno tasse". Un mix che fa breccia nell’elettorato. Berlusconi torna a palazzo Chigi. Ma non sono rose e fiori con il centrosinistra che rialza la testa alle amministrative del 2005.

Il resto è storia recente. La sofferta vittoria di Prodi del 2006. Il Cavaliere furioso che grida ai brogli e non riconosce la vittoria dell’avversario. Il Professore che, fin dal primo giorno deve fare i conti con una coalizione rissosa e divisa. Ma anche nel centrodestra i rapporti sono tutt’altro che sereni. "Il limite della Casa delle libertà, è quello di essere una coalizione, dove basta il veto di uno solo dei partiti coalizzati per bloccare qualsiasi decisione" dice il Cavaliere sempre più insofferente verso Fini e Casini. Che ricambiano. Sembra che si vada alla rottura quando Berlusconi, il 18 novembre del 2007, rompe gli indugi e sale sul predellino della sua berlina di lusso in piazza San Babila a Milano. Intorno una folla adorante. "E’ l’ora dei partito unico del centrodestra". Fini e Casini, scavalcati, schiumano rabbia. "Siamo alle comiche finali" tuona il leader di An. Ma la caduta del governo Prodi funziona da miracoloso collante (non con l’Udc che se ne va da sola). A marzo 2008 si vota e il centrodestra stravince. Berlusconi risale a palazzo Chigi. Per Forza Italia è l’ora dello scioglimento. Il 21 novembre dello scorso anno il consiglio nazionale vota la confluenza nel Pdl. An la segue il 20 marzo. Si arriva così all’oggi. Con un partito che nasce sul predellino di un’auto, senza che nessuno, al momento dell’annuncio, ne sappia nulla. Se non Berlusconi, ovviamente. Dal 94 ad oggi, unico vero dominus del centrodestra. Comunque si voglia chiamarlo.

* la Repubblica, 27 marzo 2009


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