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EV-ANGELO, BUONA-NOTIZIA E COSTITUZIONE ITALIANA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST". «Et nos credidimus Charitati...»(1 Gv., 4. 1-16) !!!!

SINODO DEI VESCOVI. L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona. Una nota di Federico La Sala

EBRAICO: "EMET" (Verità), "MET" (Morte). GRECO: "CHARIS". GRECO-LATINO: "CHARITAS" (Amore), LATINO: "CARITAS" ("Mammona").
domenica 27 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. L’Acca in fuga
EPISTOLA ENCYCLICA - MIRAE CARITATIS SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI LEONIS PAPAE XIII. DE SANCTISSIMA EUCHARISTIA
MIRAE CARITATIS. LETTERA ENCICLICA
DI SUA SANTITÀ
LEONE PP. XIII. LA SANTA EUCARESTIA

Caro BENEDETTO XVI ...
Corra, corra ai ripari (... invece di pensare ai soldi)! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. L’Eu-angélo dell’AMORE (...)

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>"CHARITAS" O "CARITAS"?! --- Sinodo sulla famiglia. Qualche donna sarà ammessa, ma solo fra gli Uditori. 270 padri sinodali, dovranno, alla fine, scrivere una «Pastorale familiare». Una lettera al Papa di Suor Chittister e una nota di di Dacia Maraini)

martedì 6 ottobre 2015

Suor Chittister scrive al papa

Caro Francesco, i poveri sono anche le donne

di SUOR JOAN CHITTISTER ("Adista-Segni Nuovi", 10.10. 2015 • N. 34 )

      • In occasione del viaggio di papa Francesco negli Stati Uniti, la teologa benedettina Joan Chittister gli ha scritto una lettera aperta esortandolo, nell’ambito della sua lotta alla povertà, a «prestare rinnovata e seria attenzione» al fatto che le donne sono le più povere tra i poveri. «È impossibile - scrive Chittister - fare sul serio qualcosa per i poveri e allo stesso tempo fare poco o niente per le donne». Di seguito il testo integrale della lettera, pubblicata sul blog della teologa, in una nostra traduzione dall’inglese.

Caro papa Francesco, la tua visita negli Stati Uniti è importante per noi tutti. Ti abbiamo visto fare del papato un modello di ascolto pastorale. Hai richiamato con forza l’immagine di Gesù che camminava tra la folla ascoltandola, amandola e guarendola.

Il tuo impegno contro la povertà e per la misericordia, per la vita dei poveri e per la sofferenza spirituale di molti - per quanto sicuri si possano sentire materialmente - ci dà una nuova speranza nell’integrità e nella santità della Chiesa stessa.

Una Chiesa che guarda più al peccato che alla sofferenza di coloro che portano i fardelli del mondo è una Chiesa fragile. Nel volto di Gesù che frequentava i più vulnerabili, i più emarginati della società, giudicando sempre e solo chi giudica, la tua coerenza è una lezione di vita per i moralisti e per chi ha fatto della religione una professione.

È con questa consapevolezza che solleviamo due questioni.

La prima riguarda la miseria su cui richiami incessantemente la nostra attenzione. Tu ci impedisci di dimenticare la disumanità delle periferie ovunque nel mondo, i senzatetto, gli sfruttati, i malpagati, gli schiavi, i migranti, i vulnerabili e coloro che sono invisibili ai potenti di oggi. Tu rendi visibile al mondo ciò che abbiamo dimenticato. Ci chiami a fare di più, a fare qualcosa, a dare lavoro, cibo, casa, educazione, voce e visibilità che conferiscono dignità e pieno sviluppo.

Ma c’è anche una seconda questione nascosta sotto la prima cui anche tu dovresti prestare rinnovata e seria attenzione. La verità è che le donne sono le più povere tra i poveri.

Gli uomini hanno lavori retribuiti; di poche donne nel mondo si può dire lo stesso. Gli uomini hanno chiari diritti civili, giuridici e religiosi nell’ambito matrimoniale; per poche donne al mondo vale lo stesso. Gli uomini danno per scontata l’educazione; poche donne nel mondo possono farlo. Gli uomini possono raggiungere posizioni di potere e autorità fuori casa; poche donne al mondo possono sperarlo. Gli uomini hanno diritto di proprietà; la maggior parte delle donne si vedono negate queste cose dalla legge, dal costume, dalle tradizioni religiose. Le donne sono regolarmente trattate come oggetti, picchiate, violentate e ridotte in schiavitù semplicemente per il fatto di essere donne.

E, forse peggio di tutto, vengono ignorate - respinte - dalle loro Chiese, compresa la nostra, come esseri umani in pienezza, come autentiche discepole.

È impossibile, Santo Padre, fare sul serio qualcosa per i poveri e allo stesso tempo fare poco o niente per le donne.

Ti prego di fare per le donne del mondo e della Chiesa ciò che Gesù fece per Maria che lo generò, per le donne di Gerusalemme che resero possibile il suo ministero, per Maria di Betania e Marta cui insegnò teologia, per la samaritana che fu la prima a riconoscere Gesù come Messia, per Maria di Magdala chiamata l’Apostola degli Apostoli, e per le diaconesse e le leader delle chiese domestiche della Chiesa primitiva.

Fino ad allora, Santo Padre, niente potrà davvero cambiare per i loro figli affamati e nelle loro disumane condizioni di vita.

Siamo felici che tu sia qui a parlare di queste cose. Confidiamo in te per cambiarle, partendo dalla Chiesa stessa.


La difficile chiarezza sull’amore naturale

di Dacia Maraini (Corriere della Sera, 06.10.2015)

È cominciato ieri il Sinodo sulla famiglia. Che difenderà il concetto di «famiglia naturale». Ma cosa si intende per famiglia naturale? Un uomo e una donna che si amano e fanno un figlio insieme? Ma oltre ad amarsi , i due dovranno pur firmare un contratto. Giureranno davanti a un prete o a un sindaco, impegnandosi a essere fedeli, a rispettarsi, ecc. La domanda è: cosa c’è di naturale in un contratto? Come si spiega per esempio che un popolo permetta ai suoi cittadini maschi di avere 4 mogli, mentre un altro gliene concede una sola? Eppure sono contratti riconosciuti dalla legge, addirittura sanciti dalla religione. Qual è più naturale fra i due contratti? E chi stabilisce cosa è naturale e cosa non lo è? A

bbiamo sentito un giovane prete teologo dire con fermezza che nella Chiesa esiste una «paranoia omofoba», che la disciplina riguardanti la vita sessuale dei suoi preti è «disumana». Quindi l’amore fra uomo e donna è «naturale» e fra due uomini è innaturale e perversa. Però poi scopriamo che migliaia di preti sono stati condannati in America per pedofilia. Una cosa grave, perché si tratta di violenza, anche se le grandi cifre ci suggeriscono che perfino in quel deplorevole comportamento ci sia qualcosa di «naturale». Non sto giustificando la pedofilia, ma constato che una sessualità clandestina, vissuta nella paura, nei sensi di colpa, porta direttamente alla violenza contro il corpo dell’altro.
-  Merito di Krzysztof Charamsa è di avere messo l’accento sulla completezza dell’amore: eros e affetto non possono essere separati. La Chiesa invece demonizza l’eros e glorifica l’affetto, ma con questo crea schizofrenia e malessere. Ho conosciuto dei giovani preti protestanti tedeschi e inglesi, con accanto moglie e i figli.     Nessuno li considerava meno preti perché avevano una vita sentimentale e sessuale lecita, pulita.

Mi chiedo, rileggendo il Vangelo, se Cristo sarebbe oggi così indignato contro chi proclama il diritto all’amore. Dopo tutto anche la sua famiglia aveva poco di «naturale»: non era nato da una vergine e da un uomo costretto alla castità? Eppure Marco e altri raccontano di fratelli e sorelle di Cristo. Ma i Padri della Chiesa li hanno volutamente cancellati. Cosa c’è di «naturale» in un Sinodo che affronta i grandi temi della trasformazione della famiglia, senza che si possa ascoltare una sola voce femminile? Ci saranno 270 padri sinodali, da tutto il mondo, che dovranno, alla fine, scrivere una «Pastorale familiare». Qualche donna sarà ammessa, ma solo fra gli Uditori. Vi sembra logico e giusto?


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