Inviare un messaggio

In risposta a:
EV-ANGELO, BUONA-NOTIZIA E COSTITUZIONE ITALIANA. "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST". «Et nos credidimus Charitati...»(1 Gv., 4. 1-16) !!!!

SINODO DEI VESCOVI. L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona. Una nota di Federico La Sala

EBRAICO: "EMET" (Verità), "MET" (Morte). GRECO: "CHARIS". GRECO-LATINO: "CHARITAS" (Amore), LATINO: "CARITAS" ("Mammona").
domenica 27 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
PER RATZINGER, PER IL PAPA E I CARDINALI, UNA LEZIONE DI GIANNI RODARI. L’Acca in fuga
EPISTOLA ENCYCLICA - MIRAE CARITATIS SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI LEONIS PAPAE XIII. DE SANCTISSIMA EUCHARISTIA
MIRAE CARITATIS. LETTERA ENCICLICA
DI SUA SANTITÀ
LEONE PP. XIII. LA SANTA EUCARESTIA

Caro BENEDETTO XVI ...
Corra, corra ai ripari (... invece di pensare ai soldi)! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. L’Eu-angélo dell’AMORE (...)

In risposta a:

> SINODO ... AMORE O MAMMONA?! --- "CARESTIA" PER TUTTI. Gli sperperi della Curia sostenuti utilizzando i fondi destinati ai bisognosi. “Via Crucis” (Gianluigi Nuzzi).

giovedì 5 novembre 2015

Via Crucis, Gianluigi Nuzzi sui fasti dei cardinali a canone zero: "l’attico di Bertone è la regola, non l’eccezione"

di Redazione (L’Huffington Post, 04/11/2015)

Gli sperperi della Curia sostenuti utilizzando i fondi destinati ai bisognosi. I fasti dei cardinali a canone zero, con residenze immense nel centro di Roma riservate a porporati pressoché privi di incarico. Sono solo alcuni degli scandali raccontati in “Via Crucis”, il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi edito da Chiarelettere.

      • Nel cuore pulsante della Chiesa c’è un buco nero che Francesco scopre dopo molte difficoltà: una malagestione che diventa truffa e raggiro. Grazie alla task force che ha messo in piedi con un colpo di mano senza precedenti, il papa riesce ad accertare che i costi della curia vengono sostenuti impiegando i fondi destinati ai bisognosi. Uno scandalo. I soldi che arrivano in Vaticano, mandati dai cattolici di tutto il mondo per le opere di carità, non finiscono ai poveri ma servono per colmare i buchi finanziari generati da alcuni cardinali e dagli uomini che controllano l’apparato burocratico della Santa sede.

      • Jorge Bergoglio aveva scelto il nome di Francesco perché la missione della sua Chiesa doveva essere esattamente quella di san Francesco d’Assisi: aiutare i poveri. Dal primo saluto in piazza San Pietro il papa rifugge qualsiasi orpello indossando spesso abiti dimessi. Invita i senzatetto nella Cappella Sistina e chiede ai responsabili degli istituti religiosi e degli enti che fanno riferimento alla Chiesa di ospitare negli immobili in disuso tutti coloro che ne hanno bisogno: nei palazzi, nei convitti, nelle camerate dei grandi seminari rimasti deserti per la crisi delle vocazioni.

Oltre al rigore e alla trasparenza, povertà e carità sono le parole chiave del suo linguaggio pastorale e del pontificato. Con una sensibilità che cerca di trasmettere e accrescere soprattutto tra sorelle e sacerdoti. A iniziare dalle piccole cose, le più semplici. Come l’utilizzo dell’automobile sul quale si sofferma nell’udienza generale del 6 luglio 2013:

      • «A me fa male quando vedo una suora o un prete con la macchina ultimo modello - afferma Francesco - ma non si può... La macchina è necessaria per fare tanto lavoro, spostarsi di qua e di là... ma prendetene una umile. Se ne volete una bella, pensate ai bambini che muoiono di fame... Giustamente a voi fa schifo quando vedete un prete o una suora che non sono coerenti».

Bergoglio è il primo a dare il buon esempio. Quando va a Lampedusa per abbracciare i profughi che arrivano dall’Africa usa una Fiat campagnola messa a disposizione da un cattolico che vive nell’isola, mentre ad Assisi, nella terra di san Francesco, eccolo usare una piccola auto, una Fiat Panda. Perfino «quando un prete veronese gli regala una Renault4, il papa accetta ma la trasferisce al museo delle automobili papali».

      • Di fronte a questi discorsi e comportamenti, inconsueti per un papa, sono molti i cardinali curiali che, dopo un iniziale smarrimento, hanno mostrato di allinearsi al nuovo corso. In realtà è una sintonia solo a parole e a larghi sorrisi. La battuta sarcastica che circola tra i loro autisti fa capire il clima: «Hanno lasciato le auto blu, le berline, nel garage, ora vanno in giro con le piccole utilitarie, le 500, le Fiat Panda, ma vivono sempre nelle stesse regge».

I cardinali, infatti, continuano a concedersi lussi di ogni genere, senza badare a spese. L’attico di Bertone - scrive Nuzzi - è la regola, non l’eccezione.

      • Basti verificare come e dove vivono i porporati che occupano le posizioni più alte nella gerarchia per capire dove vanno a finire i soldi destinati alla carità: nelle case lussuose del cuore di Roma, realtà inimmaginabili per gran parte dei cattolici, da fare invidia perfino alle star di Hollywood.

      • Sui giornali è finita la storia della casa del cardinale Tarcisio Bertone che, unendo due appartamenti situati all’ultimo piano di Palazzo San Carlo in Vaticano, oggi abita in una residenza da 700 metri quadrati. Ma questa è la regola, non l’eccezione. I cardinali di curia risiedono in dimore principesche da 400, 500, anche 600 metri quadrati. Vivono da soli o con qualche suora missionaria come assistente, colf, cuoca e perpetua, meglio se proveniente da un paese in via di sviluppo. Sono appartamenti costituiti da sale di ogni tipo: d’attesa, della televisione, da bagno, dei ricevimenti, da tè, della biblioteca, dell’assistente personale, del segretario, d’archivio, della preghiera. E ancora camere, cucine e dispense. Residenze in edifici da favola, come lo splendido palazzo del Sant’Uffizio, subito dietro il colonnato di piazza San Pietro: risale al Cinquecento e un tempo ospitava il tribunale dell’inquisizione. Qui l’appartamento più grande, ben 445 metri quadrati, è andato al cardinale Velasio De Paolis, ratzingheriano di ferro, classe 1935, presidente emerito della Prefettura degli affari economici della Santa sede. Con una casa da 409 metri quadrati gli fa compagnia il cardinale sloveno Franc Rodé, ottantun anni, già arcivescovo di Lubiana e amico personale di Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo sospeso dal ministero per gravissimi atti di pedofilia. È uno dei membri, tra l’altro, del Pontificio consiglio della cultura. Il cardinale Kurt Koch, invece, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, deve accontentarsi di una casa di 356 metri quadrati.

Un’altra pattuglia di porporati si trova poco distante, al di là di piazza San Pietro, in un bel palazzo a ridosso di via Conciliazione.

      • Siamo nel cuore della città eterna. Qui, sfiora i 500 metri quadrati la dimora del canadese Marc Ouellet, classe 1944, prefetto della Congregazione per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina. Il cardinale Sergio Sebastiani, ottantaquattro anni, membro tra l’altro della Congregazione per i vescovi e di quella per le cause dei santi, vive in 424 metri quadrati. Va ricordato che tutti i porporati al di sopra degli ottant’anni conservano un ruolo soprattutto simbolico e non hanno più diritto al voto in conclave per superati limiti di età.

      • Lo statunitense Raymond Leo Burke, classe 1948, patrono del sovrano militare ordine di Malta, è a suo agio in 417 metri quadrati, così come il polacco Zenon Grocholewski, classe 1939, dal marzo scorso prefetto emerito della Congregazione per l’educazione cattolica. A lui una residenza di 405 metri quadrati. A pochi passi, sempre nel quartiere romano di Borgo Pio, una residenza principesca di 524 metri quadrati è abitata dal cardinale americano William Joseph Levada, nato a Long Beach, classe 1936, fedelissimo di Ratzinger, che nel 2005 lo ha voluto suo successore come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Nel 2006 Levada è stato chiamato a testimoniare, a San Francisco, sugli abusi sessuali commessi su minori da alcuni preti dell’arcidiocesi di Portland, dove è stato arcivescovo dal 1986 al 1995. Era l’autorità responsabile dei preti poi risultati colpevoli di abusi. In tutto questo scenario, la stanza 201 di papa Francesco a Santa Marta è quasi una capanna, non arrivando a 50 metri quadrati.

I privilegi dei cardinali però non finiscono qui. I porporati, infatti, non pagano l’affitto ma solo le spese finché ricoprono incarichi all’interno della curia. Dopo viene fissato un canone calmierato di 7-10 euro al metro quadro. Spesso però gli alti porporati mantengono incarichi in qualche dicastero che consentono loro di continuare a godere del benefit “canone zero”.

      • Leggi anche: Benvenuti al supermercato vaticano. In un’anticipazione del libro "Avarizia" di Emiliano Fittipaldi il sospetto giro d’affari dei "negozi di Dio": dalla farmacia al tabaccaio, fino al benzinaio, fatturano più dei Musei Vaticani (ESTRATTO)


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: