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Editoriale

La strategia di Contrada. Querelare Salvatore Borsellino per un effetto mediatico a suo vantaggio?

giovedì 31 luglio 2008 di Emiliano Morrone
Bruno Contrada, ex agente segreto condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, sta querelando Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, ucciso a Palermo nel 1992.
Lo ha reso noto il suo legale. C’era da aspettarselo. Spero che Contrada sia coerente con questo proposito e, anzi, lo esorto a presentare in fretta la sua accusa. La formalizzi e si assuma la responsabilità, ora che ha gli anni e sostiene d’essere stremato, di citare per falso Salvatore Borsellino. Avrà contro (...)

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> La strategia di Contrada. Querelare Salvatore Borsellino per un effetto mediatico a suo vantaggio?

martedì 29 luglio 2008

"So anche che parecchi famigliari e amici di eroi e galantuomini, compresi Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino ed altri, piangendo sui loro cari morti, ne hanno anche cavalcato l’onda; assurgendo a posizioni privilegiate e diventando chi parlamentare, chi giornalista, chi trascinatore di masse, chi pseudo-filosofo, chi immeritato erede morale". (Agnesina Pozzi) Mi cita un solo nome, per favore? Mi sembra d’obbligo, per non fare cattiva informazione. Secondo, che cosa c’entra Cogne. Niente? E’ un modo per involgarire il dibattito? In attesa d’una sua risposta inequivocabile, cordiali saluti."


RISPOSTA INEQUIVOCABILE:

1) Non sono una giornalista e non certo è mio compito "fare buona informazione".

2) Non capisco la pertinenza del termine "involgarire" o meglio...capisco benissimo che ormai certa stampa si arroghi il diritto di fare cultura, informazione, dibattito, scienza, fantascienza, dimenticandosi completamente che i lettori, gli ascoltatori, il publico, appartengono pur sempre al volgo e in questo "volgo" siffatti protagonisti dovrebbero seminare comprensione piuttosto che confusione e sgomento. Ma certo...i tempi sono cambiati e il volgo non è più così tanto "illetterato e maligno" (cit. Parini) ma ha piuttosto voglia di partecipare; e la partecipazione non può esulare dalla comprensione.

Cogne c’entra eccome! Hanno cianciato quasi tutti i sedicenti giornalisti (e giornalai)..e chi invece si è reputato troppo "chic" per intervenire nella "volgare" questione che ha portato in carcere l’ennesimo innocente ha peccato di assenteismo, menefreghismo, identica spocchia.

Quando si è giornalisti veri lo si è sempre. Almeno per noi medici è così; o dovrebbe essere.

Cordialmente Agnesina Pozzi


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