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ITALIA 1948-2008. 60° ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE ....

IL NUOVO ANNO SCOLASTICO, I COSTRUTTORI DELLA DEMOCRAZIA, E IL COLTELLO PUNTATO ALLA GOLA DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE DI TUTTA L’ITALIA. Caro Presidente Napolitano, La prego, faccia chiarezza e ci liberi dalla trappola e dall’inganno!!! IO VOGLIO INIZIARE L’ANNO CON IL "QUADERNO DELLA COSTITUZIONE" E CON IL LIBERO E FIERO GRIDO DI FORZA ITALIA, DI VIVA L’ITALIA - di Federico La Sala

martedì 16 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Cari ragazzi,
la Costituzione che entra a far parte della vostra personale biblioteca è un documento prezioso, perché contiene i principi sui quali si fonda la nostra Repubblica democratica; un documento del quale è importante che voi ragazzi conosciate appieno l’origine e la storia, affinché possiate compiutamente apprezzare il valore delle conquiste politiche e sociali che esso ha consentito e garantito in sessant’anni di vita costituzionale. [...]
[...] LA COSTITUZIONE, LE REGOLE (...)

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> IL NUOVO ANNO SCOLASTICO, I COSTRUTTORI DELLA DEMOCRAZIA, E IL COLTELLO PUNTATO ALLA GOLA DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE DI TUTTA L’ITALIA. --- Il primo giorno di scuola dimostriamo con un segno nero di lutto la nostra indignazione per come questo paese tratta i suoi bambini.

venerdì 12 settembre 2008


-  Maestro unico

-  Possiamo ancora fermarli basta che il decreto legge decada in Parlamento

-  Il primo giorno di scuola dimostriamo con un segno nero di lutto la nostra indignazione per come questo paese tratta i suoi bambini

La protesta cresce giorno dopo giorno *

Unità, Corriere della Sera, Stampa ed altri giornali riportano la notizia che il movimento, anche da noi sostenuto, “Il primo giorno di scuola dimostriamo con un segno nero di lutto la nostra indignazione per come questo paese tratta i suoi bambini” sta prendendo piede nelle grandi città.

Sono attualmente 325 le scuole che da tutta l’Italia ci hanno inviato una e mail per aderire all’iniziativa, per raccontarci la loro volontà di contrastare il Ministro Gelmini e la loro voglia di difendere l’esperienza dei moduli e del tempo pieno della scuola elementare cancellata dal DL 137/2008.

Raccolte di firme, il “lutto per la tristezza” anche da noi proposto, le sempre più numerose mobilitazioni dei sindacati territoriali, le prese di posizione contro la sciagurata proposta del DL 137/2008 da parte dei sindacati scuola nazionali, dei partiti, dal PD, passando da Rifondazione ad IDV (persino Bossi non è contento!) stanno creando le condizioni per far sì che per il Governo, la trasformazione definitiva in legge del DL del maestro unico, non si riveli proprio una passeggiata.

Un coro di iniziative creative che si fanno forza l’una con l’altra permetteranno insieme di raggiungere il risultato.

da l’Unità del 10/09/2008: 40 istituti con il «lutto» al braccio

ROMA Le scuole di Roma si vestono a lutto contro la riforma Gelmini. Il ritorno al maestro unico, così come i tagli ai fondi per la scuola pubblica, hanno scatenato le proteste dei docenti di quasi quaranta istituti della capitale, la maggior parte elementari, riuniti in coordinamento per organizzare una forma di protesta efficace ed impedire che il decreto venga convertito in legge. Da qui l’idea, fortemente simbolica, di raccogliere l’invito dei sindacati di categoria e presentarsi il 15 settembre, primo giorno di scuola, con un nastro nero legato al braccio e l’esposizione di drappi neri in segno di lutto per «la fine del nostro sistema scolastico», spiegano gli aderenti al coordinamento. A reggere le file della protesta è la scuola elementare "Iqbal Masih", che deve il suo nome al bambino pakistano simbolo della rivolta contro il lavoro minorile.

da Il Corriere della sera del 10/09/2008: Gli anti-Gelmini - La protesta: in classe listati a lutto

ROMA - Quaranta scuole di Roma si vestono a lutto contro la riforma del ministro Mariastella Gelmini. I docenti degli istituti, la maggior parte elementari, hanno raccolto l’invito dei sindacati di categoria a presentarsi il 15 settembre, primo giorno di scuola nella capitale, con un nastro nero legato al braccio e di esporre drappi in segno di lutto per «la fine del nostro sistema scolastico». Il coordinamento genitori-insegnanti in difesa della pluralità docente si è riunito per la prima volta nella scuola elementare "Iqbal Masih". Tra le elementari romane, quelle colpite direttamente dalla decisione di reintrodurre il maestro unico, hanno dato la propria adesione 25 istituti, circa il 13 per cento del totale, tra cui la "Gandhi" e la "Marconi".

Ma la partecipazione non è mancata nemmeno tra le scuole medie, sia inferiori (la "D’Acquisto") che superiori (L’Itis "Hertz" e l’Ipssar "Artusi"), tra gli istituti comprensivi e, da fuori provincia, dagli istituti di Fiumicino e Latina.

da La Stampa del 10/09/2008: Maestre in rivolta a Roma e a Torino con il lutto al braccio

Le maestre raccontano di classi formate per il 60% di bambini di origine non italiana, di piccoli rom e di disabili anche gravi, in carrozzina, alimentati con il sondino. Di famiglie che i figli sono costretti a lasciarli soli una volta usciti da scuola, magari già dopo il tempo pieno, e che un’alternativa al tempo pieno non potranno pagarla. «Nonostante tutto questo, la scuola elementare italiana merita i complimenti dell’Ocse. Sarà un caso? Non sarà un buon modello così com’è?». La battuta è di Anna Cresto, una delle 300 maestre delle scuole di Barriera di Milano (di tutta la città il territorio più disagiato), che ieri hanno partecipato a un convegno di formazione del Cidi sul curricolo e la quotidianità del fare scuola: giovani e «anziane» accomunate da una passione che in questo grande territorio è cresciuta con l’evolvere dei problemi della gente provano rabbia e tristezza di fronte alla prospettiva dello smantellamento di quanto proprio ieri l’Ocse ha ancora premiato. Tanto che lunedì, da Torino a Roma, andranno in classe con il lutto al braccio.

«Se hai un pezzo di sistema che funziona non lo demolisci, semmai lo migliori», dice Nunzia Del Vento, direttrice della «Gabelli», una scuola dove per andare incontro alle famiglie italiane e immigrate si organizzano Natale e Pasqua Ragazzi. «Non cancelli le competenze che gli insegnanti si sono costruite nel corso di 30 anni. Il desiderio di chi crede nella scuola è che questa sia al passo con la società». Daniela Braidotti è una delle sue maestre, una delle tantissime ad esprimersi in maniera totalmente negativa sull’insieme della «riforma Gelmini». «Insegno da 33 anni - racconta - e mi sono sempre occupata dell’area linguistica. Non potrei davvero essere una “maestra unica” e insegnare matematica o scienze».

Anna Cresto della scuola «Cena» rincara: «Abbiamo speso anni per uscire dalla tuttologia all’acqua di rose fatta di violette e cornicette e oggi ci sentiamo specialiste utili». Aggiunge: «La reintroduzione del voto alla scuola elementare è gravissimo. In quella fascia di età si tiene conto della condizione di partenza, bisogna conoscere il bambino... Come si fa ad esprimere tutto questo, con la pluralità di bambini che oggi sono nelle nostre classi, con un voto secco? E la condotta? Il 5 affascina, ma solo se sarà dato ai figli altrui». Anna Maria Barbero, rsu alla «Cena»: «È l’inizio. Butteranno fuori i ragazzini dalla scuola e li ritroveremo a spaccare le panchine, come un tempo. E non meno bulli». Filomena Filippis, scuola "Sabin": «Il ministero pensa che l’orario scolastico si risolva in un parcheggio. Ma chi ha il 60% di bambini stranieri, molti dei quali arrivano non parlanti, non può che lavorare in squadra e in un arco di tempo certo più ampio di 24 ore settimanali».

La collega Rosanna Passanisi: «Reintrodurre il maestro unico, smantellare il tempo pieno, significa togliere gli strumenti utili per alleviare le differenze. Perché?». Domenico Chiesa e Mario Ambel, i pedagogisti che hanno coordinato la giornata, sottolineano che «il risultato positivo che ci assegna l’Ocse deriva dall’impianto culturale originale della nostra scuola elementare, l’unico basato sulla l’età dei bambini. Tutto ciò che viene dopo è banalizzazione del sapere adulto».

Del Ministro Gelmini e del tempo pieno nella scuola elementare

Il Ministro Gelmini, attraverso una massiccia campagna mediatica, “sostiene” che il tempo pieno nella scuola elementare non sarà toccato, perché così “Lascia intendere il decreto”.

Il testo all’art 4 recita: “è .. previsto che le istituzioni scolastiche costituiscano classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con un orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze correlate alle domande delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo scuola”.

Si torna, dunque, al maestro unico, poi, “per regolamento” si vedrà di venire incontro alle richieste delle famiglie!!!

Le leggi “non lasciano intendere” ma “dicono” in modo chiaro ed esplicito. Se il ministro voleva davvero sostenere il tempo pieno avrebbe dovuto scrivere all’art. 4 del DL 137/2008: “sono fatte salve le norme che regolano il tempo pieno per la scuola elementare”. Perché non lo ha fatto? Oggi la "carta" (DL 137) del Consiglio dei Ministri "canta" diversamente dalle dichiarazioni del Ministro.

Roma, 10 settembre 2008

* proteofaresaperenews n. 9 del 10/09/2008


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