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ITALIA. CAMPANIA ....

“MEDITERRANEA”. PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE DELL’ ASSOCIAZIONE CULTURALE AUT AUT. II EDIZIONE. DA PUNTA CAMPANELLA A CAPO PALINURO. Le rotte degli uomini, i percorsi degli dei - a cura di Federico La Sala

Abbiamo imparato a conoscere i Saraceni e conosciuto i Normanni ed i Longobardi, sangue misto scorre nelle nostre vene di Lucani duri e spigolosi come la terra fiera del Cilento e del Vallo di Diano, ma questo non basta per evitare di chiudere i ponti e di serrare i cuori.
lunedì 8 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli


PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE
“MEDITERRANEA”
II^edizione
DA PUNTA CAMPANELLA A CAPO PALINURO: le rotte degli uomini, i percorsi degli dei
“E vanno gli uomini ad ammirare le vette dei monti,
ed i grandi flutti del mare, ed il lungo corso dei fiumi,
e l’immensità dell’Oceano, ed il volgere degli astri ...
e si dimenticano di se medesimi” Sant’Agostino
Gli uomini nella dimensione della propria vita quotidiana (...)

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> “MEDITERRANEA”. ---- L’idea mediterranea include l’islam”. Un vertice dell’Unione per il Mediterraneo si terrà il 7 e l’8 giugno a Barcellona. Intervista a Henry Laurens (

venerdì 7 maggio 2010

“L’idea mediterranea include l’islam”

-  intervista a Henry Laurens*, a cura di Jean-Christophe Ploquin
-  in “La Croix” del 7 maggio 2010
-  (traduzione: www.finesettimana.org)

Un vertice dell’Unione per il Mediterraneo si terrà il 7 e l’8 giugno a Barcellona. Da quanto il mar Mediterraneo è percepito come un elemento che unisce?

È una delle idee tardive, apparsa nella seconda metà del XIX secolo. A lungo, il nome Mediterraneo è stato applicato solo allo spazio occidentale. Nelle lingue arabe si parlava di Mare Bianco, in opposizione al Mar Nero. Lo si chiamava anche il mare dei Roums, dei Romani, termine che indicava i Bizantini. In Europa, per indicare l’est del Mediterraneo si parlava del Levante, che cominciava dall’Adriatico, e della Barbarie per designare il Maghreb. Con le indipendenze balcaniche e la conquista francese nell’Africa del Nord, queste nozioni hanno perso importanza e si sono imposte delle rappresentazioni nuove, in particolare quella della latinità.

Di che cosa si trattava?

Questo discorso è apparso, da un lato, come reazione all’affermazione abbastanza trionfante della germanità, in una concorrenza intraeuropea per attribuirsi l’eredità greco-romana; dall’altro, come giustificazione della colonizzazione nell’Africa del Nord. È l’epoca in cui si riscoprono dei siti archeologici dell’antichità sul perimetro mediterraneo. La latinità permette di affermare, in qualche modo, che gli europei non sono stranieri e che semplicemente riconquistano una terra. Napoleone III dirà agli arabi dell’Algeria: “Voi siete i nostri Galli, noi siamo i vostri Romani.”

Quando s’impone l’idea di Mediterraneo?

Segue l’emancipazione delle popolazioni del Mediterraneo orientale e la perdita del monopolio della modernità da parte dell’Europa. Quando gli arabi cessano di essere orientali, diventano mediterranei. Ci sarà anche una corrente che difende l’idea mediterranea come protesta contro l’America, la cui società tecnologica spaventa. Qual è il futuro dell’Unione per il Mediterraneo, che sembra già prigioniera del conflitto israelo-palestinese?

Ci sono due problemi. Quello di Israele e quello della penisola arabica. I paesi del Golfo Persico sono come l’Europa del Nord: non giungono alle sue rive, ma appartengono al secondo cerchio del Mediterraneo. Sono presenti finanziariamente ovunque su entrambe le sponde e sono una potente pompa aspirante di manodopera mediterranea. La mia visione personale è che l’Unione per il Mediterraneo dovrebbe includere i paesi del Golfo ed escludere Israele, che invece potrebbe beneficiare di un partenariato privilegiato con un livello di partecipazione più alto negli organismi europei. Bisogna accettare il fatto che questo paese è ancora incapace di integrarsi regionalmente nel Medio Oriente e che rischia di restarlo a lungo.

Come articolare l’Unione per il Mediterraneo e l’Unione Europea?

L’ambizione mediterranea dell’Unione Europea parte da una realtà semplice: per la prima volta dalla fine dell’Impero romano, tutta la riva nord si sta unificando. L’Unione Europea è un impero per consenso, che crea un immenso scarto di potenza e di ricchezza tra le due rive del Mediterraneo. Questo squilibrio deve essere affrontato, ma il modo di farlo dipenderà dalla sorte riservata alla Turchia. Sarà nell’Unione Europea o fuori? Questo dipenderà da come si definisce l’UE. Geograficamente, l’Europa non ha senso: c’è l’Eurasia, punto e basta! Culturalmente, gli ideologi fanno ancora finta di credere che l’Europa si definirebbe con una sequenza che parte dall’eredità greco-romana, i barbari, poi gli strati del Medio Evo, del Rinascimento, del barocco, del classicismo, dell’illuminismo, del romanticismo... Ma questa sequenza è stata interrotta con l’entrata della Grecia, quella della Bulgaria e, domani, quella della Serbia... Questi popoli, infatti, si sono uniti al concerto europeo solo con il romanticismo. Prima, facevano parte dell’Impero Ottomano. Ciò depone a favore di una definizione di Europa come una patria di cittadini. Allora, si potrebbe accettare la Turchia. E, sul lungo periodo, ciò vorrebbe dire che nel 2070 tutto il Mediterraneo potrebbe essere nell’Unione!

Come sarebbe?

Attenendosi, per l’adesione, a dei criteri democratici e di cittadinanza, si aprirà la possibilità di una Unione euro-mediterranea. Invece, se bloccheremo l’entrata della Turchia, fisseremo l’Unione Europea a Nord. Questa è la vera posta in gioco. Il futuro è aperto: l’Unione Europea può essere o una tappa, o un punto d’arresto.

Oggi è assolutamente impensabile. Gli europei temono i flussi migratori che arrivano dal Sud.

Sì, ma il serbatoio si sta per prosciugare. Nel 2050 0 nel 2070, la struttura demografica dell’Algeria, del Marocco o della Tunisia sarà dello stesso tipo di quella europea. Già oggi, la natalità francese è superiore alla natalità tunisina. Nei fatti, il Maghreb diventa la linea di confine, il “limes” europeo.

La religione non è un fattore bloccante?

Non appare come un elemento che unisce. Una delle ragioni è il concetto identitario di giudeocristianesimo. È un concetto che è comparso come una reazione estremamente positiva alla Shoah, quando le Chiese cristiane hanno detto che l’antisemitismo era un abominio e hanno affermato la loro fraternità con gli ebrei. Purtroppo, affermare oggi una civiltà giudeo-cristiana viene inteso come una logica di esclusione da parte dei musulmani. Al contrario, l’idea mediterranea include l’islam, che è uno degli eredi della cultura greca. Quanto alla bagarre sul velo, sul burqa, sull’apparenza, sul corpo vi è in tutto questo un problema estremamente complesso, che riguarda tutti e tre i grandi monoteismi, che è il rapporto tra il religioso e il femminile. La modernità pare loro incontrollata nella questione del corpo femminile e in quella della procreazione. Oggi, la laicità rinvia alla questione femminile e non, come prima, al rapporto con la politica.

* Henry Laurens è storico, professore al Collège de France


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