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La Costituzione, le regole del gioco, e il paradosso istituzionale del mentitore......

"FORZA, ITALIA"!!! ANCORA UNO SFORZO!!! IL PARLAMENTO E’ SCOMPARSO!!! La «legge di Arcore» e la sorpresa di Pietro Spataro (allertato da "Famiglia cristiana") - a cura di Federico La Sala

Un "processo degenerativo che svuota il Parlamento sulla scia della Russia di Putin o del Venezuela di Chavez".
sabato 27 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] le nostre istituzioni sembrano ormai rispondere ad una sorta di «legge di Arcore» secondo la quale si decide in villa, si comunica al Consiglio dei Ministri, si approva il decreto legge e poi si costringe il Parlamento alla semplice ratifica. Tutto questo avviene, inoltre, in un sistema politico in cui la vita interna di molti partiti non risponde a criteri di trasparenza e democrazia. E nel quale, soprattutto a destra, i partiti vengono ormai considerati come esclusiva «cosa del (...)

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> "FORZA, ITALIA"!!! ANCORA UNO SFORZO!!! IL PARLAMENTO E’ SCOMPARSO!!! --- FINI E D’ALEMA CERCANO LA STRADA DI UN NUOVO CONCORDATO E DI UNA NUOVA BICAMERALE?!

giovedì 19 febbraio 2009

’’La presidenza Ciampi e ora la presidenza Napolitano hanno avuto questa impronta’’

D’Alema: ’’Quirinale punto di riferimento per nuova ’religione civile’’’

’’La mancanza di coesione nazionale e di senso dello Stato si è rivelata una debolezza che stiamo pagando in termini di ritardo nella modernizzazione dell’Italia" dice l’ex ministro degli Esteri, secondo il quale se anche ’’vi sono state molte distorsioni’’, i partiti ’’hanno tenuto insieme il Paese’’

Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Con la crisi dei partiti, si è manifestato un grave scollamento e non a caso c’è stato il tentativo positivo, nel corso di questi anni, di sviluppare intorno alle istituzioni, in particolare all’istituzione presidenza della Repubblica, un nuovo senso di appartenenza, una rinnovata ’religione civile’. Da questo punto di vista, la presidenza Ciampi e ora la presidenza Napolitano hanno avuto questa impronta, proprio per cercare di dare una risposta agli effetti che si erano determinati". Lo dice Massimo D’Alema in un’intervista a ’Ffwebmagazine’, periodico online di ’Farefuturo’, che ha realizzato una serie di colluqui con vari leader politici sul ’senso civico degli italiani’, in occasione della presentazione, il 23 febbraio prossimo, del progetto di ricerca ’Oltre gli stereotipi. La nuova cultura civica in Italia’.

D’Alema nota "come l’affermarsi dell’individualismo, dello spirito di campanile e di gruppo, il prevalere di interessi particolari su una visione generale, sul senso di appartenenza a una comunità nazionale, siano stati a lungo celebrati come una virtù degli italiani. Si potrebbe dire che sull’elogio di questa caratteristica degli italiani l’onorevole Berlusconi abbia fondato un movimento e un ciclo politico. Ma vi è stata anche una certa sociologia che ha considerato a lungo questa mancanza di senso dello Stato come una qualità del Paese. Ora, in verità, di fronte alla portata della competizione globale, questa mancanza di coesione nazionale e di senso dello Stato si è rivelata una debolezza. Ed è una debolezza che effettivamente stiamo pagando in termini di ritardo nella modernizzazione dell’Italia".

L’ex ministro degli Esteri rivendica poi "che nel dopoguerra il compito di promuovere una coesione del Paese, che non era sostenuto dal senso di appartenenza a una comunità nazionale, è stato a lungo garantito dai partiti politici, i quali hanno sopperito al ruolo dello Stato. Vi sono state anche molte distorsioni, certo. Ma tuttavia i partiti hanno tenuto insieme il Paese, hanno rappresentato grandi comunità, hanno sviluppato dei sensi di appartenenza, sia pure paralleli fra loro".

Dopo gli anni Settanta "si è aperta una lunga fase di crisi della politica. E come spesso accade, la perdita di questa funzione nazionale della politica si è accompagnata a una crescita di fenomeni clientelari e distorsivi che hanno peggiorato la situazione. A mio parere, dunque, all’origine del prevalere di logiche particolaristiche, di cui il ceto politico - la cosiddetta ’casta’ - è espressione, non vi è un eccesso di politica, ma un declino della politica intesa nel senso più alto. Detto questo, continuo a pensare che occorre indagare sul ruolo delle diverse ’caste’, perché la logica corporativa, lo spirito di casta, appunto, non è certo appannaggio esclusivo del ceto politico".

"Non c’è il minimo dubbio - ribadisce infine D’Alema - che il ruolo avuto dal sistema dei partiti nel dopoguerra è nato anche grazie alla loro capacità di superare le divisioni e convergere per dare al Paese la Costituzione, per gettare i fondamenti della storia dell’Italia repubblicana. Ora, nella stagione della ’seconda Repubblica’, questa capacità è mancata. Ciò, indubbiamente, contribuisce ad indebolire non solo la politica, ma quel senso dello Stato, quel senso di comune appartenenza di cui c’è bisogno. Se innanzitutto dall’alto non viene l’esempio, è difficile che questo si sviluppi dal basso".


Era ’’presente nell’accordo Craxi-Casaroli del 1984 di modifica del Concordato’’

Italia-Santa Sede, Fini: ’’Una ’laicità positiva’ per i rapporti tra politica e chiesa’’

Il presidente della Camera all’indomani delle celebrazioni per gli 80 anni dei Patti Lateranensi e per i 25 anni della revisione del Concordato

Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Oggi e’ ’’piu’ viva che mai’’ la questione ’’del rapporto fra il pensiero della Chiesa cattolica e l’azione politica’’ e ’’riemergono periodici conflitti tra laici e cattolici impegnati in politica’’. In questo quadro bisogna recuperare il concetto di ’’laicita’ positiva’’, principio enunciato dal presidente della ’’laicissima Francia’’ Nicolas Sarkozy nel discorso a San Giovanni in Laterano nel 2007, mettendo cosi’ in evidenza ’’la fine della sostanziale indifferenza dello Stato francese nei confronti del fenomeno religioso, vissuto, oltralpe, nell’ambito di una dimensione tutta personale e privata, completamente separata da quella pubblica’’. E’ quanto scrive il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in una lettera pubblicata su ’La Repubblica’, all’indomani delle celebrazioni per gli ottant’anni dei Patti Lateranensi e per i 25 anni della revisione del Concordato.

Un concetto, quello di ’laicita’ positiva’ che era ’’gia’ ben presente nell’Accordo Craxi-Casaroli del 1984 di modifica del Concordato, con conseguente abbandono di quell’atteggiamento di ’difesa’ nei confronti dello Stato tipico dei Concordati tradizionali. Un nuovo ’Concordato-quadro’ a maglie larghe, che rimandava la disciplina concreta dei singoli settori a successivi accordi, o a intese attuative tra il governo e la conferenza episcopale italiana, sulla base della ’reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e per il bene del Paese’ (articolo 1 dell’Accordo)’’. E ripreso anche ’’dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando in occasione della visita di Papa Benedetto XVI al Quirinale, ha sottolineato, tra l’altro, ’conosciamo e apprezziamo la dimensione sociale e pubblica del fatto religioso’’’.

"E’ in questo quadro -sottolinea il presidente della Camera- che si colloca quel riconoscimento dell’importanza delle radici ebraico-cristiane dell’identita’ culturale europea, in cui si sono riconosciuti sia il governo precedente che quello attualmente in carica, indipendentemente dalle concezioni religiose ed ideali di ognuno’’. ’’Tutto questo -spiega Fini- non stride con il progressivo disvelamento di quel principio di ’laicita’ dello Stato’, sostanzialmente racchiuso, anche se non formulato con queste parole, nella Carta costituzionale. Una laicita’ non certo aggressiva nei confronti della religione, aliena da degenerazioni laiciste ed anticlericali, aperta al riconoscimento del ruolo attivo e positivo della Chiesa nella societa’ italiana. Una laicita’ dello Stato che deve pero’ tenere conto che viviamo in un Paese la cui storia e’ inestricabilmente intrecciata alla vicenda del cristianesimo e della Chiesa romana, perche’ si possa minimamente immaginare un reciproco disinteresse’’.


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