l’Unità 14.11.08 L’Onda diventa una marea Cortei per salvare l’università di Maristella Iervasi
Senza la Cisl che si è sfilata, oggi grande mobilitazione contro i tagli. Civita (Uil): dalla Gelmini nemmeno una telefonata. Nella Capitale 4 fiumi. Fino a domenica assemblea nazionale degli atenei.
È il giorno della «mareggiata» dell’Onda. La marea studentesca contro i tagli all’istruzione e per il ritiro della legge 133 oggi invaderà Roma. Allo sciopero generale indetto dai sindacati Cgil e Uil (la Cisl ha fatto dietrofront dopo la cena a casa di Berlusconi) saranno in centinaia di migliaia da tutta Italia. Oltre 100mila universitari, ricercatori e allievi dei conservatori da ieri sono in viaggio da tutti gli Ateni d’Italia, compresa una delegazione della cattolica del «Sacro Cuore». Collette e notte bianche per autofinanziarsi, a Padova anche il sindaco Flavio Zanonato avrebbe partecipato alla «baron tax» degli studenti. 30mila le persone che si muovono con la Cgil e tanti altri che arriveranno per pronto conto, per esserci. E chi non può partire bloccherà le città di residenza. Una giornata difficile, i primi segnali già ieri pomeriggio. All’improvviso la polizia ha sgomberato Giurisprudenza mentre Giuseppe Frigo, giudice costituzionale stava tenendo una relazione sul mandato di arresto europeo. «Ci hanno poi spiegato - ha detto Frigo - che lo sgombero era su ordine del questore, in tutte le facoltà della Sapienza, per il pericolo di un’occupazione studentesca imminente».
Quattro i cortei che terranno sotto scacco la capitale: i collettivi della Sapienza si muoveranno alle 9.30 da Piazzale Aldo Moro dopo aver «chiuso» i sacchi a pelo di chi già passato la prima delle 3 notti del week-end nelle facoltà occupate. Più o meno alla stessa ora si muoveranno da Piramide i ragazzi di Roma Tre e da Piazza Barberini i giovani delle superiori. Tutti confluiranno a Piazza della Repubblica, a due passi dalla stazione Termini. Non è ancora chiaro quanti e quali universitari manifesteranno in modo autonomo, di sicuro uno spezzone punta all’assedio di Montecitorio. Il concentramento dei sindacati è invece in via della Bocca della Verità, l’arrivo in piazza Navona. E anche la destra identitaria vuole la sua fetta di piazza: alle 14 dal quartiere Prati «marcerà» fin sotto al ministero in difesa della Gelmini. «Non accettiamo provocazioni dalle sigle della destra», è la risposta dei collettivi che per evitare infiltrazioni hanno organizzato un proprio servizio d’ordine.
Mimmo Pantaleo della Flc-Cgil parlerà dal palco di piazza Navona. Ci sarà anche il segretario della Confederazione dei lavoratori Guglielmo Epifani, che ieri dopo l’occupazione-lampo di Azione studentesca nella sede romana del sindacato di categoria e della Camera del Lavoro a Brescia, ha detto: «Basta con i metodi squadristi. Non tolleriamo il ritorno a provocazioni di questo segno. Non consentiremo che forme di violenze dirette o indirette possano vincere sulla forza delle idee della ragione e della giustizia». Per la Uil interverrà Michele Civita, che ieri ha detto: «Tempo scaduto. Dalla Gelmini neppure una telefonata. Confermiamo lo sciopero». Poi il microfono passerà a 2 studenti, un ricercatore, un universitario e un rappresentante dell’Afam. Intanto, la protesta italiana arriva anche all’estero. Con lo sciopero degli studenti che seguono l’Erasmus. Sit-in dei ricercatori davanti all’ambasciata italiana a Bruxelles. Stessa cosa a Parigi, dove studenti e prof protesteranno in contemporanea con Roma sotto le finestre del Consolato italiano della capitale francese.
Tutto è pronto alla Sapienza per ospitare chi arriva da fuori. Già ieri sera molti ragazzi hanno dormito nelle aule delle facoltà occupate: Chimica, Scienze Politiche, Lettere, Fisica. Da Napoli, Bologna, Milano i primi arrivi. «Occuperemo anche i dipartimenti di Geologia e Igiene per far posto ai ragazzi» assicura Giorgio Sestili del collettivo di Fisica. Dopo la manifestazione-mareggiata dell’Onda, infatti, i ragazzi si fermeranno fino a domenica per partecipare all’assemblea nazionale degli Atenei. La bozza del manifesto dell’autoriforma degli universitari è pronta e contiene un appello dove si chiede l’abrogazione delle leggi 133 e il decreto Gelmini sul maestro unico; l’abolizione del numero chiuso, il sistema di credito e della frequenza obbligatoria ma anche la possibilità di usufruire di servizi come la casa, l’accesso alla cultura e ai trasporti. I workshop si chiuderanno domenica mattina, poi dal pomeriggio assemblea aperta anche alle scuole superiori ed elementari.