A sorpresa. Insieme nei giardini di Villa Madama. L’ex leader ds scherza sul sottosegretario
Stretta di mano Berlusconi-D’Alema
Letta favorisce l’incontro. Il Cavaliere: ci vorrebbero più occasioni così
di Marco Galluzzo (Corriere della Sera, 15.10.2009)
ROMA - Gianni Letta prende per mano Massimo D’Alema. Per un attimo. Gianni conduce e Massimo lo segue. Fra le aiuole appena potate dei giardini di Villa Madama Berlusconi è circondato da una decina di persone. Spunta Letta e con lui il suo sorriso, il cordone si apre: il sottosegretario di Palazzo Chigi si fa da parte e l’ex leader dei Ds si trova davanti al capo del governo. Il Cavaliere ha un attimo d’esitazione, il corpo si sbilancia impercettibilmente, i tratti del volto tradiscono la sorpresa di un incontro inatteso.
Ieri mattina all’ora del pranzo. D’Alema e Berlusconi si stringono la mano. Agli occhi soddisfatti di Gianni Letta si aggiungono quelli dei presenti: fra gli altri il consigliere Rai Alessio Gorla, il presidente dell’Enac Vito Riggio, il presidente di Adr, Fabrizio Palenzona, la senatrice del Pdl Cinzia Bonfrisco. A rompere il ghiaccio è l’ex premier: «Sono qui perché si discute dell’interesse comune, sulle cose importanti per il Paese io ci sono...». Risponde il Cavaliere, i tratti del viso non più contratti: «Ci vorrebbero più occasioni di trovarsi insieme per cose simili, nell’interesse dell’Italia».
Fotografi e giornalisti sono lontani. Perdono i sorrisi reciproci, l’ironia della conversazione, la stretta di mano. È appena terminata la presentazione congiunta degli investimenti finanziari che Aeroporti di Roma e Sea, la società aeroportuale milanese, compiranno nei prossimi anni. Poco distante ci sono anche i sindaci delle due città, Gianni Alemanno e Letizia Moratti, il segretario generale della Farnesina, Giampiero Massolo, che ha fatto gli onori di casa. È Palenzona dal palco a introdurre l’argomento: «Ho un piccolo sogno nel cassetto - dice rivolto ai presenti, fra i quali i ministri Altero Matteoli (Infrastrutture) e Sandro Bondi (Beni culturali) - e cioè che con l’aiuto della minoranza, almeno quella responsabile, si possa fare un piano nazionale della mobilità per uomini e merci per sbloccare questo benedetto Paese » . Intorno all’interesse del Paese, a quella convergenza strategica che finora è mancata nella legislatura, per pochi attimi, a beneficio dei presenti, D’Alema e Berlusconi si trovano d’accordo. Nessun accenno alle polemiche degli ultimi giorni. «Dobbiamo fare altre cose di questo tipo - aggiunge il Cavaliere -, io sono il primo a essere felice quando in questo Paese si riesce a lavorare insieme, spero in altre occasioni». D’Alema: «Io sono sempre pronto... ». Poi, scherzando, rivolto a Palenzona, «e con te sono offeso, guarda che tutta l’opposizione, non solo una parte, è fatta di gente di buon senso». Pochi istanti dopo D’Alema si congeda citando ancora Palenzona: «Ora vado a bere un po’ d’acqua... di Letta». Il presidente di Adr poco prima ha paragonato proprio il sottosegretario all’aqua: «Come l’acqua ti accorgi quanto vale quando ti viene a mancare». D’Alema ricorda che il concetto è una parafrasi di Baudelaire, il poeta lo diceva a proposito dell’amore: «Anche se nel tuo caso - dice rivolto al sottosegretario - il paragone con l’amore mi sembra esagerato». Risate. Riggio: «Figuriamoci se non è esagerato parlare di amore oggi, visto che trattiamo di aeroporti». Chiude la riunione una battuta del premier: «Quando si parla di Letta ormai vivo una crisi di identità. È sempre più bravo di me... » .
D’Alema è già lontano, ancora poco e Berlusconi rientrerà a Palazzo Grazioli, dove l’attende il ministro della Giustizia e tutti quegli affari, correnti e straordinari, che fino a oggi non sono mai stati trattati da governo e minoranza, «nell’interesse del Paese», di comune accordo.