Marco Travaglio condannato dal Tribunale di Roma per un articolo pubblicato dal settimanale «L’Espresso» il 3 ottobre del 2002. Il titolo dell’articolo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia». Il giudice monocratico lo ha condannato 8 mesi di reclusione, 100 euro di multa, ed ha stabilito anche un risarcimento di 20 mila euro in favore di Cesare Previti. E’ stata condannata anche Daniela Hamui, come direttore responsabile del settimanale, a 5 mesi e 75 euro di multa. Per entrambi gli imputati la pena è sospesa.

Vediamo un po’, cerchiamo di capire, dato che lo stesso Travaglio in un intervista sul Corriere della Sera dice di non ricordarsi e per uno preciso come lui è davvero strano. Travaglio, in quell’articolo sull’Espresso, da bravo cronista che racconta sempre "la verità", riporta le parole di un pentito di mafia riguardo un incontro nello studio dell’avvocato Taormina "«Si è parlato di dare una mano a Dell’Utri. Io avrei dovuto dire che l’Ilardo non mi ha mai parlato di Dell’Utri come uomo di mafia, vicino a Cosa Nostra». In più Riccio deve dimenticarsi la mancata cattura di Provenzano. In cambio gli viene promesso un aiuto per rientrare nell’Arma e per ottenere “la rimessione del mio processo”. «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». Finito. Uno cosa capisce ? Che Previti fosse nello studio Taormina assieme al pentito e agli altri per organizzare il tutto. Peccato che il pentito avesse aggiunto «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri». La parte finale del discorso il precisissimo Travaglio se l’è dimenticata, nella precisione ha pensato che fosse ininfluente. Invece Previti l’ha denunciato. E ha fatto bene.