Marco Travaglio condannato anche a 20000 euro di danni in favore di Cesare Previti

Marco Travaglio otto mesi per diffamazione ai danni di Cesare Previti

Marco Travaglio condannato dal Tribunale di Roma per un articolo pubblicato dal settimanale «L’Espresso» il 3 ottobre del 2002. Il titolo dell’articolo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia».
mercoledì 15 ottobre 2008.
 
Marco Travaglio condannato dal Tribunale di Roma per un articolo pubblicato dal settimanale «L’Espresso» il 3 ottobre del 2002. Il titolo dell’articolo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia». Il giudice monocratico lo ha condannato 8 mesi di reclusione, 100 euro di multa, ed ha stabilito anche un risarcimento di 20 mila euro in favore di Cesare Previti.

E’ stata condannata anche Daniela Hamui, come direttore responsabile del settimanale, a 5 mesi e 75 euro di multa. Per entrambi gli imputati la pena è sospesa. Nell’articolo Travaglio affermava che Previti, nello studio dell’avvocato Carlo Taormina, aveva partecipato a una riunione in cui con l’ex colonnello dei carabinieri Michele Riccio si sarebbero messi d’accordo per dare una mano a Marcello Dell’Utri, indagato per mafia. Riccio confermava la presenza di Previti, collegandola esclusivamente alla comune attività politica con Dell’Utri, escludendo la partecipazione dell’ex ministro ai discorsi sulla situazione giudiziaria dell’ex amministratore di Publitalia. Le motivazioni della sentenza non si sanno ancora, ma probabilmente le gravi accuse che trasparivano dall’articolo saranno state considerate non provate. Cesare Previti, parlamentare, avvocato di Silvio Berlusconi e già condannato per le vicende Imi-Sir e lodo Mondadori, lo denunciò per diffamazione.

Ecco una parte del testo incriminato

Quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente. Solo Riccio può ridargli la voce. Cosa che fa attraverso i suoi appunti tutti scritti con inchiostro verde e le testimonianze. Senonchè, nel marzo 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato, Carlo Taormina, per una riunione con Dell’Utri e il tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in mafia. Riccio denuncia subito il fatto alla Procura di Palermo: «Si è parlato di dare una mano a Dell’Utri. Io avrei dovuto dire che l’Ilardo non mi ha mai parlato di Dell’Utri come uomo di mafia, vicino a Cosa Nostra». In più Riccio deve dimenticarsi la mancata cattura di Provenzano. In cambio gli viene promesso un aiuto per rientrare nell’Arma e per ottenere “la rimessione del mio processo”. «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». Taormina ammette il colloquio ma nega quelle pressanti richieste al cliente. In ogni caso, Riccio cambia avvocato. Riccio e e il suo ex difensore Taormina si rivedranno presto, a Palermo, per testimoniare al processo Dell’Utri.

A questo link trovate l’intero articolo di Marco Travaglio: Patto scellerato tra mafia e Forza Italia - Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi

Noi de La Voce di Fiore, manifestiamo la nostra vicinanza a Marco Travaglio in un momento difficile attendendo di conoscere più precisamente le motivazioni della sentenza

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