’NDRANGHETA: dagli arresti agli omicidi, ai traffici di rifiuti tossici, uno spaccato sull’Altopiano della Sila

NDRANGHETA: alcuni brani de La società sparente sulla presenza della ’ndrangheta in Sila. Dal Trentino al Veneto, alla Sicilia, intervengono giovani dell’antimafia

La società sparente: la ’NDRANGHETA domina sul nostro territorio
sabato 8 novembre 2008.
 

Stamattina appena ho aperto il browser ed ho iniziato a navigare mi sono imbattuto in una notizia riguardante due latitanti in Sila: “Si nascondevano in un casolare perfettamente mimetizzato tra i boschi della Sila i due latitanti catturati dai Carabinieri del comando provinciale di Crotone e dello squadrone eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia. Si tratta di Cataldo Marincola, 47 anni, e Silvio Farao, 60 anni, entrambi di Cirò, ritenuti i capi - insieme a Giuseppe Farao - dell’omonima cosca della ‘ndrangheta che da anni estende il suo dominio su gran parte della provincia di Crotone e sul versante ionico di quella cosentina[...]”. Da Il Giornale di Calabria.

Aspettiamo di conoscere notizie più precise sull’ubicazione del casolare, per sapere se ricade nel territorio di San Giovanni in Fiore. Nel frattempo mi sono venute subito in mente tutte le critiche, tendenziose, ovvero volte a screditare la veridicità dei fatti descritti nel libro La società sparente , scritto con il direttore di questo giornale online, con prefazione del prof. Gianni Vattimo ed altra prefazione dell’on. Angela Napoli, già ed attuale membro della Commissione parlamentare antimafia.

Il principale argomento di molti membri della società (come ha scritto in un forum un navigatore “sparita” e non “sparente”) florense, è quello dell’assoluta salubrità del nostro territorio, ovvero della mancanza totale di criminalità organizzata nella nostra città.

Questo argomento è portato avanti con convinzione soprattutto da uomini politici; uno dei più forti sostenitori è l’ex sindaco (per dieci anni) Riccardo Succurro, ma anche da giornalisti, intellettuali, persone comuni.

Ultimo in ordine di tempo Domenico Barberio, che in una recensione tardiva a La società sparente tra le altre cose ha scritto: “Precipita infatti il discorso, in determinati passi della “Società sparente”, in delle vere e proprie esagerazioni. In particolare la tesi netta quanto apodittica “a San Giovanni in Fiore c’è la mafia”. Da sangiovannese, conscio di quello che è rimasto del nostro amato paese, non posso essere d’accordo con questa idea forte ribadita in diversi passaggi del libro, non posso condividere la convinzione di Emiliano e Saverio che San Giovanni è Platì, San Luca, Isola, Cutro, Paola, Filadelfia, Melito Porto Salvo, Lametia, Cirò ecc. ecc. ecc. Nell’accurata geografia ‘ndranghetista elaborata in “Fratelli di sangue” da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Pellegrini Editore, Cosenza) non compare San Giovanni in Fiore, così come non esistono, non sono esistite, e mai esisteranno penso, famiglie che utilizzano metodi criminali per il controllo di quel territorio e la creazione di ricchezza e predominio attraverso affari leciti e illeciti”.

Noi continuiamo a sostenere le nostre tesi, documentate con fatti, e la notizia di ieri dell’arresto dei due pericolosi latitanti in un casolare della Sila ne è una ulteriore conferma. Voglio quindi proporvi, come spunti di riflessione, alcuni passi de La società sparente ed aprire un forum sul tema della presenza della ‘ndrangheta, in senso di possesso completo del territorio anche silano su La Voce di Fiore. Invito tutti a partecipare con esempi e considerazioni. Solo con il dibattito ed il confronto sincero possiamo trovare delle soluzioni al disastro che da tempo ha investito il nostro territorio.

Da La società sparente:

“[...] Possiamo appropriarci delle dichiarazioni del sindaco Succurro all’amico e collega Gian Antonio Stella, sulla salubrità della nostra area, preservata, a suo dire, dai tentacoli della mafia? Possiamo gioire, in quanto nessuno ci vieta di parlare e lo Stato italiano ci assicura, attraverso enti e uffici meridionali, diritti e servizi?

“[...] Negli anni Novanta, il ritrovamento, nei pressi di San Giovanni in Fiore, di cadaveri bruciati, irriconoscibili, ridotti a carbone, non suscitò il minimo terrore. La stampa ne parlò nulla e, chissà per quale disegno apotropaico, la gente del luogo ignorò, badando alla pasquetta, al ferragosto, alla tradizione del maiale e della pitta mpigliata, il dolce tipico del Natale. La politica licenziò la pratica continuando a ripetere della salubrità del territorio, della sua purezza e tranquillità.

Come detto altre volte, ci fu un atteggiamento di palese complicità, a livello istituzionale, a eccezione di qualcuno, che, ancora oggi, si rifugia in una forma protettiva di campanilismo e rifiuta la realtà. Per Domenico Policastrese, del bisettimanale il Crotonese, non ci sono dubbi sul fatto che talune modalità di uccisione sono da ricondursi, sul posto, all’esercizio di specifiche attività criminali. Policastrese, cronista di nera, è tra i maggiori esperti circa l’organizzazione della Ndrangheta nella piana del fiume Neto. Minacciato in varie circostanze, svolge rigorosamente il suo mestiere, seguendo infinite serie di omicidi per faide della Ndrangheta, provocate da volontà di dominio.

All’interno del Parco nazionale della Sila, ci sono case abusive. Nessuno si sogna di toccarle. Alcune appartengono ad affiliati della Ndrangheta. Molti boss di vario taglio si rifugiano sull’altopiano, entro la giurisdizione di San Giovanni in Fiore. Latitano, raccogliendo l’appello di Daniele Silvestri alla danza. Tra un ballo e l’altro, controllano gli affari nella droga e nei rifiuti pericolosi. Che esistano, è sicuro: in Sila si può disperdere e nascondere di tutto. Tempo addietro, quando eravamo ancora troppo assonnati, realizzammo un’inchiesta su la Voce di Fiore, sia in formato cartaceo che elettronico, a proposito di alcuni rifiuti di eternit in una località vicino San Giovanni in Fiore. Riportiamo un testo della redazione, a riguardo, pubblicato su Internet, il 27 maggio 2005”.

“[...] San Giovanni in Fiore è definita, con impropria e singolare terminologia, capitale della Sila. Il territorio comunale è pari a 21 mila ettari, 17 mila dei quali ricadono nel Parco nazionale della Sila. La determinazione della superficie del Parco fu problematica per motivi di vario ordine. Da un lato, agli inizi del nuovo millennio, occorreva preservare certi interessi; dall’altro, bisognava proteggere alcuni soggetti e particolari attività. La Sila è, in quanto scarsamente monitorata, luogo in cui trovano facile asilo mafiosi di calibro. Inoltre, i laghi silani, Cecita, Arvo e Ampollino, sono deposito di rifiuti tossici e radioattivi, scaricati illegalmente”.

Chiudo con un brano di una mia intervista che sottolinea alcuni accadimenti riportati sul libro La società sparente scritto con Emiliano Morrone nel corso degli ultimi anni, libro che come sapete oltre a critiche tendenziose e volte a screditarci, ha comportato per noi minacce di morte, querele, diffamazioni, violazione della privacy.

Lei è di San Giovanni in Fiore. Non pochi suoi compaesani sono convinti che sia un’isola felice, dove la massima espressione della malavita sono qualche furto e un po’ di droga tra i ragazzi. Favole?

A San Giovanni in Fiore, nei suoi immediati dintorni, negli ultimi dieci anni, sono stati ritrovati diversi cadaveri carbonizzati in automobili date alle fiamme, ultimo in ordine di tempo quello di Antonio Silletta, di cui scriviamo nel libro La società sparente . Vicino un noto albergo, un nonno ed un nipote di San Giovanni in Fiore sono stati assassinati a raffiche di Kalashnikov da un automobile in corsa sulla 107 come nei film di azione più spettacolari; miracolosamente sopravvissuta una persona a bordo dell’auto, non vista dai killer, per essersi infilata sotto il sedile del fuoristrada. Sparatorie, anche da auto in corsa, ed accoltellamenti in piena città, in via Panoramica e all’Olivaro. Diversi giovani sono morti di overdose o in situazioni poco chiare. Molte le persone scomparse, alcune non sono mai state ritrovate; ricordiamo il caso di Pino Loria. Decine i fermi e gli arresti per traffico di stupefacenti, anche di minorenni. Indagini per usura; altre persone indagate e rinviate a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso e per estorsione. L’abusivismo edilizio è una regola ferrea seguita anche da molti amministratori della cosa pubblica. Il Comune stesso è stato varie volte occupato e devastato. L’assistenzialismo a fondo perduto è diffusissimo, conseguentemente la capacità imprenditoriale quasi zero. La disoccupazione è al 60%. L’emigrazione effettiva all’80%. Mentre l’ospedale pezzo per pezzo sta scomparendo, la media delle morti per tumore è altissima, come quella per malattie cardiovascolari, molto diffuso il tumore al fegato, come le cirrosi epatiche. I suicidi, le tossicodipendenze, l’alcolismo, i disagi psicopatologici si attestano su percentuali preoccupanti. La cultura tradizionale, il teatro, la musica, l’arte, la poesia, sono inesistenti.

Questi dati, reali e comprovabili con innumerevoli fonti, si commentano da soli

Francesco Saverio Alessio

’NDRANGHETA: Si nascondevano in Sila: arrestati 2 capiclan - Operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Crotone

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L’articolo, pubblicato su "la Voce di Fiore", in cui il giovane intellettuale Domenico Barberio, di origine calabrese, sostiene una certa esagerazione di Francesco Saverio Alessio ed Emiliano Morrone. Se ne consiglia vivamente la lettura, lontani, Alessio e Morrone, da logiche squisitamente commerciali. Interessati solo alla comprensione del fenomeno ’ndrangheta, che non si può settorializzare o confinare. Anche il dibattito, con l’impegno diretto, è antimafia.

La notizia ripresa dal giornalista e scrittore Biagio Simonetta su ndrangheta.it


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