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ETOLOGIA, ANTROPOLOGIA, PEDAGOGIA, PSICOLOGIA.... E FILOSOFIA. Lo straordinario segreto della vita...

NOI, BAMBINI E BAMBINE, CHE STRAORDINARIE SCIMMIE NUDE!!! Desmond Morris, nel suo "Bebé", racconta il soprendente viaggio dei cuccioli degli esseri umani. Con una nota di Maria Novella De Luca - a cura di Federico La Sala

Un inno alla gioia di un gande scienziato e di uno scrittore disincantato...
mercoledì 22 ottobre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] "Bebč - lo straordinario segreto della vita", (in libreria da oggi, edito da De Agostini), spiega lo shock e la magia del venire al mondo, il big bang della vita con gli occhi di un minuscolo essere sul cui corpicino «gravano milioni di anni di evoluzione umana». Molto perň si compie in 48 preziosissimi mesi, e infatti il viaggio di Morris tra i cuccioli d’uomo «gli unici primati a sorridere ai propri genitori», dura due anni, quelli in cui tutto si compie, e il magazzino intellettivo (...)

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> NOI, BAMBINI E BAMBINE, CHE STRAORDINARIE SCIMMIE NUDE!!! ---- Non le pronunciano ma, fin dai primi sei mesi di vita, i bambini riescono a mettere nel cassetto del proprio cervello tantissime parole.

sabato 1 novembre 2008

Ansa» 2008-11-01 13:16

BAMBINI GIA’ A UN ANNO CONOSCONO CENTINAIA PAROLE

ROMA - Non le pronunciano ma, fin dai primi sei mesi di vita, i bambini riescono a mettere nel cassetto del proprio cervello tantissime parole. Infatti, anche se i bambini cominciano a dire le prime parole a un anno, la loro ’’attivita’ linguistica’’ comincia molto prima, a sei mesi circa. Il che significa che quando iniziano a parlare conoscono gia’ centinaia di parole, come spiega uno studio pubblicato sulla rivista ’’Current Directions in Psychological Science’’.

Sono tante, dicono i ricercatori dell’universita’ della Pennsylvania, le capacita’ linguistiche dei neonati. Ad esempio possiedono un’abilita’ unica nel distinguere le differenze fonetiche, che pero’ perdono col passare del tempo. Un piccolo di sei mesi, che sta imparando l’inglese, e’ in grado infatti di distinguere tra i suoni di consonanti simili nell’Hindi che non ci sono in inglese, ma a un anno non e’ piu’ capace di farlo.

I ricercatori hanno dimostrato che durante la prima infanzia i bambini non solo conoscono i vari pezzi che compongono una parola, ma anche l’intera parola. Il che permette loro di incrementare il vocabolario e sviluppare la grammatica. Anche se non sanno il significato della parola, gia’ a otto mesi iniziano a impararne il suono e sono capaci di riconoscerla. Cosi’ come riescono a distinguere tra vocali lunghe e corte e interpretare questa differenza secondo le regole della loro lingua. Dall’eta’ di un anno dunque sanno riconoscere gli errori di pronuncia delle parole, ne imparano la forma e acquisicono informazioni su come queste forme sono usate. Tutti risultati ottenuti osservando come e quanto i piccoli si fermavano a fissare con gli occhi un oggetto chiamato.

Durante gli esperimenti sono stati infatti tracciati e seguiti i movimenti degli occhi mentre i neonati guardavano due oggetti, come un cane e una mela. Cosi’, dopo aver chiamato l’oggetto di fronte al bambino, si vedeva se il bambino lo guardava o meno. In questo modo i ricercatori potevano cambiare leggermente il suono della parola, ad esempio dog (cane) e tog, e vedere se i piccoli guardavano ugualmente verso il cane o meno o se rimanevano indifferenti al cambio. Il risultato e’ stato che i piccoli non guardavano l’oggetto quando era pronunciato in modo sbagliato, confermando cosi’ che dall’eta’ di un anno sanno riconoscere gli errori di pronuncia delle parole, ne imparano la forma e acquisicono informazioni su come queste forme sono usate.

Il linguaggio dei neonati e’ spesso al centro dell’interesse degli esperti. In un recente studio pubblicato nell’edizione on line della rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, e condotto da un gruppo internazionale coordinato dall’universita’ della British Columbia, e’ stato dimostrato che se le prime parole che imparano i bambini sono mamma e papa’, questo non accade solo perche’ i genitori sono le persone piu’ vicine. La vera ragione, secondo gli esperti, risiede nel cervello e nella sua organizzazione, che lo programma in modo da riconoscere, apprendere e memorizzare piu’ facilmente le parole che contengono sillabe che si ripetono.


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