Ancora il solito Berlusconi: «Mai detto polizia nelle scuole»
In trentamila in corteo verso il Senato *
«Mai detto polizia». Come al solito, il giorno dopo le sparate, Berlusconi si rimangia quello che ha detto. Stavolta nega di aver mai detto che manderà la polizia nelle scuole per fermare le proteste. «Non ho mai detto polizia nelle scuole, ma - aggiunge - non l’ho neppure pensato. Ancora una volta è un divorzio fra mezzi di informazione e verità». Insomma, è sempre colpa dei giornalisti che lo capiscono male. Forse lo capisce male anche un suo ministro, Ignazio La Russa, che poco prima della smentita del premier aveva detto: «Non penso che ci sarà mai un seguito a queste parole - a proposito delle frasi di Berlusconi - Ci starei male se ci fosse. Io - spiega - ho inteso le parole di Berlusconi come una condanna della violenza». Insomma, se non altro è la conferma che La Russa quelle parole le ha sentite.
Dette o non dette, comunque, le parole di Berlusconi non hanno fermato la protesta degli studenti. A Roma, un corteo di 30 mila, universitari e non, è arrivato fin sotto il Senato, dove è in corso la votazione sul decreto Gelmini. Scandiscono slogan contro il ministro e dicono in coro che la loro protesta «è spontanea, va al di là delle appartenenze politiche: tra di noi ci sono ragazzi di destra e di sinistra, tutti difendiamo i nostri diritti».
Sull’argomento è intervenuto il prefetto di Roma, Carlo Mosca: «La nostra Costituzione prevede che la libertà di riunione, garantita, venga attuata pacificamente e senza armi». Per Mosca questa garanzia costituzionale è «approntata per tutti coloro che sono sul nostro territorio e questo vale per i cittadini e ovviamente per gli studenti».
Tra le numerose iniziative di contestazione, proseguono anche le lezioni di Fisica a cielo aperto a Roma. In piazza Farnese giovedì si è parlato di relatività generale e di meccanica quantistica, mentre la lezione di venerdì si sposterà di nuovo davanti a Montecitorio. Alle 11, Giorgio Parisi, fisico di fama internazionale, terrà la lezione «La rivoluzione di Einstein: il mondo come appare» seguiranno altri docenti, si parlerà di astrofisica, della materia oscura e del futuro dei giovani ricercatori precari che vedranno presto decaduti i loro contratti di lavoro.
Stop a occupazioni solo con ritiro decreto è invece la linea dell’Uds, l’Unione degli Studenti. Le mobilitazioni nelle scuole italiane contro il decreto Gelmini per loro proseguiranno. «Al presidente del Consiglio che con metodi intimidatori ci intima di sciogliere le proteste rispondiamo che le occupazioni si fermeranno soltanto quando ritirerà il decreto 137», afferma Roberto Iovino, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti che ha dato il via alla protesta. «Questo governo - aggiunge - non può continuare a non ascoltare le nostre proposte e a considerarci solo un problema di ordine pubblico. Chiediamo che il governo ci convochi al più presto per ascoltare le nostre proposte».
Anche a destra si protesta: i militanti di Lotta Studentesca, movimento giovanile vicino a Forza Nuova, hanno occupato il liceo scientifico Malpighi di Roma per protestare contro il DL Gelmini che sta assestando il colpo ferale al sistema scolastico italiano. Gli occupanti intendono autogestire l’istituto con varie attività formative quali conferenze, presentazione di libri e cineforum, ma al centro del dibattito resta l’opposizione alla riforma proposta dal governo Berlusconi. L’occupazione - che trova il pieno appoggio e consenso di Roberto Fiore, proseguirà fino al ritiro del decreto ed alla costituzione di un tavolo di confronto fra governo e studenti.
A Perugia, in mattinata è stata confermata l’autogestione di due aule dell’ateneo, in particolare, uno degli spazi è stato occupato dagli studenti nella ’caldissimà Facoltà di scienze naturali e matematiche. Nel corso delle assemblee nelle diverse facoltà il Rettore Francesco Bistoni ha confermato la sua solidarietà agli studenti, ai precari e ai ricercatori.
A Milano, dopo un picchetto durato più di un’ora davanti alla sede della facoltà di via Conservatorio a Milano, gli studenti di Scienze politiche hanno dato inizio ai «Gruppi di libero sapere» con l’obiettivo di preparare 6/7 lezioni autogestite con i relativi professori che hanno dato la loro disponibilità. Le lezioni «che porteranno il sapere all’interno della città» sono previste per venerdì in piazza del Duomo.
* l’Unità, Pubblicato il: 23.10.08, Modificato il: 23.10.08 alle ore 18.38