BERLUSCONI: POLIZIA NELLE SCUOLE? NON L’HO MAI DETTO
dell’inviata Milena Di Mauro *
PECHINO - Mentre in Italia la protesta degli studenti monta come un fiume in piena, da Pechino Silvio Berlusconi prova ad arginare: "Mai detto né pensato che la Polizia debba entrare nelle scuole". Ma non è un dietrofront, quello del premier, che anzi ancora una volta punta il dito contro i mezzi di informazione, rei di descrivere l’inesistente. Nessuna marcia indietro, dunque, perché esiste il "dovere" del governo di tutelare il "diritto essenziale di andare a scuola da parte di chi non vuole protestare". Nel mirino del premier - che parla dalla Cina dove è arrivato per il settimo summit euro-asiatico Asem - finiscono anche studenti e rettori delle Università italiane in rivolta. "Protestano? Ma se per l’Università addirittura ancora non è stato fatto niente...", osserva incredulo.
"Se qualcuno va in piazza è perché gli piace andare in piazza - aggiunge polemico - A qualcuno piace la musica, a qualcuno piace manifestare... Noi, in realtà, per ora abbiamo solo detto che ci saranno 5.500 corsi di laurea, qualcuno addirittura con uno studente solo". Oggi il premier ammorbidisce i toni. "Volete manifestare in piazza? Siete i benvenuti, ma almeno non sparate bufale sul numero dei partecipanti, di solito moltiplicato per 25". Berlusconi poi non dice più che le occupazioni non saranno tollerate. Afferma invece di avere in mente "spiritosi" metodi di "convincimento". "Se ci sarà chi vorrà occupare a prescindere - prova a sorridere - con opportune azioni di convincimento, e ne ho in mente qualcuna molto spiritosa, bisognerà garantire agli altri che vogliono imparare la possibilità di non essere disturbati da costoro". Quali possano essere questi metodi, il premier non vuole svelarlo.
"Non lo dico, altrimenti farei i titoli". Ancora all’attacco, invece, dei mezzi di informazione con l’accusa di non essere obiettivi. "Accade di frequente, anzi molto spesso che io non riesca a riconoscermi nelle situazioni che ho vissuto da protagonista. Posso perciò parlare di un divorzio tra la realtà di quanto da me vissuto e la realtà che raccontano i giornali". Così è stato oggi, afferma, di fronte alla lettura dei quotidiani. "I titoli che ho letto venendo qui, che parlano di Polizia nelle scuole, non sono condivisibili, sono un divorzio dalla realtà - segna con la matita blu il premier - Io non ho mai detto né pensato che la polizia debba entrare nelle scuole. Ho detto invece che chi vuole è liberissimo di manifestare e protestare ma non può imporre a chi non è della sua idea di rinunciare ad un suo diritto essenziale". "Ho detto soltanto - precisa ancora Berlusconi - che lo Stato non è più legittimato ad essere Stato, se non garantisce ai cittadini i propri diritti. E io sento questo come un preciso dovere del governo. Con tutta la preoccupazione e la necessaria ’leggerezza’ che il caso richiede, non possiamo non intervenire e sottrarci così al nostro dovere".
Assolutamente "pretestuose" sono quindi le polemiche da parte della sinistra "che ha preso la scuola a pretesto per fare qualcosa che andasse contro al governo" e "protesta oggi contro il maestro unico nello stesso modo in cui fece una battaglia quando si introdusse la pluralità degli insegnanti". Quanto alle divisioni degli avversari politici, il premier glissa. "Le cose sono lì - afferma - Lasciamo a chi non ha incarichi di dare valutazioni. Noi vediamo quello che succede, quando ci toccano reagiamo, ma non possiamo addossarci il diritto o la responsabilità di tranciare giudizi o fare fotografie della situazione interna alla sinistra. In casa d’altri io non sono mai entrato". Con un pensiero alla scuola in rivolta, Berlusconi a Pechino cerca di allargare ad oriente il suo ’protagonismo’ internazionale delle ultime settimane. Della crisi finanziaria globale parlerà insieme ai capi di stato e di governo dei 43 paesi dell’Asem, il vertice Europa-Asia che si apre domani. Oggi conferma intanto il G20 di Washington del 15 novembre, e con il presidente cinese Hu Jintao ed il premier Wen Jiabao, che incontra appena arrivato in Cina, parla di un G-plus che assumerà la responsabilità di un controllo sullo sviluppo economico nel mondo. "Ma Bretton Woods - mette in chiaro - non lo scriveremo certamente a Washington, in un giorno solo".
Berlusconi contro l’Onda
"In piazza gruppi di facinorosi"
Da Pechino il presidente del Consiglio torna sulle polemiche relative alle proteste nelle scuole e nelle università: "Nei cortei ci sono facinorosi che hanno il supporto dei giornali". La rete studenti medi: "Dichiarazioni irricevibili". Continua la mobilitazione nelle università e nelle superiori
09:56 Milano, iniziate le lezioni a piazza Duomo Poco meno di cento persone si sono radunate da questa mattina in piazza Duomo a Milano per assistere a lezioni tenute in strada per protestare contro la riforma dei ministri Gelmini e Tremonti. In questo momento sotto il monumento a Vittorio Emanuele sono seduti circa 50 ragazzi della facoltà di mediazione linguistica e culturale che ascoltano una docente di lingua araba, prendendo appunti e facendo domande come se fossero in un’aula. Circa 15 minuti fa sono arrivati anche gli studenti di scienze politiche che hanno affisso sulla grande statua in piazza duomo uno striscione: "la vostra crisi non la pagheremo noi". Al momento sono attesi altri studenti, dalle facoltà di Brera, politecnico e lettere, che seguiranno un totale di circa dieci lezioni.
09:38 Milano, in Piazza Fontana prima lezione all’aperto Una ventina di studenti stanno seguendo nei giardinetti di Piazza Fontana a Milano una lezione di filologia slava. Tra passanti che vanno al lavoro, un vicino cantiere e sotto lo sguardo incuriosito di alcuni turisti, gli studenti in silenzio e con la massima attenzione stanno seguendo la loro professoressa. Alcuni cartelli portati dai ragazzi recitano: "Se la legge 133 non sarà abrogata, tutte le nostre future lezioni saranno così". Al cronista che si è avvicinato per avere maggiori dettagli l’insegnante ha replicato: "Mi scusi ma è in corso una lezione".
09:22 Roma, lezioni in piazza A Roma questa mattina i docenti di Fisica e quelli di Scienze politiche dell’università La Sapienza faranno lezione davanti alla Camera dei deputati, mentre un corteo di studenti andrà a protestare all’Adisu, l’agenzia per il diritto allo studio, accusata di aver alzato le rette delle residenze universitarie.
09:21 Rete studenti medi: "Nel pomeriggio incontriamo il ministro" La rete studenti medi fa sapere che nel pomeriggio di oggi le associazioni studentesche incontreranno il ministro Gelmini. "La Rete degli studenti medi sarà fedele ai contenuti e alle richieste degli studenti che in questi giorni si sono mobilitati: chiederemo alla Gelmini di ripartire da capo e di fermare i tagli mostruosi sul comparto dell’istruzione. Il messaggio dalle scuole e dalle università di queste ore è chiaro: i tagli devono essere fermati perché sotto intendono una privatizzazione e una dismissione del sistema pubblico che nessuno vuole".
09:17 Rete studenti medi: "Irricevibili le dichiarazioni di Berlusconi" La rete studenti medi replica a Berlusconi: "Apprendiamo questa mattina dal premier che esistono nel movimento per il cambiamento della scuola e delle università dei gruppi di facinorosi che ricevono supporto dalla stampa. Così non ci è sembrato in questi giorni di grandi mobilitazioni, dove centinaia di migliaia di studenti sono scesi in piazza e hanno occupato i luoghi pubblici pacificamente, senza atti di violenza e di vandalismo. Chiediamo al ministro Maroni e al ministro Gelmini che venga rispettato il diritto di manifestare e di esprimere le proprie idee.
09:12 Catania, assemblee degli studenti A Catania, nell’ex monastero dei Benedettini, assemblea pubblica degli studenti per discutere della riforma Gelmini. Un’altra asseblea pubblica è in programma dalle 10.00 nella facoltà di Scienze Politiche.
09:10 Napoli, stasera assemblea in Piazza Quattro Giornate A partire dalle 19 a Napoli, in Piazza Quattro Giornate, serata di riflessione contro il decreto sulla scuola organizzato dagli studenti.
09:05 Palermo, a Scienze della Formazione si discute della Gelmini A palermo, nella facoltà di Scienze della Formazione (aula magna Albergo delle Povere, Corso Calatafimi, 219), "Venti minuti dedicati all’informazione, all’approfondimento e al confronto sulle tematiche della prossima riforma Gelmini (L.133/2008)": e’ l’iniziativa di protesta, organizzata dall’Associazione studentesca psicologia scienza e cultura.
09:02 Palermo, licei Umberto I e Cannizzaro in autogestione L’assemblea d’istituto del liceo classico "Umberto I" di Palermo ha proclamato l’autogestione a partire da oggi. Nel pomeriggio gli studenti hanno fissato un incontro, fuori dalla scuola, per continuare a discutere le modalità di svolgimento della protesta. Partirà invece da domani l’autogestione decisa dagli studenti del liceo scientifico "Cannizzaro", sempre a Palermo.
08:46 Roma, sit-in studenti romani a Circo Massimo Studenti di varie scuole di Roma, tra le quali Augusto, Russell e Marco Polo, si stanno dirigendo al Circo Massimo per un pacifico e spontaneo sit-in di protesta contro il decreto Gelmini. Lo fa sapere l’Unione degli studenti di Roma.
* la Repubblica, 23.10.2008 (ripresa parziale - cliccare sul rosso, per aggiornamenti).
Ancora il solito Berlusconi: «Mai detto polizia nelle scuole»
In trentamila in corteo verso il Senato *
«Mai detto polizia». Come al solito, il giorno dopo le sparate, Berlusconi si rimangia quello che ha detto. Stavolta nega di aver mai detto che manderà la polizia nelle scuole per fermare le proteste. «Non ho mai detto polizia nelle scuole, ma - aggiunge - non l’ho neppure pensato. Ancora una volta è un divorzio fra mezzi di informazione e verità». Insomma, è sempre colpa dei giornalisti che lo capiscono male. Forse lo capisce male anche un suo ministro, Ignazio La Russa, che poco prima della smentita del premier aveva detto: «Non penso che ci sarà mai un seguito a queste parole - a proposito delle frasi di Berlusconi - Ci starei male se ci fosse. Io - spiega - ho inteso le parole di Berlusconi come una condanna della violenza». Insomma, se non altro è la conferma che La Russa quelle parole le ha sentite.
Dette o non dette, comunque, le parole di Berlusconi non hanno fermato la protesta degli studenti. A Roma, un corteo di 30 mila, universitari e non, è arrivato fin sotto il Senato, dove è in corso la votazione sul decreto Gelmini. Scandiscono slogan contro il ministro e dicono in coro che la loro protesta «è spontanea, va al di là delle appartenenze politiche: tra di noi ci sono ragazzi di destra e di sinistra, tutti difendiamo i nostri diritti».
Sull’argomento è intervenuto il prefetto di Roma, Carlo Mosca: «La nostra Costituzione prevede che la libertà di riunione, garantita, venga attuata pacificamente e senza armi». Per Mosca questa garanzia costituzionale è «approntata per tutti coloro che sono sul nostro territorio e questo vale per i cittadini e ovviamente per gli studenti».
Tra le numerose iniziative di contestazione, proseguono anche le lezioni di Fisica a cielo aperto a Roma. In piazza Farnese giovedì si è parlato di relatività generale e di meccanica quantistica, mentre la lezione di venerdì si sposterà di nuovo davanti a Montecitorio. Alle 11, Giorgio Parisi, fisico di fama internazionale, terrà la lezione «La rivoluzione di Einstein: il mondo come appare» seguiranno altri docenti, si parlerà di astrofisica, della materia oscura e del futuro dei giovani ricercatori precari che vedranno presto decaduti i loro contratti di lavoro.
Stop a occupazioni solo con ritiro decreto è invece la linea dell’Uds, l’Unione degli Studenti. Le mobilitazioni nelle scuole italiane contro il decreto Gelmini per loro proseguiranno. «Al presidente del Consiglio che con metodi intimidatori ci intima di sciogliere le proteste rispondiamo che le occupazioni si fermeranno soltanto quando ritirerà il decreto 137», afferma Roberto Iovino, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti che ha dato il via alla protesta. «Questo governo - aggiunge - non può continuare a non ascoltare le nostre proposte e a considerarci solo un problema di ordine pubblico. Chiediamo che il governo ci convochi al più presto per ascoltare le nostre proposte».
Anche a destra si protesta: i militanti di Lotta Studentesca, movimento giovanile vicino a Forza Nuova, hanno occupato il liceo scientifico Malpighi di Roma per protestare contro il DL Gelmini che sta assestando il colpo ferale al sistema scolastico italiano. Gli occupanti intendono autogestire l’istituto con varie attività formative quali conferenze, presentazione di libri e cineforum, ma al centro del dibattito resta l’opposizione alla riforma proposta dal governo Berlusconi. L’occupazione - che trova il pieno appoggio e consenso di Roberto Fiore, proseguirà fino al ritiro del decreto ed alla costituzione di un tavolo di confronto fra governo e studenti.
A Perugia, in mattinata è stata confermata l’autogestione di due aule dell’ateneo, in particolare, uno degli spazi è stato occupato dagli studenti nella ’caldissimà Facoltà di scienze naturali e matematiche. Nel corso delle assemblee nelle diverse facoltà il Rettore Francesco Bistoni ha confermato la sua solidarietà agli studenti, ai precari e ai ricercatori.
A Milano, dopo un picchetto durato più di un’ora davanti alla sede della facoltà di via Conservatorio a Milano, gli studenti di Scienze politiche hanno dato inizio ai «Gruppi di libero sapere» con l’obiettivo di preparare 6/7 lezioni autogestite con i relativi professori che hanno dato la loro disponibilità. Le lezioni «che porteranno il sapere all’interno della città» sono previste per venerdì in piazza del Duomo.
* l’Unità, Pubblicato il: 23.10.08, Modificato il: 23.10.08 alle ore 18.38
Il Viminale: dal primo al 23 ottobre 300 manifestazioni
con 150 scuole e venti facoltà universitarie occupate
L’onda della protesta in tutta Italia "La vostra crisi non la paghiamo"
A Roma la polizia blocca il corteo a poche decine di metri dal Senato
Intervento ’dissuasivo’ delle forze dell’ordine nel cosentino e a Pistoia
di GIOVANNI GAGLIARDI *
ROMA - "Noi la vostra crisi non la paghiamo". E’ questo lo slogan (insieme alla canzone "Noi siamo i giovani") che accompagna la mobilitazione di tutto il mondo dell’istruzione e della ricerca da Nord a Sud. Scuole e facoltà occupate, lezioni libere in strada, cortei: in tutta Italia è stata un’altra giornata di lotta contro gli interventi del governo e i piani del ministro Mariastella Gelmini su scuola e università. "Il dissenso - fa sapere il Viminale - ha avuto finora modo di svilupparsi in circa 300 manifestazioni tenute nell’intera penisola dal primo al 23 ottobre, con 150 scuole e 20 facoltà universitarie occupate".
Gli scenari di guerriglia che ieri Berlusconi ha evocato in conferenza stampa sono molto lontani, anche se non sono mancati momenti di tensione. Un intervento ’dissuasivo’ delle forze dell’ordine nel cosentino e a Pistoia, dove sarebbero stati identificati alcuni studenti, mentre a Cosenza, nel corso di una manifestazione, sono state danneggiate le finestre di un istituto. In alcune città cortei di studenti, non annunciati, hanno bloccato il traffico su varie strade. Questo il quadro delle principali proteste e delle occupazioni in tutta Italia.
A Roma con lo slogan "Non tagliateci il futuro", alcune centinaia di studenti hanno manifestato davanti a Palazzo Chigi, per poi spostarsi verso il Senato. Partite le occupazioni di vari istituti, tra cui il liceo classico Tasso e lo scientifico Malpighi. Alla Sapienza, gli studenti hanno deciso di occupare la facoltà di Ingegneria a San Pietro in Vincoli. Stessa forma di protesta alla facoltà di Scienze di Roma Tre. In serata poi corteo con nuovo sit-in davanti al Senato, con tanto di contestazioni e fischi ai senatori, anche a quelli del Pd. Qualche momento di tensione con le forze dell’ordine che hanno sbarrato la strada ai manifestanti.
A Torino varie scuole sono occupate, mentre 2 mila studenti del Politecnico si sono riuniti in assemblea stamattina, proclamando lo stato di agitazione. Prosegue l’occupazione anche di Palazzo Nuovo sede delle facoltà umanistiche. Diverse centinaia di studenti delle scuole superiori hanno sfilato in corteo questa mattina nel centro storico della città. Sono occupati anche diversi licei di Pinerolo, dove era da diversi anni che gli studenti non manifestavano.
A Trento è la facoltà di Sociologia a guidare l’agitazione degli universitari. Lezioni alternative nelle aule e all’aperto per tutta la giornata di lunedì 27 ottobre e un corteo cittadino per martedì: sono le decisione prese oggi in varie assemblee.
A Genova gli organizzatori del Festival della Scienza, iniziato oggi, hanno annunciato di voler dedicare una giornata alle proteste contro i piani del ministro Gelmini. Sempre nel capoluogo ligure, gli studenti hanno rispolverato la metafora funebre, sfilando in un corteo-funerale lungo le strade vicine ai poli universitari, con tanto di elogio "alla dolente università sepolta viva nelle profondità dell’ignoranza".
All’università Statale di Milano è stata bloccata per un’ora l’entrata della facoltà di Scienze Politiche. Gli studenti chiedono il blocco della didattica. Molte le assemblee studentesche che hanno coinvolto gli universitari di quasi tutti gli atenei milanesi. Programmati per domani cortei, lezioni all’aperto e sit-in sotto la Madonnina del Duomo.
A Bergamo si realizza l’unità tra sinistra e destra. Lo annuncia Forza Nuova in un comunicato dove afferma che "per una volta il Movimento studentesco e Lotta studentesca, l’associazione studentesca legata a Forza Nuova, si stringono la mano per manifestare uniti contro la riforma Gelmini".
In Veneto l’ipotesi di interventi delle forze dell’ordine è stata contestata con striscioni anche in consiglio regionale, a Verona e Padova è stato decretato il blocco della didattica, e sempre a Padova gli studenti di un istituto professionale sono andati a scuola vestiti a lutto. Veglia funebre anche a Venezia, in Campo San Geremia, dove si sono dati appuntamento decine di studenti vestiti di nero, ragazze con il capo coperto da un velo e un cerino in mano per vegliare il caro estinto prima della sepoltura. A Trieste, gli studenti medi hanno costruito una "scuola di libri", un muro eretto con i libri di testo davanti alla chiesa di San Giacomo.
A Bologna, in piazza del Nettuno, è stata allestita un’aula a cielo aperto, in occasione del collegamento con la trasmissione "Anno zero", stasera su Rai Due. A Ravenna, fanno sapere gli studenti, sono occupati sei istituti superiori. "Le occupazioni sono partite lunedì e sono molto partecipate e ordinate. Vi è inoltre un coordinamento tra tutte le scuole occupate". A Parma, in serata, un esercito di 4000 studenti ha manifestato contro la riforma Gelmini. E’ partito dalla facoltà di Lettere, in centro città, il "funerale all’università". In testa una bara, dietro quattro vedove e un unico urlo: "L’università così muore". Gli abitanti della zona hanno applaudito al passaggio del serpentone. Non ci sono sigle politiche o bandiere dei partiti: studenti e professori non le hanno volute.
Fermento anche nelle scuole e nelle università della Toscana. A Firenze, i ragazzi dell’Istituto d’arte di Porta Romana hanno inscenato un "attraversamento pedonale" lungo le strade del centro, mentre su alcuni dei ponti sull’Arno sono apparsi striscioni come "L’università non è in vendita". Da lunedì mattina alle 8.30 fino a martedì mattina lezioni no stop a matematica, dipartimento Ulisse Dini, una delle facoltà occupate in questi giorni. La protesta del mondo universitario contro la 133 arriva in Europa: anche "l’Istituto universitario europeo di Fiesole, centro di eccellenza della Commissione europea, è in agitazione", si legge in una nota.
A Pisa, dove anche gli studenti della Normale hanno manifestato solidarietà alle proteste, studenti medi e universitari e docenti si sono uniti in un corteo formato, secondo gli organizzatori, da 10 mila persone. "Troppo facile governare un popolo di ignoranti", questo lo striscione con cui stamani mattina gli studenti di Empoli hanno aperto il corteo che ha caratterizzato la manifestazione di protesta contro la riforma Gelmini e la legge 133. Oltre 3.000 le persone presenti.
In Abruzzo, docenti e studenti dell’università dell’Aquila hanno inscenato un sit-in di protesta davanti alla prefettura. Oltre cinquemila persone sono state accolte da un fitto schieramento di forze dell’ordine. Poco dopo le 18, una delegazione dell’Unione degli universitari - tutti rappresentanti delle facoltà cittadine - è stata ricevuta dal capo di gabinetto del prefetto. I manifestanti sono ancora in piazza perché chiedono di essere ricevuti dal prefetto.
A Macerata centinaia di persone si sono radunate fuori dall’aula 5 di Giurisprudenza per l’assemblea generale dell’ateneo maceratese contro la legge 133 e il dl Gelmini. I partecipanti hanno dato vita a un corteo improvvisato sfociato nell’occupazione dell’Atrio della Facoltà di Scienze della Comunicazione.
In Basilicata, a Matera, sono scesi in piazza un migliaio di studenti delle medie superiori, mentre a Potenza gli studenti universitari, assieme ad alcuni docenti e ricercatori, si sono riuniti in assemblea nell’Aula Magna per stabilire le prossime azioni di protesta.
Lezioni bloccate, traffico fermo, centinaia di studenti universitari in corteo per le strade di Napoli: è il bilancio nel pomeriggio di mobilitazione degli atenei contro la riforma Gelmini nella città partenopea, dove sono 60 gli istituti superiori occupati, o autogestiti o con assemblee permanenti. In Campania sono 120. Domani gli studenti dei licei scientifico e classico europeo del Convitto Vittorio Emanuele II di Napoli protesteranno in Piazza Dante.
A Lecce, Scienze Politiche è in assemblea permanente. In mattinata circa 700 studenti universitari hanno anche attraversato in corteo alcuni viali della città mentre, contemporaneamente, si svolgevano in altre zone manifestazioni di studenti di alcuni istituti superiori. Domani è previsto che l’assemblea a Scienze politiche prosegua anche con i docenti. A Bari, nella facoltà di Fisica gli studenti hanno tenuto in mattinata una assemblea. Nessuna occupazione nelle scuole del Molise, ma solo assemblee interne agli istituti.
A Palermo, con il sostegno del preside della facoltà di Ingegneria, un migliaio di studenti ha assistito a una lezione all’aperto, in piazza Politeama. Alcune centinaia di studenti degli istituti superiori secondari hanno attuato stamane, a Catanzaro Lido, una manifestazione di protesta.
L’onda lunga della protesta studentesca contro la riforma Gelmini giungerà in Valle d’Aosta a partire dalla prossima settimana, quando sono previste, tra lunedì e mercoledì, assemblee in tutti gli istituti superiori. La mobilitazione culminerà con la manifestazione di giovedì 30 ottobre, che si terrà nel centro di Aosta, così come in molte città italiane.