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EVANGELO = BUONA NOVELLA. "DIO NON E’ CATTOLICO" (Carlo Maria Martini). DIO E’ AMORE (Charitas), NON MAMMONA (Benedetto XVI, "Deus CARITAS est", 2006) - E "BUONA *CARESTIA*"!!!!!!

IL NOME DI DIO, SENZA GRAZIA ("CHARIS")! L’ERRORE FILOLOGICO E TEOLOGICO DI PAPA BENEDETTO XVI, NEL TITOLO DELLA SUA PRIMA ENCICLICA. Nel nome della "Tradizione" - di Federico La Sala

Quis ut Deus ? - "Chi è come Dio?". "Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito (...) Dio è amore": "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST" (1 Gv.: 4. 1-16).
domenica 12 febbraio 2012 di Maria Paola Falchinelli
SINODO DEI VESCOVI 2008: L’ANNO DELLA PAROLA DI DIO - AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 2006) è per Mammona.
Caro BENEDETTO XVI ...
Corra, corra ai ripari (... invece di pensare ai soldi)! Faccia come insegna CONFUCIO: provveda a RETTIFICARE I NOMI. L’Eu-angélo dell’AMORE (“charitas”) è diventato il Van-gélo del ’caro (prezzo)’ e della preziosi-tà (“caritas”), e la Parola (...)

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> IL NOME DI DIO. ---- Dio, nome che salva e benedice (Tryggve N.D. Mettinger, In cerca di Dio - rec. di Luca Miele).

sabato 2 gennaio 2010

saggistica

Dio, nome che salva e benedice

DI LUCA MIELE (Avvenire, 02.01.2010)

Mentre traducono la Bib­bia dall’ebraico al tede­sco, Franz Rosenzweig e Martin Buber - due tra i più origi­nali pensatori del Novecento - si imbattono in quella che è consi­derata la sfida linguistica per ec­cellenza: la rivelazione del Nome così come appare in Esodo 3,14 (« Èyèh ashèr Èyèh »). L’obiettivo che ispira il loro lavoro è disanco­rare il testo biblico dalla «confi­sca » di precedenti traduzioni (da Calvino a Mendelssohn) e, al tempo stesso, liberarne una di­mensione fondamentale: l’oralità.

Il cruccio di Rosenzweig e Buber: come rendere il doppio futuro del verbo essere dell’originale ebrai­co? I due traduttori sono accomu­nati dalla stessa sensibilità: l’au­torivelazione di Dio si accorda non alla concezione di un Essere immutabile o confinano nella staticità, ma a un Essere che entra nella storia e vi agisce. Ai diversi nomi con cui è desi­gnato Dio nell’Antico Testamento è dedicato lo studio del teologo Tryggve N.D. Mettin­ger.

Secon­do l’indagi­ne dell’auto­re, il concetto di Dio nella Bibbia ha due fuochi di un’unica ellisse: il «Dio che salva», che interviene nella storia verticalmente, e il «Dio che benedice», che stende o­rizzontalmente la sua «benedizio­ne instancabile» sull’uomo, il Dio «che in ogni momento unisce la creazione alla sua sorgente». Il primo si incontra principalmente nei libri storici, Esodo e Deutero­nomio, il secondo nella letteratu­ra sapienziale e nei Salmi.

Ebbene cosa ci svela di Èyèh ashèr Èyèh, «Io Sono colui che Sono», l’inda­gine di Mettinger? «Il testo biblico indica che il verbo essere è la chiave del Nome divino». Ma se questa è la decifrazione, quale senso dare alla teofania divina?

Spiega Mettinger: «Il nome divino biblico esprime la convinzione della presenza attiva e disponibile di Dio, non come espressione che riguarda il passato, piuttosto co­me un’affermazione di fiducia ri­guardo al presente e al futuro». La rivelazione di Esodo non esauri­sce però il campo delle designa­zione divine.

Tra i nomi di Dio e­saminati da Mettinger ci soffer­miamo su due: sul Dio dei padri, il «Dio di Abramo, Isacco e di Gia­cobbe » e sul «Dio vivente». Chi è il Dio dei padri? Come mostra l’autore, è il Dio legato all’uomo da una «relazione personale sor­prendente », il Dio che si fa garan­te della promessa ed è sorgente i­nesauribile della benedizione.

Il «Dio vivente» stacca radicalmen­te Israele da tutte le culture limi­trofe: agisce nella storia, abita il tempo e dischiude il tempo della salvezza, spezzando il ciclo co­smico di morte e rinascita.

-  Tryggve N.D. Mettinger
-  IN CERCA DI DIO
-  Il significato e il messaggio dei nomi eterni
-  Edb. Pagine 292. Euro 28,50


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