Anche i vescovi contro Berlusconi: «Non si governa a colpi di decreti legge»
Anche la Cei interviene sulla scuola e contro il governo di destra di Berlusconi. «È una scelta difficile procedere su questi problemi a colpi di decreti legge, ma dall’altra parte mi sembra inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le piazze», dice Diego Coletti, presidente della commissione Cei per la scuola, intervistato dalla Radio vaticana sul decreto Gelmini e i tagli scolastici. «Il problema dei risparmi è certamente sul tavolo ed è ineccepibile, - afferma Coletti - però bisogna anche dire che le riforme che si sono susseguite negli anni passati non hanno avuto la possibilità di una verifica e alcune questioni come il maestro prevalente o il controllo disciplina e del profitto sono state abbandonate a qualche intuizione. Bene ha fatto il ministro - rimarca il monsignore - a mettere i puntini sulle i su queste questioni, la risposta poteva essere anche un po’ più ragionata e pacata da parte di chi non fosse d’accordo».
A proposito della parità scolastica, infine, Coletti osserva che «non è possibile continuare a ragionare in termini di contrapposizione tra scuola pubblica statale e scuola pubblica non statale; la scuola pubblica non statale ha tutto il diritto di essere riconosciuta paritariamente come una istituzione di servizio pubblico rivolta a tutti».
Il responsabile della Cei per la scuola e l’educazione si era già detto, pochi giorni fa, «completamente d’accordo» con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e con il presidente della Cei Angelo Bagnasco: «Ci vuole un sussulto di dialogo e di ragionevolezza, lo scontro frontale non aiuta ad affrontare i problemi complessi». Il confronto, aveva precisato Coletti, può essere anche «vivace e dialettico». «Le cose non maturano solo con i sorrisi sulle labbra, ci si può anche guardare in cagnesco. L’importante è ascoltare le ragioni dell’altro senza pregiudizi».
* l’Unità, Pubblicato il: 27.10.08, Modificato il: 27.10.08 alle ore 18.48