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PIANETA TERRA. E - "Lezioni americane" (Italo Calvino) ....

"CHANGE WE NEED". BARACK OBAMA, SULLE ALI DELLO SPIRITO DI FILADELFIA E DI GIOACCHINO DA FIORE, HA GIA’ PORTATO GLI U.S.A. FUORI DAL PANTANO. Una nota di Mario Calabresi - a cura di Federico La Sala

Questa notte... il verdetto che gli dirà se l’America è pronta per il più grande cambiamento della sua storia. E allora, finalmente, potrà volare nel Pacifico per l’ultimo addio alla donna che lo ha cresciuto.
martedì 4 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] L’uomo che potrebbe diventare il primo presidente nero d’America ha investito tutto il suo ultimo giorno di campagna elettorale nel sud degli Stati Uniti, in tre zone simbolo dello schiavismo e della lotta per i diritti civili. Ma non lo ha fatto per provocazione o per testimonianza, ma perché è convinto di poter vincere anche qui di poter rivoluzionare la mappa della politica americana. E alle dieci e mezza di sera è arrivato a Manassas in Virginia, dove i sudisti comandati dal (...)

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> "CHANGE WE NEED". --- Barack Obama e’ divenuto questa notte il 44.o presidente degli Stati Uniti, e’ il primo nero a conquistare la Casa Bianca: un risultato storico.

mercoledì 5 novembre 2008

Ansa» 2008-11-05 09:20

OBAMA: NULLA E’ IMPOSSIBILE IN AMERICA, ’YES WE CAN’

Il presidente eletto Barack Obama ha vinto le elezioni presidenziali con la maggioranza assoluta dei suffragi, circa il 52%, secondo i dati provvisori. Non succedeva dal 1976 per un candidato democratico alla casa Bianca, da quando cioé Jimmy Carter aveva ottenuto il 50,1% dei suffragi. Bill Clinton non è mai riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta. Nel 1996, anno della sua rielezione trionfale, aveva vinto con il 49,24% dei voti; nel 1992, aveva conquistato la Casa Bianca con il 43% (ma è anche vero che i candidati erano ben tre). E’ record anche il tasso di partecipazione di quest’anno, pari circa al 66%, cioé a livelli analoghi di quelli del 1908, secondo il sito Real Clear Politics. Quando John Kennedy venne eletto nel 1960 la partecipazione superò appena il 63%. Nel 2004, anno della rielezione del presidente uscente George W. Bush, del 55,3%.

In America "nulla è impossibile" e chi ancora non è convinto, non ha che da guardare al nuovo presidente eletto degli Stati Uniti. Barack Obama ha debuttato così a Chicago, con un discorso della vittoria impregnato di ’sogno americano’ e riferimenti alle divisioni che hanno segnato la storia degli Usa, e annunciando che il cambiamento "é arrivato". ’Yes we can’, lo slogan che per quasi due anni ha accompagnato la sua campagna elettorale, è diventato anche l’inno con cui Obama ha celebrato quella che definito, rivolto alle decine di migliaia di sostenitori, "la vostra vittoria". "Siamo e saremo gli Stati Uniti d’America - ha detto Obama, citando Abramo Lincoln per respingere l’idea di un Paese diviso - e abbiamo dimostrato al mondo intero che non siamo semplicemente una collezione di individui di tutti i tipi".

Una folla multirazziale ed entusiasta ha accolto Obama, sventolando bandiere a stelle e strisce, in un grande parco di Chicago, assediato all’esterno da un’altra folla che non è potuta entrare nello spazio da 70.000 posti preparato per l’evento. Accolto sulle note di ’Sweet Home Chicago’, Obama ha debuttato ringraziando la città che lo ha adottato dagli anni Ottanta e si è poi lanciato in un primo discorso da presidente eletto che ha ricalcato i temi della sua campagna elettorale: la necessità di portare "il cambiamento" in America, la promessa di rispondere alla speranza di chi si sente abbandonato o ai margini della società, l’avvertimento "ai nostri nemici nel mondo" che l’America è forte, unita e pronta a rispondere a qualsiasi minaccia. L’onore delle armi è andato a John McCain e Sarah Palin, che Obama ha ringraziato e a cui ha chiesto, in una conversazione telefonica con il senatore dell’Arizona, di aiutarlo a guidare il Paese. Il vice Joe Biden, la moglie Michelle e le due famiglie hanno raggiunto alla fine Obama sul palco e il presidente eletto ha chiuso ricordando alle figlie Sasha e Malia che si sono "meritate il cucciolo" che aveva promesso loro all’inizio di un’estenuante campagna che ha coinvolto tutta la famiglia per quasi due anni.


BARACK OBAMA 44° PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI di Giampiero Gramaglia

ROMA - Barack Obama e’ divenuto questa notte il 44.o presidente degli Stati Uniti, e’ il primo nero a conquistare la Casa Bianca: un risultato storico. L’affluenza record ha allungato le code ai seggi nell’Unione e ha reso piu’ lento lo spoglio dei suffragi, ritardando l’annuncio della vittoria del candidato democratico.

La certezza, non matematica, ma politica, e’ stata acquisita quando il candidato democratico s’e’ aggiudicato l’Ohio, uno Stato chiave, lo Stato che tutti i candidati repubblicani divenuti presidenti hanno vinto.

L’America e’ andata al voto nel pieno d’una crisi finanziaria che le toglie fiducia e che deve ancora fare sentire l’impatto sull’economia reale, mentre le difficolta’ militari e politiche in Iraq e in Afghanistan incrinano le certezze e le sicurezze della Super-Potenza unica. In un momento difficile, con un esercizio di democrazia che la conferma fucina di coraggio per l’Occidente, l’America ha scelto e ha scelto il cambiamento: un presidente giovane, nero e relativamente inesperto, ma che e’ un simbolo di speranza e che impersona il sogno americano. All’Est e al Sud, Obama s’e’ imposto in alcuni Stati Chiave di questa competizione: ha fatto suo il New England, ed era scontato, i Grandi Laghi, ma soprattutto ha confermato il potere democratico in Pennsylvania e ha strappato ai repubblicani l’Ohio e lo Iowa, oltre ad altri Stati contesi.

I risultati dell’Ohio e dello Iowa sono stati il segnale della disfatta per il candidato repubblicano John McCain, arrivato all’Election Day in forte ritardo in tutti i sondaggi. E che neppure i suoi sostenitori ci credessero lo diceva la differenza di immagini tra l’attesa della festa per Obama a Chicago, dove c’erano decine di migliaia di persone entusiaste, e l’attesa a Phoenix, dove i sostenitori di McCain erano pochi e disorientati.

Per McCain, non e’ stato un tracollo. Per Obama, non e’ stata una vera e propria valanga, specie in termini di voto popolare - ma il computo esatto dei suffragi non e’ ancora definitivo -. Ma dalle urne esce un’America nuova, che Barack Obama dovra’ guidare dal 20 gennaio, quando s’insediera’, fuori dalla crisi, ridandole fiducia in se stessa e restituendole la simpatia del Mondo.


VOTO CALIFORNIA DA’ CERTEZZA VITTORIA A OBAMA

NEW YORK - Il candidato democratico alla Casa Bianca, Barack Obama, ha vinto le elezioni presidenziali in California (55 voti), diventando matematicamente presidente degli Usa con 275 voti elettorali.


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