Caro F.M.,
involontariamente, lei evoca la radio. Auspicherei una migliore sintonia, da parte sua, rispetto al pezzo di Roberto Galullo; che ringrazio vivamente per le belle parole nei miei confronti, pur ritenendo di fare soltanto il mio dovere di cittadino, con "la Voce di Fiore". Il guaio italiano, signor F.M., è che ci scandalizziamo quando i giornalisti cantano e stiamo zitti, invece, quando le istituzioni mancano, rimestano, sbagliano o delinquono. Silenzio, exempli causa, sul "confinamento" del testimone di giustizia Pino Masciari, sulla presenza di Carlo Vizzini in commissione parlamentare Antimafia, sugli arresti dei sindaci di Gioia Tauro e Rosarno, sulla condanna dell’ex assessore regionale calabrese Dionisio Gallo, sulla riabilitazione di Enzo Sculco nel Consiglio regionale della Calabria, sulla poltrona di Giulio Andreotti in Senato. Silenzio sulla compatibilità del deputato Giancarlo Pittelli, membro della commissione parlamentare Giustizia e avvocato difensore di alcuni calibri di "Cosa nuova". Silenzio sulle "bravate" del presidente del Consiglio dei ministri, di là dalla pessima battuta, recentissima, nei confronti di Barack Obama. Quando, poi, un giornalista attento, preciso e rigoroso come Galullo scrive, largamente argomentando, le categorie dello Stato s’arroccano, sentendosi coinvolte nella loro interezza. E, come lei, indipendentemente da ruoli e funzioni, accusano di falso. Non sarebbe forse più utile, alla democrazia e per il futuro dei giovani, prendere atto di anomalie e assurdità dentro ai palazzi, comprese le strutture penitenziarie? Non sarebbe forse più giusto sostenere chi informa e denuncia, piuttosto che respingere in toto e predicare il dogma, inverosimile, della sanità e santità del sistema?
Cordiali saluti.
Emiliano Morrone