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Galullo, libera nos

Sosteniamo Gratteri (Dda), Cisterna (Dna) e Lumia: i mafiosi nelle isole e inchieste mirate sui fuoriclasse della mafia

domenica 9 novembre 2008 di Emiliano Morrone
Dal blog di Roberto Galullo
Eccole qui - cari amici di blog - due proposte stagionate (gallina vecchia fa buon brodo) per capire veramente chi è dalla parte della legalità e chi no.
Visto che non c’è nulla di più inedito del già scritto (è un vecchio adagio giornalistico) vi sottopongo un test facile facile: basta barrare virtualmente la casella “sì” e non prendere neppure per un istante in considerazione la casella “no”.
Il test lo giriamo paro paro ai nostri (...)

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> Sosteniamo Gratteri (Dda), Cisterna (Dna) e Lumia: i mafiosi nelle isole e inchieste mirate sui fuoriclasse della mafia

mercoledì 12 novembre 2008
Egregio dr. GALULLO, ho letto con molto interesse il suo articolo e, poichè per ragioni culturali e professionali amo pormi delle domande, mi sono chiesto come mai nell’esprimere le sue osservazioni sul regime di cui all’arti 41 bis O.P. e sulle opinioni di due insigni magistrati, abbia voluto aprire una parentesi sul Corpo di Polizia Penitenziaria con dei toni tali da rasentarne il vilipendio. Non credo che una persona equilibrata, quale ritengo Lei sia, e che esercita una professione così notevole abbia voluto, nonostante l’avesse messo in conto, inimicarsi gli appartenenti alla quarta Forza di Polizia dello Stato (cosa che non è avvenuta nè può avvenire perchè, mi creda, chi appartiene alle FF.OO. è aduso alle critiche che - per fortuna- sono l’espressione di un Paese libero) nè che in coscienza pensi davvero che tutte le cose che ha scritto sul Corpo, di cui mi onoro di comandare un reparto importante, corrispondano alla realtà. "Mi sono persuaso", come Camilleri farebbe dire al commissario Montalbano, che la sua intenzione sia stata quella di voler riportare l’attenzione su un problema serio legato da un lato all’esecuzione penale, intesa però nel suo complesso, dall’altro alla professionalità degli operatori penitenziari della sicurezza. Se cosi è, La ringrazio, perchè le sue osservazioni possono contribuire a tenere vivo il dibattito sugli argomenti precitati e a far si che i lettori di questo forum si facciano una idea un pò meno deficitaria sul Corpo di Polizia Penitenziaria che, solo per alcuni aspetti peraltro comuni a tutti le FF.OO. italiane e alle pubbliche amminsitrazioni in genere, vuole far sembrare di conoscere. Mi piacerebbe discutere con Lei personalmente di questi argomenti ed invitarLa a conoscere la realtà operativa di un reparto di Polizia Penitenziaria, non già per indurLa, magari per la prossima volta, a cambiare i toni usati nei confronti del mio Corpo, ma per avere ulteriori elementi di valutazione e confronto. Per questo, qualora dovesse trovarsi a Firenze -sede in cui opero- e lo volesse, potrebbe contattarmi. Nel frattempo mi permetta di esprimere alcune considerazioni. Tutto l’ordinamento penitenziario, il regolamento di esecuzione penitenziaria e di conseguenza l’organizzazione del Corpo e le normative che lo disciplinano non possono non tenere conto del fine istituzionale dell’Amministrazione Penitenziaria contenuto nell’art. 27 della cost. ossia che le pene devono "tendere" alla rieducazione del reo. E tale principio vale anche, a prescidere da quanto vi si possa credere anche, per gli appartenti alle organizzazioni mafiose qualora dimostrino di voler accettare le offerte trattamentali (poche ma presenti anche per loro) che lo Stato gli presenta. Per questi motivi al Poliziotto Penitenziario oltre alle funzioni classiche di polizia di sicurezza e di polizia giudiziaria che le sono proprie e che, si badi bene, sono immanenti e si estrinsecano anche nella "città carcere" oltre che nel corso delle traduzioni e dei piantonamenti dei detenuti, è richiesta un capacità di osservazione e di intervento diversa e più qualificata, questo è vero rispetto alle FF.OO. Le assicuro che la qualità professionale della “quasi” totalità degli appartenti al Corpo è alta, ed altrettanto alta è l’attenzione che rivolgiamo alla formazione e al controllo degli uomini finalizzata ad eliminare quel “quasi” che putroppo è facile venga alla ribalta dei media e che scredita l’immagine e l’essenza stessa di una amministrazione dello Stato. Auspico che la politica, da Lei giustamente sollicitata si esprima al più presto sui temi veri sollevati nel suo articolo (esecuzione penale, lotta alla criminalità organizzata) su cui non intendo esprimermi in questa sede e che, qualunque scelta venga fatta, si diano alle FF.OO. le risorse (economiche, umane e normative) affichè possano operare al meglio. Saluti e buon lavoro. Comm. Francesco dr. Salemi

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