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CINEMA E FILOSOFIA. 26° TORINO FILM FESTIVAL

COME SI DIVENTA NAZISTI: "DIE WELLE", "L’ONDA". L’esperimento del professor Ron Jones nel liceo Cubberley di Palo Alto - il film di Dennis Gansel. Una nota di Curzio Maltese - a cura di Federico La Sala

mercoledì 26 novembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Ron Jones, la cui vita è stata sconvolta per sempre dal gioco dell’Onda, ha scritto: «L’esperimento ha funzionato perché molti di quei ragazzi erano smarriti, non avevano una famiglia, non avevano una comunità, non avevano un senso di appartenenza. E a un certo punto è arrivato qualcuno a dirgli: io posso darvi tutto questo» [...]
FASCISMO E LEGGI PER LA DIFESA DELLA RAZZA (1938).
PIANETA TERRA. DEMOCRAZIA E TOTALITARISMI....
L’interdipendenza delle civiltà e la grammatica di una (...)

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> COME SI DIVENTA NAZISTI: "DIE WELLE", "L’ONDA". ----- Quel padre che giocava a fare Dio nella cantina degli orrori di Amstetten (di Elfriede Jelinek).

giovedì 19 marzo 2009

La storia

Quel padre-dio che ha chiuso l’Austria in cantina

Il premio Nobel Jelinek: un paese abituato a tenere tutto nascosto

di ELFRIEDE JELINEK (la Repubblica, 19.03.2009).

L’Austria è un mondo piccolo, nel quale quello grande fa le sue prove. Nella cantina di Amstetten (molto più piccola ancora) ha luogo la rappresentazione - tutti i giorni, tutte le notti. Nessuna rappresentazione viene mai cancellata per nessun motivo. Anche le nascite sono parte dello svolgimento della giornata e della rappresentazione. Infatti, ci possono solo essere rappresentazioni. Nessuna cortina di ferro, neanche sbarre di ferro; le sbarre non sono necessarie, abbiamo creato la porta di cemento colato tra piastre di lamiera.

Le sbarre possono offrire una qualche visuale che - seppur parziale - sarebbe comunque meglio di non avere luce per niente. Ecco perché proprio qui non vale il detto: nessuna luce fra mille sbarre. Qui vale la parola del padre, che è pure già nonno, ma non è una cosa speciale: ci sono padri e nonni anche in una sola persona, c’è perfino la Santissima Trinità con le sue tre persone. Qui abbiamo un Dio-Padre, che riunisce in sé tutte le persone e che dice tutto quello che c’è da dire.

Lo zelante padre si è anche dato molto da fare per abbellire le segrete. Forse ha perfino chiesto il parere della figlia abusata, la madre dei suoi secondi sette figli, sul colore delle piastrelle e su altri oggetti di arredamento, forse anche lei poteva dire la sua, ma non credo.

Probabilmente ciò avrebbe comportato la rinuncia ad un millimetro di potere da parte di questo Dio-Padre, Dio-Nonno, Padre-Elettricista, e magari questo millimetro di potere sarebbe venuto a mancare a quella gioiosa virilità, quando ne avrebbe avuto bisogno. Ma la nostra virilità l’abbiamo sempre a portata di mano, ecco perché dobbiamo avere sempre a portata di mano anche la femminilità - la legge è uguale per tutti, e se ad esempio in Tailandia vogliamo fare bella figura davanti alla macchina fotografica, la virilità serve (e molto), e questa virilità, nei momenti in cui non ce ne vogliamo servire, rimane ben custodita nel piccolo sacchetto variopinto che si trova sotto la grossa pancia, custodita per il viatico in questo sacchetto per ostie, il cui contenuto può trasformarsi: da parola a carne per poi tornare parola. E poi si procede alla distribuzione.

In questo sacchetto ci sta tutto quello che ha rappresentato l’inferno per gli altri, che invece dicono dovrebbe essere il paradiso, un contenitore variopinto di impudicizia; siamo sicuri che Dio, il signor Nonno e Padre, se l’è tolto volentieri. In questi casi non conosceva pudore. Nel giardinetto di vita decorato con adesivi e disegni dei bambini (le rappresentazioni, come già detto, si svolgono al posto delle prove, perché non abbiamo più bisogno di provare, conosciamo già tutte le scene) Lui rappresenta se stesso, può rappresentarsi come vuole, può disturbare la rappresentazione quando vuole, perché è la sua rappresentazione. La rappresentazione di questo Dio-Padre-Nonno, il quale aveva creato un suo idillio seguendo - senza arte né parte - il modello del corpo femminile, con molte nicchie e corridoi. Non si può vedere il tutto da ogni parte. Non è difficile usare qualcosa come fosse un corpo di donna, quando non ce n’è uno vero a disposizione: ci sono bambole gonfiabili, mele svuotate, animali - ma è già più difficile costruire delle stanze secondo il modello della donna e di decorarle con dei bei motivi, un tempio, costruito soltanto per la brama del Padre, un tempio sempre pronto, continuamente pronto per ricevere la presenza, che può anche essere un corpo di donna, basta che stia tranquillo. Là sotto la donna è (ed i bambini sono) l’unica presenza che conta. Forse avrebbe perso il diritto alla vita, se non ci fosse più servita per servircene. Chi non sta tranquillo, chi grida, viene liberato ed ha accesso alla casa di sopra. Non vogliamo problemi, si dice in Austria, quando non si vuole una sommossa.

Nel 1848 c’è stata una sommossa, ma non è durata a lungo, e nell’anno memoriale che finisce con l’8 non se ne parla, almeno non finora. Qui le sommosse non hanno mai avuto grande seguito e di solito rimangono senza conseguenza. I nazisti, nel 1938, quelli sì che hanno avuto maggior seguito. In questo paese non piacciono né i problemi né le sommosse, a meno che non si tratti di persone inermi, allora torniamo ad essere forti.

Qui in Austria tutto è una prova per qualcosa di futuro, di là da venire, e sembra che anche per la piccola famiglia delle segrete la libertà fosse già stata pianificata e progettata. Al più tardi in estate la figlia doveva essere ripresa da quella setta inventata e riportata a casa amorevolmente per essere posta nel talamo nuziale. Al più tardi in estate doveva essere trasferita. Col tempo sarebbe anche diventato troppo faticoso per il pater familias infilarsi ogni volta là sotto - l’età c’è, e cosa succede se mi ammalo? I figli. Sono faticosi. Al più tardi a 18 anni se ne vanno comunque dal villaggio, dove arrivano soltanto se non hanno nessuno e nessuno li vuole avere. La 19enne figlia/nipote si è data fuoco là sotto in quella cantina, si è sacrificata per la famiglia. Forse morirà, questa Giovanna d’Arco: Non è stata bruciata da neonata, quanto meno non ancora, e questo è un bene, così la si poteva bruciare più tardi come una nave, con la quale non si vuole mai più tornare indietro; non è stata bruciata perché forse ci servirà più tardi per salvare la famiglia. Ed in effetti ci è servita. Ne avevamo tanto bisogno!

Quando avremo bisogno di questa figlia, non importa per che cosa, lei sarà lì. Meno male che l’abbiamo fatta a suo tempo! Senza il sacrificio dell’anello più debole, dell’unica figlia/nipote là sotto, non ci sarebbe stata salvezza. Adesso che tutti coloro, che ancora potevano essere salvati, sono salvi, i politici temono che la reputazione dell’Austria possa subire un danno - sarebbe terribile. Già non si sentono più le grida, che provenivano dalla cantina, perché ovviamente era impossibile sentirle, non c’erano fenditure o crepe grandi abbastanza da far passare le urla, anche se avessero cercato di trovare un passaggio. C’erano solo delle fessure per l’aerazione. Il padre è un esperto in fessure, anche quelle dei corpi umani, soprattutto femminili, dato che è lui che le ha fatte. E’ lui che ha fatto tutto, perché sapeva fare tutto. Dio sia lodato. Niente urli, per carità! Non trapela nessun urlo, neanche quello di una partoriente. Forse, dopo tanti figli, ci si abitua un po’ a partorire. Se ne è rotto soltanto uno, ed infatti è stato smaltito nella caldaia.

Ci sono molte cose per le quali l’Austria è famosa, conosciuta, ben voluta, forse anche: desiderata. Una di queste cose è la parlantina delle donne allegre ed intelligenti, anche se non la possiamo sentire, ma è un’altra cosa che prendiamo e ci portiamo via, insieme alle cose che dice il signore e che sono importanti, che dicono i signori per telefono al gestore di bordelli, che dicono alla squillo di lusso, le cui memorie una volta sono apparse brevemente in una rivista per poi scomparire di nuovo. Nessuno deve crescere troppo, tutto deve rimanere tra noi, non vogliamo far trapelare nulla, altrimenti all’estero sparlano di noi. Volentieri diffondiamo la parola del padre attraverso i canali della patria, ed è lì che la riporteremo, quando ne avremo goduto abbastanza. Voi all’estero: ascoltate la nostra parola, ascoltate il Ballo dell’Opera ed il Concerto di Capodanno, ascoltate tutto!, ma non le nostre urla! Vi preghiamo di non farci assolutamente caso, tanto neanche noi ci facciamo caso, e noi dovremmo essere i primi a saperlo. Ma le urla non giungono nemmeno fino alla casa del vicino o dalla cantina fino al soggiorno della propria casa.

-   L’autrice è Premio Nobel per la letteratura 2004.
-  Im Verlassenen@Elfriede Jelinek
-  Traduzione di Fransiska Dorr-Syllabos TC, Roma


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