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LO SPIRITO DELL’EUROPA E IL CATTOLICESIMO IMPERIALE DEL DIO-VALORE (Benedetto XVI, "Deus caritas est", 2006).

SPAGNA. ZAPATERO VINCE SU VESCOVI E RATZINGER DI CINQUECENTO DIECI E CINQUE LUNGHEZZE!!! PER LUNGIMIRANZA ANTROPOLOGICA E TEOLOGICA. Una nota di Sandrine Morel ("Le Monde") - a cura di Federico La Sala

QUANTA PAURA DEL LOGOS NELLA GERARCHIA DEL CATTOLICESIMO COSTANTINIANO E RATZINGERIANO! Nati da uomo e da donna, non sanno ben pensare nemmeno l’incarnazione di se stessi ...
martedì 15 gennaio 2013 di Maria Paola Falchinelli
[...] Sette anni e 23 000 matrimonio omosessuali dopo, che cosa resta del dibattito sulle unioni tra persone dello stesso sesso che aveva scosso la Spagna, al tempo del voto sulla legge, nel 2005? “Nulla”, dichiara decisamente la presidentessa della Federazione lesbiche, gay, transessuali e bisessuali (FELGTB), Boti Garcia, che parla oggi di “normalizzazione assoluta” [...]
QUANTA PAURA DEL LOGOS TRA LE FILA DEI SAPIENTI DEL CATTOLICESIMO RATZINGERIANO! Nati da (...)

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> SPAGNA. ZAPATERO VINCE SU VESCOVI E RATZINGER DI CINQUECENTO DIECI E CINQUE LUNGHEZZE!!! ---- Canizares, soprannominato "il piccolo Ratzinger", parla di cristofobia in Spagna.

martedì 25 novembre 2008

Canizares: cristofobia in Spagna

E anche l’Osservatore Romano critica la sentenza di Valladolid. *

"E’’ in atto una cristofobia", che si configura come una "malattia sociale". Questo il commento dell’’arcivescovo di Toledo, Antonio Canizares, sulla decisione di un giudice di Valladolid di far rimuovere i crocifissi dalle aule di una scuola pubblica della cittadina spagnola. Tra le "malattie della società" il porporato indica anche "l’’aborto, l’’eutanasia, la sperimentazione sugli embrioni, e l’’utilizzo degli stessi per interessi economici".

Per il porporato, "si vuole imporre una nuova cultura, un progetto di umanità che comporta una visione antropologico-radicale che cambia la visione che costituisce la nostra identità" così come è stata ricevuta "dai nostri predecessori". Tra i mali di oggi anche "la dimenticanza di Dio che è dimenticanza e negazione dell’’uomo, benchè non lo si voglia riconoscere. Tutto questo conduce e sta facendoci soffrire una vera situazione patologica". "Sono tempi duri e difficili quelli che viviamo - ha commentato l’’arcivescovo di Toledo - e nessuno può prevedere cosa ci preserva il futuro".

Canizares verrà quasi sciuramente chiamato, entro breve tempo, dal Papa alla guida della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. L’’ arcivescovo di Toledo ha ricevuto la porpora proprio dalle mani di Benedetto XVI e in patria è noto come uno dei piu’’ tenaci sostenitori dell’’attuale Pontefice tanto da essere soprannominato "il piccolo Ratzinger".

Anche l’arcivescovo di Valladolid si è espresso. Il crocifisso non ferisce nessuno: per questo monsignor Braulio Rodriguez Plaza, contesta la decisione di un giudice che ha imposto la rimozione dei crocifissi dalle aule di una scuola pubblica della città spagnola, nonostante la posizione contraria del consiglio scolastico. "Di questo passo - afferma il presule ai microfoni di ’Radio vaticana’ - dovremo chiedere il permesso per dire ’Io credo in Dio e in nostro Signore Gesù Cristo’?". "Per me - afferma il vescovo - la sentenza è stata un dispiacere e so che il Consiglio scolastico è formato da brave persone. Mi sembra che il crocifisso in una cultura come la nostra non vada a ferire nessuno, perché il Crocifisso è solo amore e pace".

Per Rodriguez Plaza "in base a questa sentenza qualunque segno religioso potrebbe essere cancellato e tolto in qualsiasi luogo, perché potrebbe ferire la suscettibilità e la sensibilità di molta gente. Allora faccio l’esempio di una città europea come Bruges, dove ci sono angoli, vie, incroci in cui sono collocate tante piccole immagini della Vergine, di Cristo e non credo che la gente anche non religiosa, non cristiana, si dia pena per questo. Sono sicuro che mi diranno che qui la questione è diversa... si tratta di un’aula, di una scuola dove stanno dei bambini...". "Allora, di questo passo, dovremo chiedere il permesso per dire ’Io credo in Dio e in nostro Signore Gesù Cristo’? Non lo so, se vogliamo arrivare a questo...", afferma il presule. "Io voglio continuare a mostrare i simboli religiosi, perché mi pare che anche questo faccia parte della libertà religiosa a cui tutti teniamo".

Sull’Osservatore Romano lo scrittore spagnolo Juan Manuel Prada scrive: «Che si giunga a considerare un crocefisso offensivo in Occidente si può solo interpretare come un sintomo allarmante di amnesia o necrosi culturale» sostenendo come la sentenza del tribunale spagnolo «consacra giuridicamente la rinuncia di una Europa disorientata, irrazionalmente in preda a un impulso di autodistruzione».

L’Europa, argomenta Juan Manuel de Prada, sta rinunciando «al lascito che rende nobili e che è riassunto in quella semplice croce». «A nessuna persona in pieno possesso delle proprie facoltà - si legge ancora - sfugge che il segno della croce non viola nessun diritto fondamentale; tuttavia da qualche tempo l’invocazione di diritti e libertà si sta trasformando in Spagna in un pretesto giuridico che maschera un sentimento di odio religioso e di "cristofobia", come in modo molto appropriato lo ha definito il cardinale Canizares, sentimento che d’autorità avrebbe l’obbligo di perseguire, invece di concedergli una copertura giuridica».

«Da qualche tempo in Spagna, prosegue Prada, «l’alone di odio attorno alla Chiesa di Dio si è mascherato di giuridicità, sostituendo l’accanimento cruento di altre epoche non troppo lontane con un’apparenza più sibillina e asettica». Per l’Osservatore romano il crocefisso non può essere offensivo né per i cristiani né per i non cattolici, perché «riassume le più nobili vocazioni dell’uomo» alla carità e al mistero dell’infinitezza dell’altro. «Il crocefisso - è la posizione espressa infine dal Quotidiano vaticano - può offendere solo quanti vogliono, e in questo consiste in realtà il laicismo, per quanto si nasconda dietro alibi giuridici, che lo Stato diventi un nuovo dio, con potere assoluto sulle anime».

* La Stampa/SAN PIETRO E DINTORNI di Marco Tosatti, 24/11/2008


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