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"FORZA ITALIA"!!! "Ma stiamo scherzando o siamo in uno stato serio?" (Armando Spataro e Ferdinando Pomarici)).

CASO ABU OMAR: PRODI E BERLUSCONI UNITI NELLA LOTTA!!! Duro attacco di Armando Spataro e Ferdinando Pomarici - a cura di pfls

martedì 2 dicembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] "Un presidente del consiglio non può decidere lui quali processi si possono fare e quali no. . Il segreto di Stato non significa impunità. Tanto più che il segreto in questione è ormai il segreto di Pulcinella". Per l’altro pm Ferdinando Pomarici "la presidenza del consiglio dei ministri utilizza il segreto di stato retroattivamente su fonti di prova già legittimamente acquisite nel processo" [...]

Duro attacco di Armando Spataro e Ferdinando (...)

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> CASO ABU OMAR: PRODI E BERLUSCONI UNITI NELLA LOTTA!!! ----"Per il segreto di StatoPollari e Mancini non giudicabili". Il giudice di Milano Oscar Maggi ha deliberato il non luogo a procedere per l’ex direttore del Sismi il suo vice.

mercoledì 4 novembre 2009


-  Rapimento dell’imam di Milano: non luogo a procedere per l’ex direttore del Sismi e il suo vice
-  Tre anni a Pompa e Seno. Condannati gli agenti della Cia, processati in contumacia

-  Abu Omar, "Per il segreto di Stato Pollari e Mancini non giudicabili"

-  Un milione di euro di risarcimento in via provvisionale alla vittima, mezzo milione alla moglie

MILANO - Il giudice di Milano Oscar Maggi ha deliberato il non luogo a procedere per l’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e per il suo vice Marco Mancini, a processo per il sequestro dell’ex imam di Milano Abu Omar. Sono stati invece condannati gli agenti della Cia, in gran parte a cinque anni di reclusione, mentre Robert Seldon Lady, capo della Cia a Milano all’epoca dei fatti, è stato condannato a otto anni. I funzionari del Sismi Pio Pompa e Luciano Seno accusati di favoreggiamento sono stati condannati a tre anni. Assolto invece l’ex responsabile della Cia in Italia Jeff Castelli. Tutti gli imputati ritenuti colpevoli dovranno risarcire un milione di euro all’ex imam. Alla moglie Nabila Ghali dovranno invece essere versati 500 mila euro. Queste somme sono state decise dal giudice a titolo di provvisionale, mentre l’entità del risarcimento verrà stabilito in un separato giudizio civile.

Pollari, alcuni suoi uomini e i 26 agenti Cia erano accusati di aver prelevato il religioso islamico Abu Omar, indagato dalla Procura di Milano per terrorismo internazionale, nel febbraio del 2003. Abu Omar fu poi portato in Egitto, dove fu torturato, tanto da subire lesioni permanenti. Per i dirigenti del Sismi l’accusa aveva chiesto una pena di 13 anni di reclusione.

Per Pollari il non doversi procedere è stato disposto dal giudice sulla scorta dell’articolo 202 del Codice di procedura penale: "Qualora il segreto sia confermato e per la definizione del processo risulti essenziale la conoscenza di quanto coperto dal Segreto di Stato il giudice dichiara non doversi procedere per l’esistenza del segreto di Stato". Pollari ha così commentato la sentenza: "Senza il segreto di Stato avrei dimostrato la mia innocenza". Il procuratore Armando Spataro ha a sua volta dichiarato: "La sentenza dimostra che la nostra azione è stata legittimamente promossa".

Spataro, in fase di replica, aveva ribadito la linea dell’accusa: "Pollari e Mancini non hanno assicurato la sicurezza in Italia ma , con il loro comportamento, l’hanno compromessa". Per circa due ore il pm ha replicato alle conclusioni difensive degli avvocati e, in particolare, ha negato di aver aggirato la sentenza della Corte costituzionale sul segreto di Stato rivendicando, invece, quello che a suo giudizio era "un dovere e un diritto di interpretazione". Alle affermazioni di Spataro avevano replicato i difensori degli imputati. Prima di ritirarsi in camera di consiglio, il giudice Maggi aveva rigraziato tutti, "soprattutto gli avvocati d’ufficio degli imputati latitanti che hanno reso possibile con la loro presenza la celebrazione del processo".

Nelle scorse udienze, la pubblica accusa aveva chiesto per l’ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari, 13 anni di carcere, così come per l’ex responsabile Cia in Italia Castelli. I pm avevano chiesto la condanna a 10 anni per l’ex numero due del Sismi, Marco Mancini e per una serie di agenti Cia coinvolti nel sequestro, avvenuto il 17 febbraio del 2003 nei pressi della moschea di viale Jenner a Milano. I difensori dei funzionari o ex del Sismi avevano tutti chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto dei loro assistititi oppure, in subordine, la sentenza di non luogo a procedere - che è poi stata la scelta finale del giudice.

Fu il governo Prodi ad apporre per primo il segreto di Stato, poi confermato da Berlusconi. E proprio sull’interpretazione della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha fissato i criteri dell’estensione del segreto e, di conseguenza, dell’utilizzabilità degli atti processuali, in aula si è dibattuto. Per l’accusa, non vi può essere segreto di Stato riguardo notizie relative a un "fatto reato", come, per l’appunto, il rapimento di Abu Omar. "Nulla esiste, nulla può esistere in tema di un accordo istituzionale riguardo la commissione di un reato", avevano detto più volte Spataro e il suo collega Ferdinando Pomarici che, nel corso della loro requisitoria, avevano usato quelle prove che non riguardavano, a loro dire, "i rapporti" tra il Sismi e altre intelligence straniere, come chiarito dalla Consulta. Gli imputati, per i pm, hanno fatto "grave scempio del proprio dovere di fedeltà ai principi della democrazia".

Per i suoi legali, Pollari, con il divieto di violare il segreto di Stato imposto dal governo, è "vittima del segreto di Stato". "Il generale Pollari - hanno spiegato gli avvocati Franco Coppi e Titta Madia - ha sempre detto che il segreto di Stato non copre la sua responsabilità ma copre le prove della sua innocenza", non avendo "mai impartito ordini o direttive" che autorizzassero il sequestro.

* la Repubblica, 4 novembre 2009


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