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WHY NOT. DE MAGISTRIS ..... E LA GUERRA TRA LE PROCURE

CASO DE MAGISTRIS. Il Presidente Napolitano ha chiesto al Pg di Salerno e di Catanzaro gli atti. Secondo il capo dello Stato si tratta di una vicenda senza precedenti che ha gravi implicazioni istituzionali - a cura di Federico La Sala

venerdì 5 dicembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] il Presidente Napolitano mi ha dato incarico di richiederLe la urgente trasmissione di ogni notizia e - ove possibile - di ogni atto utile a meglio conoscere una vicenda senza precedenti, che - prescindendo da qualsiasi profilo di merito - presenta aspetti di eccezionalita’, con rilevanti, gravi implicazioni di carattere istituzionale, primo tra tutti quello di determinare la paralisi della funzione processuale cui consegue - come ha piu’ volte ricordato la Corte costituzionale (tra (...)

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> CASO DE MAGISTRIS ---- Negli atti contesi De Magistris accusa: " Il mio capo è amico di un mafioso"... Monsignor Bregantini, trasferito, perché dava fastidio....Il Consiglio superio dellla magistratura sta ascoltando i protagonisti della contesa.

sabato 6 dicembre 2008


-  Tra Salerno e Catanzaro, anche ieri, carabinieri mobilitati per sequestri incrociati
-  La procura calabrese getta acqua sul fuoco: "La guerra è in Iraq, non qui"

-  Negli atti contesi De Magistris accusa
-  "Il mio capo è amico di un mafioso"

dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO *

CATANZARO - Alla Procura di Catanzaro dicono che "non è una guerra" e che "di veleni parlano solamente i giornali". Al Palazzo di Giustizia di Salerno replicano che non sono "né tesi né nervosi", come se il terremoto scatenato dai blitz di entrambe le Procure che si sequestrano a vicenda gli atti delle inchieste di De Magistris non fosse mai avvenuto.

Ma questa presunta "pace" e "serenità" è contraddetta dai fatti. Anche ieri i carabinieri di Salerno e di Catanzaro, imbarazzatissimi, hanno fatto avanti e indietro tra le due città perché la Procura di Catanzaro, dopo aver subito il sequestro degli atti delle inchieste "Why Not" e "Poseidone" da parte dei colleghi di Salerno, ha inviato a sua volta i carabinieri nella procura campana per sequestrare gli stessi atti.

Insomma un vero e proprio bailamme giudiziario sul quale non può intervenire neanche la Procura di Napoli (competente per territorio) perché, ironia della sorte, a Palazzo di giustizia del capoluogo campano lavora adesso come pm proprio Luigi De Magistris, e quindi per ovvi motivi di opportunità Napoli non potrà occuparsene.

Forse, ma è tutto da vedere, potrebbe intervenire la Procura di Roma. Il fatto è che nessuna delle due procure, allo stato, può utilizzare gli atti di quelle due inchieste, metà dei quali si trovano a Salerno e l’altra metà, sorvegliati a vista dai carabinieri, a Palazzo di giustizia di Catanzaro. Qui, il procuratore generale Enzo Jannelli continua a ripetere che questa non è una guerra e che "le guerre di fanno in Iraq", anche se aggiunge che quello compiuto dai colleghi di Salerno "è un atto eversivo".

Ma come si è giunti a questo scontro giudiziario senza precedenti? In sintesi, il pm De Magistris, dopo che gli sono state tolte dai suoi superiori le inchieste "Why Not" e "Poseidone", che vedevano indagati tra gli altri l’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella (poi prosciolto) e l’allora presidente del Consiglio Romano Prodi, denuncia i suoi superiori a Salerno. Salerno comincia a indagare i magistrati di Catanzaro accusati da De Magistris e chiede gli atti delle due inchieste ai colleghi calabresi, che intanto denunciano a loro volta De Magistris. I vertici delle due procure si incontrano più volte e decidono come e quando quegli atti dovrebbero essere acquisiti. Sin da febbraio, lettere e riunioni. Fino all’altro ieri, quando Salerno decide di agire con un centinaio di carabinieri dentro il Palazzo di Giustizia di Catanzaro. Il sequestro degli atti è motivato così: "A fronte di tali ostative condotte (quelle presunte dei magistrati di Catanzaro-ndr) la doverosa attività accertativa di questa procura ha inteso seguire diverse e più fattivi percorsi".

Dalla lettura di quel ponderoso decreto di sequestro della Procura di Salerno (1700 pagine) vengono fuori alcuni interrogatori resi a De Magistris il quale, senza mezzi termini, accusa il suo ex capo Mariano Lombardi di frequentare personaggi in odor di mafia, come l’imprenditore Antonino Gatto, inquisito anche da De Magistris e proprietario dei supermercati Despar in Sicilia e in Calabria. De Magistris afferma che queste frequentazioni pericolose del suo capo sarebbero confermate anche da intercettazioni telefoniche.

Ancora De Magistris sostiene che l’ex vescovo di Locri, monsignor Bregantini, fu fatto trasferire perché con la sua attività dava fastidio proprio ai "potenti" che erano indagati nelle sue inchieste.

* la Repubblica, 6 dicembre 2008


-  Si sposta a Palazzo dei Marescialli la guerra innescata dagli strascichi
-  del caso De Magistris. I convocati parlano davanti alla Prima commissione

Scontro tra Procure, al via le audizioni dei vertici di Salerno e di Catanzaro

Il procuratore di Salerno Apicella: "Sono tranquillo, ho la coscienza a posto"

ROMA - E’ un’iniziativa senza precedenti, quella in corso al Consiglio superiore della magistratura: l’organo di autogoverno dei giudici, di fronte alla guerra tra due Procure (Salerno e Catanzaro) ha convocato - e adesso sta ascoltando - i protagonisti della contesa.

Si sposta così la linea del fronte nello scontro tra le due Procure, innescata dagli strascichi delle vicende del pm Luigi De Magistris e delle sue inchieste, Why not e Poseidone. Questo perché, con una celerità assolutamente eccezionale rispetto alla prassi, la Prima commissione del Csm - quella dei trasferimenti d’ufficio - sta tenendo le audizioni dei pg di Catanzaro e Salerno (rispettivamente, Enzo Jannelli e Lucio Di Pietro, il primo a essere ascoltato); dei presidenti della due Corti d’appello, Pietro Sirena e Matteo Casale; dei procuratori della Repubblica, Antonio Lombardo e Luigi Apicella.

Interpellato dall’Ansa, a proposito della decisione di sequestrare a Catanzaro gli atti della vicenda De Magistris, il procuratore di Salerno Apicella, ha risposto così: "Quando si ha la coscienza tranquilla si è sereni. Non abbiamo violato alcuna norma nè aperto alcun conflitto con la procura generale di Catanzaro, non contestando la competenza di quell’ufficio a trattare il procedimento Why Not. Abbiamo disposto il sequestro penale di Why Not al solo fine di acquisire copia di atti in esso contenuti che, secondo elementi già in nostro possesso potevano essere rilevanti in ordine a reati contestati ai magistrati che gestivano quel fascicolo processuale".

All’inizio della riunione della Prima commissione, il presidente Ugo Bergamo ha ricordato che la seduta è a porte chiuse e secretata. Sul tavolo dei consiglieri del Csm oltre ad una rassegna stampa che riassume tutte le notizie trapelate sul caso, ci sono 5 fascicoli (3 volumi grossi e due più piccoli) con gli atti del decreto di perquisizione e sequestro disposto il 2 dicembre scorso dalla procura di Salerno nei confronti della Procura di Catanzaro. Non sono arrivati, invece, gli atti della Procura di Catanzaro.

Alle audizioni di oggi partecipano numerosi consiglieri, anche quelli che non fanno parte della Prima Commissione. L’iniziativa di convocare i protagonisti dello scontro, come ha spiegato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, "è una decisione autonoma" dell’organo di autogoverno, anche se presa "d’intesa col capo dello Stato": i magistrati convocati dovranno "chiarire nel dettaglio i fatti che hanno portato le due Procure all’aspro confronto".

* la Repubblica, 6 dicembre 2008


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