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La Sala

L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). Un omaggio a William Shakespeare* e a Giovanni Garbini** - progetto e selezione a cura del prof. Federico La Sala

lunedì 6 febbraio 2006 di Emiliano Morrone
SHAKESPEARE, SONETTO 116
Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O, no! it is an ever-fixed mark,
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth’s unknown, although his height be taken.
Love’s not Time’s fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle’s compass come;
Love alters not with his brief hours and (...)

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> L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). -- AMLETO E IL RITORNO DI FORTEBRACCIO, IL VINCITORE.

lunedì 21 marzo 2016

L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). Un omaggio a William Shakespeare* e a Giovanni Garbini**:

      • AMLETO - E IL RITORNO DI FORTEBRACCIO), VINCITORE* :

AMLETO
-  Orazio, muoio.
-  Tu vivi; e riferisci onestamente
-  della mia causa
tutto quanto il giusto,
-  a chi vorrà saperlo.

ORAZIO
-  Non pensatelo.
-  Io sono, più che un Danese, un Romano,
-  e qui ci resta ancora del liquore.

AMLETO
-  No, dammi quella coppa!
-  Se sei uomo, dammela, perdio!
-  Mio buon Orazio, qual nome macchiato
-  vivrà di me, se questi avvenimenti
-  avessero a rimanere ignoti
!
-  Se m’hai tenuto nel tuo cuore, Orazio,
-  tieniti ancor lontano, per un poco,
-  dalla gioia suprema del trapasso,
-  e seguita su questo duro mondo
-  a respirare ancora il tuo dolore
-  per raccontare ad altri la mia storia. (Marcia militare e spari all’interno) Che cos’è questo strepito di guerra?

OSRICO
-  È il giovin Fortebraccio di Norvegia.
-  Torna dalla Polonia vincitore,
-  e lancia queste salve a salutare
-  gli ambasciatori del re d’Inghilterra.

AMLETO
-  Io muoio, Orazio... Sento che il veleno
-  s’impadronisce di tutto il mio spirito.
-  Ormai più non mi resta tanta vita
-  da sentir le notizie d’Inghilterra;
-  ma profetizzo che su Fortebraccio
-  cadrà la scelta; a lui, in suo favore
-  va il mio voto morente. Digli questo,
-  insieme al più e il meno degli eventi qui succedutisi

-  [...]

FORTEBRACCIO
-  E noi ci accingeremo ad ascoltarla,
-  qui, tutti insieme, coi nostri maggiori.
-  In quanto a me, abbraccio la mia sorte,
-  col dolore nel cuore;
-  ho dei diritti, mai dimenticati,
-  su questo trono, che l’ora presente
-  mi esorta a far valere.

ORAZIO -
-  Anche di questo vi dovrò parlare,
-  ed a nome di chi, con il suo voto,
-  molti altri ne trarrà alla vostra parte.
-  Ma si proceda subito al da farsi,
-  mentre gli animi sono ancora scossi,
-  così che altri intrighi ed altri errori
-  non abbiano a recarci altre sventure.

FORTEBRACCIO -
-  Quattro miei capitani
-  mettano il corpo d’Amleto su un palco,
-  così come s’addice ad un soldato: perché se fosse stato lui sul trono,
-  si sarebbe mostrato un buon sovrano.
-  Diamo il nostro saluto al suo trapasso
-  con musiche e con riti militari.
-  Gli altri corpi toglieteli alla vista:
-  è una vista da campo di battaglia
-  e s’addice assai male a questo luogo.
-  E s’ordini alla truppa di sparare.

-  FINE

-  Cit. da: William Shakespeare, Amleto - evidenziazioni mie, fls


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