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La Sala

L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). Un omaggio a William Shakespeare* e a Giovanni Garbini** - progetto e selezione a cura del prof. Federico La Sala

lunedì 6 febbraio 2006 di Emiliano Morrone
SHAKESPEARE, SONETTO 116
Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O, no! it is an ever-fixed mark,
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth’s unknown, although his height be taken.
Love’s not Time’s fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle’s compass come;
Love alters not with his brief hours and (...)

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> L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO --- SHAKESPEARE, ENRICO VIII (V, SC. IV): ELISABETTA I, "UN MODELLO PER TUTTI I PRINCIPI".

martedì 13 settembre 2022

SHAKESPEARE, ENRICO VIII:

      • ELISABETTA I, "UN MODELLO PER TUTTI I PRINCIPI".

ATTO QUINTO - SCENA QUARTA

      • Entrano i Trombettieri, suonando; poi due Assessori, il Lord Sindaco di Londra, l’Araldo della Giarrettiera, Cranmer, il Duca di Norfolk col suo bastone di Maresciallo, il Duca di Suffolk, due Nobili che portano grandi conche con i doni di battesimo; indi quattro Nobili che reggono un baldacchino sotto il quale c’è la Duchessa di Norfolk, la madrina, che porta la bambina avvolta in un prezioso costume, ecc. , lo strascico retto da una Dama; poi segue la Marchesa di Dorset, l’altra madrina, con altre Dame. Il corteo fa il giro del palcoscenico, e l’Araldo della Giarrettiera prende la parola

ARALDO

Iddio, nella tua infinita bontà, manda vita prospera, lunga e sempre felice alla nobilissima e possente Elisabetta, Principessa d’Inghilterra.

Fanfara. Entrano il Re e le Guardie

CRANMER

E sulla Vostra Altezza reale e sulla buona Regina

le mie nobili madrine ed io stesso invochiamo,

per questa graziosissima infante, ogni gioia e consolazione

che mai il cielo riservi alla felicità dei genitori:

che, a ogni ora che passa, esse cadano su di voi.

RE

Grazie, buon Lord Arcivescovo.

Come l’avete chiamata?

CRANMER

Elisabetta.

RE

Alzatevi, monsignore.

[All’infante] Con questo bacio abbiti la mia benedizione: ti protegga Iddio,

alle Cui mani rimetto la tua vita.

CRANMER

Amen.

RE

Mie nobili madrine, siete state troppo generose:

vi ringrazio di cuore, e così farà questa damina,

appena saprà esprimersi in inglese.

CRANMER

Sire, lasciatemi parlare,

Il cielo ora m’ispira, e le parole che sto per pronunciare

nessuno le creda adulatorie, giacché si dimostreranno veraci.

Questa infante reale - Dio sempre l’accompagni -

seppure nella culla, sin da ora promette

a questo paese mille e mille benedizioni,

che il tempo porterà a maturazione. Ella sarà -

ma pochi fra i vivi di oggi faranno in tempo a vedere tanta bontà -

un modello per tutti i prìncipi viventi nell’età sua,

e per tutti quelli delle età a venire. La Regina di Saba non fu mai

più assetata di saggezza e di luminosa virtù

di quest’anima pura. Tutte le grazie principesche

che plasmano un sovrano possente come quello che abbiamo,

con tutte le virtù che adornano i buoni,

saranno in lei raddoppiate. La Verità sarà sua nutrice,

pensieri santi e devoti la consiglieran sempre,

ed ella sarà amata e temuta. La sua gente la benedirà,

i suoi nemici tremeranno come un campo di grano battuto dai venti

e abbasseranno la testa nel dolore. Il bene crescerà con lei;

sotto di lei ognuno mangerà in pace

all’ombra della sua vigna i frutti del suo lavoro, e canterà

gli allegri canti del tempo di pace con tutti suoi vicini.

Ella farà conoscere il vero Dio, e chi le starà intorno

apprenderà da lei le più perfette vie dell’onore,

e ad esse, non già a legami di sangue, dovrà la sua grandezza.

Né questa pace si spegnerà con lei, ma come quando,

morto l’uccello favoloso, la vergine Fenice,

dalle sue ceneri rinasce un novello erede,

di lei non meno prodigioso,

così ella lascerà le sue beate virtù a qualcuno -

quando il cielo la chiamerà a sé da questa nube di tenebra -

che dalle sacre ceneri del suo onore

s’innalzerà come una stella, non meno grande per fama:

un’altra stella fissa. Pace, prosperità, amore, verità, terrore,

che furono al servizio di questa eletta infante,

diventeranno suoi, e come una vigna gli cresceranno attorno.

Ovunque risplenderà il fulgido sole del cielo,

là saranno il suo onore e la gloria del suo nome,

e daran vita a nuove nazioni. Egli verrà a fioritura

e come un cedro allungherà i suoi rami

su tutte le pianure circostanti: i figli dei nostri figli

vedranno ciò, e benediranno il cielo.

RE

Tu annunci dei prodigi.

CRANMER

Ella vivrà, per la felicità dell’Inghilterra,

sino ad età avanzata; molti giorni la vedranno sul trono,

e non uno di essi trascorrerà senza il coronamento d’una nobile azione.

Come vorrei non saperne di più! Purtroppo ella dovrà morire,

dovrà, ché i santi la vorranno fra loro; e vergine ancora,

il più immacolato dei gigli, ella ritornerà alla terra,

e il mondo intero prenderà il lutto per lei.

RE

Oh, Lord Arcivescovo,

ora mi hai reso finalmente uomo! mai prima

di questa felice creatura io avevo creato qualcosa.

La gioia di quest’oracolo mi gratifica tanto

che quando sarò in cielo mi pungerà il desiderio

di vedere cosa fa questa bimba, e loderò il mio Creatore.

Grazie a voi tutti. A voi, mio buon Lord Sindaco,

e a voi, bravi confratelli, resto molto obbligato:

la vostra presenza mi ha altamente onorato,

e avrete prova della mia gratitudine. Signori, aprite il corteo:

dovete tutti visitar la Regina, e lei vi vuol ringraziare,

altrimenti rimarrebbe male. Quest’oggi, che nessuno pensi

di avere qualcosa da sbrigare a casa. Resteran tutti qui:

per questa piccina faremo festa per tutto il dì.

[...]

* FONTE: SHAKESPEARE ITALIA


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