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La Sala

L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). Un omaggio a William Shakespeare* e a Giovanni Garbini** - progetto e selezione a cura del prof. Federico La Sala

lunedì 6 febbraio 2006 di Emiliano Morrone
SHAKESPEARE, SONETTO 116
Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O, no! it is an ever-fixed mark,
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth’s unknown, although his height be taken.
Love’s not Time’s fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle’s compass come;
Love alters not with his brief hours and (...)

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> L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). --- PER ELEUSI 2023, UN OMAGGIO A SHAKESPEARE, "DI SPIRITO PROFETICO DOTATO".

mercoledì 23 novembre 2022

EUROPA, ELEUSI 2023

      • TEATRO, METATEATRO, E FILOLOGIA

RICORDANDO EFESO (ERACLITO) ED ELEA (PARMENIDE), E LA MONTAGNA DELL’OREB (ELIA), UN OMAGGIO A SHAKESPEARE...

Appunti sulla questione dell’ "essere , o non essere", e sul "silenzio" metafilosofico di Amleto e di Cordelia ("Re Lear")... e del profeta Elia (1 Re 19,11).

***

AMLETO Oh! La mia anima profetica [prophetic soul]! Mio zio?
-  FANTASMA [GHOST] Sì, quella bestia incestuosa e adultera / con scaltrezza di mago, doni di traditore [...] Se in te c’è natura, non sopportarlo, / non lasciare che il letto del re di Danimarca / sia un covile d’incesto e di lascivia. /Ma comunque deciderai di agire / non ti macchiare l’anima, non tramare / nulla contro tua madre. Lasciala al cielo, lei, / e a quelle spine che le stanno in cuore / e pungono e tormentano. Ora addio [...] (Amleto, I. 5).
-  [...]
-  AMLETO To be, or not to be, that is the question ("Essere, o non essere, questa è la domanda", trad. di Agostino Lombardo - Amleto, III.1).
-  [...]
-  AMLETO Io muoio, Orazio... Sento che il veleno | s’impadronisce di tutto il mio spirito. | Ormai più non mi resta tanta vita | da sentir le notizie d’Inghilterra; | ma profetizzo che su Fortebraccio | cadrà la scelta; a lui, in suo favore | va il mio voto morente. Digli questo, | insieme al più e il meno degli eventi | qui succedutisi... Il resto è silenzio. (Amleto, V. 2)
-  [...]
-  FORTEBRACCIO Questo spettacolo di morte si addice a un campo di battaglia, ma disdice a una corte. Ordinate le salve . (Escono in marcia portando i corpi e subito i cannoni sparano a salve.) (W. Shakespeare, Amleto, V. 2).

***

CORDELIA (a parte.) Che dirà Cordelia? Ama, e taci.
-  [...]
-  CORDELIA (a parte.) Povera Cordelia, allora. Eppure no,/ sono certa che il mio #amore pesa più della mia #lingua.
-  LEAR (...) E ora, nostra gioia, sebbene l’ultima e la più piccola,/ per il possesso del cui giovane amore sono in lizza/ le vigne di Francia e il latte di Borgogna: /cosa sai dire per guadagnarti un terzo / più opulento di quello delle tue sorelle?/ Parla.
-  CORDELIA Niente, mio signore.
-  LEAR Niente?
-  CORDELIA Niente.
-  LEAR Dal niente nasce il niente: parla ancora.
-  CORDELIA Infelice che sono, non riesco/ a sollevare il mio #cuore fino alla #bocca./ Amo Vostra Maestà secondo il mio dovere: né più né meno.
-  LEAR Suvvia, Cordelia! Correggi un po’ il tuo discorso / se non vuoi guastare le tue fortune.
-  CORDELIA Mio buon signore, voi mi avete generata, / nutrita, amata. Io ripago quei debiti / secondo il dovuto, vi obbedisco, vi amo / e al di sopra di tutto vi onoro. Perché le mie sorelle/ hanno un marito, se dicono di amare / soltanto voi? Se mai mi sposerò,/ il signore la cui mano avrà il mio pegno / prenderà con sé metà del mio amore, / metà delle mie cure e del dovere: / certo non mi sposerò, come le mie sorelle, / per amare soltanto mio padre. /
-  LEAR Ma c’è il tuo cuore, in questo?
-  CORDELIA Sì, mio buon signore.
-  LEAR Così giovane e così impietosa?
-  CORDELIA Così giovane, mio signore, e così sincera.
-  LEAR E così sia! La tua sincerità sia dunque / la tua dote; e infatti, per i sacri raggi /del sole, per i misteri di Ecate e della notte, / per tutti gli influssi delle sfere/ per cui esistiamo e cessiamo di esistere, / qui io ripudio ogni mia cura paterna, /affinità e legame di sangue, e d’ora in poi / ti avrò per sempre straniera al mio cuore e a me./ Il barbaro Scita o colui che muta / i propri nati in cibo per soddisfare la sua fame, / troverà nel mio petto più comprensione, pietà / e conforto che non te, un tempo mia figlia. (W. Shakespeare, Re Lear, I, 1).

***

MOSE’: «Fa’ silenzio e ascolta, Israele» (Dt 27, 9)

***

ELIA: «Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu un sussurro di silenzio leggero. Come l’udì, Elia uscì dalla caverna» (I Re 19, 11).

***

CON SHAKESPEARE, A EFESO (ERACLITO) E A ELEA (PARMENIDE). Contrariamente a quanto appare, in genere, la saggezza e la brillantezza del lavoro di Shakespeare poggiano sulla roccia, sul profondissimo e altissimo sapere antropologicamente (non religiosamente) fondato sulla consapevolezza che "In principio era il #Logos" (Gv. 1.1) e che la domanda sul nulla ("non essere") è solo una domanda che dice di un nulla che, nel momento stesso in cui si viene es-posto, mostra di essere nient’altro che un essere diverso da un altro essere - nell’ essere stesso: "Nothing will come of nothing" (Shakespeare, Re Lear)!

Federico lA Sala


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