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L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). Un omaggio a William Shakespeare* e a Giovanni Garbini** - progetto e selezione a cura del prof. Federico La Sala

lunedì 6 febbraio 2006 di Emiliano Morrone
SHAKESPEARE, SONETTO 116
Let me not to the marriage of true minds
Admit impediments. Love is not love
Which alters when it alteration finds,
Or bends with the remover to remove:
O, no! it is an ever-fixed mark,
That looks on tempests and is never shaken;
It is the star to every wandering bark,
Whose worth’s unknown, although his height be taken.
Love’s not Time’s fool, though rosy lips and cheeks
Within his bending sickle’s compass come;
Love alters not with his brief hours and (...)

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> L’AMORE NON E’ LO ZIMBELLO DEL TEMPO: "AMORE E’ PIU’ FORTE DI MORTE" (Cantico dei cantici: 8.6). Un omaggio a William Shakespeare* e a Giovanni Garbini** - progetto e selezione a cura del prof. Federico La Sala

domenica 29 ottobre 2006

Storie e ricerche in Rete: il caso Shakespeare

di Elena Rossi *

Fino a pochi anni fa, tra i siti più segnalati sulle riviste, compariva uno Shakespeare Web come uno dei maggiori archivi dedicati al grande bardo. Questo sito ha subito alterne vicende e a un certo punto è stato completamente svuotato, per riapparire poi in una nuova veste, che oggi comprende solo alcuni frammenti di quello che era un tempo. Avremmo voluto scrivere all’autore per sapere che cosa è successo, visto che parla anche di "ricorrente vandalismo", ma purtroppo non c’è più la possibilità di fargli domande, ma solo di rispondere a quelle inviate dai lettori fino al 1997.

Lo citiamo perché è una delle tante storie della Rete e perché le sezioni proposte sono comunque curiose, a partire dalle "Domande e risposte", suddivise in tre sezioni (la prima riservata agli studenti pigri e svogliati, la seconda a quelli preparati e veramente motivati, la terza a chi non ha esigenze scolastiche). Ci sono poi una raccolta di notazioni storiche che seguono la vita del poeta e un gioco. Quest’ultimo consiste nel ricostruire una citazione di Shakespeare a partire da una serie di parole disposte casualmente, posizionandole nell’ordine giusto come su una lavagna magnetica.

E parliamo proprio di citazioni, che rappresentano un bel problema.

Le raccolte sono innumerevoli, ma quelle che ci interessano qui sono quelle che danno la possibilità di risalire all’opera da cui sono tratte. Mettiamo infatti che vi imbattiate in una citazione di cui viene detto l’autore ma non la fonte. Un problema, questo, che può presentarsi per esempio a un traduttore, visto che nei romanzi inglesi le citazioni da Shakespeare sono date per scontate come da noi quelle da Dante.

Attualmente due sono i siti migliori a questo scopo, che dispongono di tutte le opere in formato digitale e di un buon motore di ricerca interno. I l primo è quello del Mit - The Complete Works of William Shakespeare - che è stato anche il primo a mettere in rete le opere complete; il secondo è un sito australiano curato da Matty Farrow: Works of the Bard. Entrambi sono dati anche di un glossario e di link a siti correlati. Li abbiamo messi alla prova su tre frasi di diversa lunghezza:

to be or not to be

ask me no reason why I love you

not from the stars do I my judgment pluck

(rispettivamente Amleto, Le allegre comari di Windsor e Sonetto XIV).

Nel sito del Mit, la funzione di ricerca consente di scegliere se cercare fra tutte le opere o solo in una delle categorie, ponendo come criterio che compaiano "tutte le parole" (all the words) o una qualsiasi di quelle digitate (any of the words); che le parole siano legate fra di loro (match the words) o meno, con un margine di errore da valutare numericamente. Ponendo il margine d’errore uguale a zero, effettivamente si risale alla citazione voluta, con rimando al punto esatto dell’opera.

Stranamente, l’unica difficoltà l’abbiamo incontrata con il celebre "to be or not to be" dell’Amleto. Impostando la ricerca su tutte le opere, ne sono venute fuori una ventina; limitandola alle tragedie, è comparso solo il Machbeth. Abbiamo pensato che potesse dipendere dal fatto che sono tutte parole di uso molto comune e in più c’è quell’ "or" in mezzo che potrebbe confondersi con gli indicatori booleani. C’è da dire, però, che l’uso di tali indicatori non è previsto e quindi rimane un mistero perché in questo caso il motore non consideri l’insieme di parole come un tutto. Di fatto, digitando anche la frase completa, con i segni di interpunzione, così come è riportata nell’archivio, ("To be, or not to be: that is the question"), compare un messaggio di errore nella risposta.

Misteri dei database. Comunque abbiamo fatto ulteriori prove e in genere la ricerca funziona piuttosto bene. Nel secondo sito troverete alcune istruzioni che consigliamo di leggere per ottenere i risultati migliori dalla ricerca. Non dovete utilizzare segni di interpunzione, ma potete avvalervi di alcune chiavi che possono supportare anche un valore numerico; ad esempio near [5] o [5] introdotto fra due parole, definisce il livello di vicinanza che devono avere nel testo. La ricerca è più veloce se si utilizzano questi accorgimenti anziché digitare una frase intera fra virgolette alte.

Qui non abbiamo avuto difficoltà a trovare in breve tempo la risposta sugli stessi esempi.

Uno dei problemi che si pongono più spesso, però, è quello delle differenti trascrizioni, che dipendono dalle fonti usate. E su questo vale la pena di leggere la nota aggiunta al sito del Mit. Shakespeare è un autore che più di altri può causare tali problemi, perché esistono diverse "edizioni originali" che già non concordano fra loro, e in quelle successive alcune parole sono state trascritte con una grafia più moderna. La punteggiatura, poi, era praticamente assente nei manoscritti ed era il più delle volte il tipografo ad aggiungerla. A titolo di esempio, il curatore del sito propone proprio il celebre monologo di Amleto, nell’edizione da lui scelta, confrontata con un’altra altrettanto accreditata.

Sempre restando nel campo delle citazioni, ci sono altri siti che permettono una ricerca su diversi archivi, selezionando il testo, l’autore o l’opera, come questo, intitolato The Quotation Pages. Ovviamente, se non conoscete nemmeno l’autore, non avete altra scelta, ma è un po’ come cercare un ago in un pagliaio. Più interessante usare questi siti per sfogliare la selezione di citazioni proposte.

La Bartleby Library è invece un archivio di testi di poeti inglesi e americani dal 1250 al 1920, che permette la ricerca solo al suo interno. Qui siete facilitati dal fatto che sono elencati gli autori e le opere contenute - di Shakespeare per esempio, ci sono solo poemi e sonetti - e quindi sapete già che cosa potete trovare.

La ricerca, comunque, non ci è sembrata molto selettiva. Non ci sono istruzioni e bisogna andare un po’ per tentativi: provando ancora con il sonetto XIV, siamo arrivati alla pagina che contiene tutti i primi versi dei sonetti (fra cui quello cercato), ma in mezzo ad altre pagine che riguardano autori diversi. Provando con "Beauty is but a vain and doubtful good", sono venute fuori una ventina di risposte possibili: la prima è quella che cercavamo (The Passionate Pilgrim, XIII), ma le altre contenevano anche una sola delle parole cercate.

Citiamo infine un sito che propone un quiz a risposta multipla studiato per le scuole elementari. Inglesi, naturalmente, perché le risposte non sono così scontate per chi non ha studiato Shakespeare fin da bambino. Si tratta semplicemente di individuare volta per volta la citazione proposta; le risposte non si limitano a dire se è giusto o sbagliato, ma forniscono una breve contestualizzazione della frase.

Per chi fosse interessato a Shakespeare più in generale, segnaliamo un unico sito, che rappresenta un valido sforzo di ordinare tutto quanto compare in rete su questo autore: http://daphne.palomar.edu/shakespeare/bestsites.htm.

Troverete ovviamente i siti già citati, ma anche molto altro materiale interessante, catalogato secondo tematiche che vanno dalla storia del costume in epoca elisabettiana a Shakespeare nel cinema; dai siti per insegnanti fino alle fonti che possono aver ispirato direttamente o indirettamente l’opera del poeta. Si tratta di una raccolta di indirizzi, brevemente commentati, ma ben suddivisi. Un po’ come il risultato di una ricerca fatta su un motore, ma già selezionata per voi, da utilizzare come punto di partenza per una navigazione.

Alcuni di questi siti - è bene saperlo - rimandano ad altri elenchi tematici, come il webring sul film Shakespeare in Love (in Other sites/Movies), che contiene decine di siti, tra cui quello da cui abbiamo tratto quasi tutte le immagini che illustrano questa pagina: http://www.geocities.com/Hollywood/Heights/5443/index1.html

* http://erewhon.ticonuno.it/arch/arcfram.htm


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