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Serendipity, Eureka...

Intuito, ispirazione, premonizione. Un esperimento internazionale: il sesto senso esiste e non è paranormale.

mercoledì 24 dicembre 2008 di Federico La Sala
[...] La scienza da sempre s’ingegna per scoprire l’origine del sesto senso, per dargli una base biologica e sottrarlo definitivamente all’ambito dell’irrazionale, del mistico, del soprannaturale, per riportare una capacità misteriosa e sfuggente dentro uno schema comprensibile, dentro dei confini fisici. Il sesto senso è quell’istinto che aggiusta la rotta dei nostri comportamenti, che ci fa evitare gli ostacoli, bloccarci quando vorremo partire, voltarci all’improvviso mentre (...)

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> Intuito, ispirazione, premonizione. Un esperimento internazionale: il sesto senso esiste e non è paranormale.... Laura Day ha fatto della capacità di previsione un mestiere (di Miriam Tola).

martedì 30 dicembre 2008

INCONTRI

Laura Day ha fatto della capacità di previsione un mestiere. Soprattutto nelle questioni di affari. E se qualche celebrity diventa sua cliente, come Jennifer Aniston o Demi Moore, lei, dice, "la tratto come un’azienda"

La sensitiva di Wall Street

di Miriam Tola

Laura Day preferisce scarpe e tailleur di Prada a tarocchi e sfere di cristallo. Nessuno direbbe che, dietro quel look impeccabile, si nasconda una sensitiva. Eppure, senza di lei certi businessman di New York non comprerebbero uno spillo e Demi Moore forse avrebbe rifiutato quei due o tre ruoli che l’hanno resa una stella. Day vende il suo intuito per diecimila dollari al mese, tariffa fissa. In cambio offre disponibilità 24 ore su 24, assoluta discrezione e previsioni sul successo di un film o di un libro. Quello che le riesce meglio è anticipare i movimenti di borse e mercati. Secondo il New York Times, da quando a Wall Street è scoppiato il caos, il telefono di sensitive e cartomanti squilla in continuazione. Però, anche grazie al best seller Practical Intuition, Laura Day è la più rispettata, richiesta dalla Harvard Business School e da aziende che le affidano manager da iniziare al potere dell’intuito. "Sbaglio raramente, del resto se fossi Dio la mia tariffa sarebbe più alta", ama ripetere. Laura, 49 anni, ci accoglie nel suo appartamento di Tribeca, che divide con Sam, il figlio di 16 anni. Sul tavolo c’è una copia del suo ultimo libro, The Circle, consigliato da Nicole Kidman.

Che cosa fa esattamente un’intuizionista?

"Raccoglie e fornisce informazioni accurate senza sapere nulla della situazione. Tutti abbiamo intuito, ma pochi lo sanno usare. Nell’era contemporanea, dominata dal pensiero razionale, ha una cattiva reputazione: è considerato qualcosa di mistico, inaffidabile, un affare da donnette. Nei miei libri lo descrivo come strumento per orientarsi, non come una fede. Non serve assumere la posizione del loto e concentrarsi per esercitarlo. Un monaco zen non ha bisogno di seguire un’intuizione. Un soldato in battaglia sì. Funziona meglio quando si è sotto pressione e si deve decidere senza troppi elementi. Tutte le persone di successo la usano. George Soros, tra i massimi esperti di finanza, ha detto che le sue scelte sono guidate da "un istinto animale"".

Quando ha scoperto di poter predire il futuro?

"Quando avevo 11 anni, mia madre tentò il suicidio. Era all’ospedale, in coma. Feci un sacco di domande a un prete, che rimase stupefatto: sapevo cose che nessuno mi aveva detto. A volte l’intuizione nasce dal trauma. Vengo da una famiglia di medici, e ho esplorato l’intuizione attraverso la scienza. Ho collaborato a ricerche sul potere della mente e consigliato dottori alle prese con diagnosi impossibili".

Poi è diventato un lavoro...

"Consigliavo gli amici senza chiedere nulla. Poi ho divorziato. Avevo bisogno di soldi e ho chiesto a un amico dirigente di un hedge-fund di pagarmi per i miei suggerimenti".

Questo dono ha anche aspetti negativi?

"Non avere ego: noi intuizionisti sappiamo perfettamente che cosa gli altri si aspettano e agiamo di conseguenza. Siamo in grado di manipolare persone e situazioni, ma essere noi stessi è difficilissimo. A me sono serviti oltre vent’anni e l’aiuto di un grande psicoanalista".

È vero che lavora contando sul passaparola?

"Ho fatto i biglietti da visita un anno fa, ma ho un sito da molto prima. Lavoro soprattutto per aziende. Accetto se sento di poter essere utile, se il cliente mi piace e posso imparare qualcosa. Mi fanno domande precise, e io seguo le mie impressioni: può essere un’immagine o una sensazione tattile, un particolare nella stanza che mi colpisce, un ricordo. Di solito faccio centro".

Diecimila dollari al mese non le sembrano troppi?

"Le mie tariffe sono le stesse da anni. Diecimila non sono molti per un’azienda, e abbastanza per farmi rispettare. Non vado mai oltre cinque clienti alla volta, anche meno quando scrivo un nuovo libro".

Qual è la sua specialità?

"Sono una sensitiva paranoica, bravissima a vedere i problemi con sei mesi d’anticipo. Offro ai clienti l’opzione di cambiare strada, ma certo non posso salvarli da se stessi. Uno si è intestardito con un progetto che nessuno finanzierà. Lo sa, ma persevera".

Lei fa anche corsi per aziende. Come reagiscono i manager di fronte a un’intuizionista?

"All’inizio leggo la diffidenza nei loro occhi. Così, li spavento a morte dicendo che l’azienda sta per essere venduta, un terzo di loro lo sa e sta cercando un altro lavoro. Oppure chiedo che ognuno scriva una domanda e la metta in una busta chiusa. Mischio e chiamo uno di loro a rispondere a un quesito estratto a sorte. Spesso il risultato li sbalordisce".

Tra i suoi clienti ci sono Demi Moore e Jennifer Aniston. Che cosa fa per loro?

"Tratto le star come aziende: le consiglio su film, proposte e contratti. Non metto bocca nei loro affari di cuore o nelle scelte intime: metto in chiaro che non sono una terapista, e neppure ho la pazienza di ascoltare. Solo con gli amici carissimi mi spingo più in là".

Le previsioni su se stessa le riescono bene?

"Dipende. Cose come la mia salute o quella della mia famiglia stimolano la mia nevrosi: allora usare l’intuizione è difficile. Va meglio con gli affari. Una mattina del 2000 ho venduto tutte le azioni tecnologiche; due settimane dopo la new economy è crollata. Qualche tempo prima dell’11 settembre ho cominciato a prelevare contante e comprare acqua e filtri per l’aria. Non sapevo perché, ma preparavo la mia casa. Quando il momento è arrivato, ho potuto reagire e aiutare gli altri".

Secondo il New York Times, con la crisi economica i sensitivi fanno affari d’oro. È vero?

"Non mi lamento. Però le aziende sono più inclini a sperimentare quando gli affari vanno bene. Nelle difficoltà non vogliono essere viste come irresponsabili, è controproducente dire: "Mi faccio consigliare da una sensitiva"".

Dopo aver scritto tre libri, ha ancora paura dei pregiudizi?

"In Usa c’è una fiducia cieca nella scienza. Non è facile far accettare che l’intuito migliora la vita. Apprezzo lo scetticismo: è meglio che le persone facciano da sé piuttosto che affidarsi a chi promette di cambiare loro la vita. So che il mio è un lavoro stravagante. A Roma, dove ho una casa in un quartiere popolare, alcuni mi chiamano "streghetta". Sono una persona introversa. Quando, alle feste, la gente mi chiede cosa faccio per vivere, dico di essere una scrittrice".

* la Repubblica/D, n. 628.


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