La visita di Napolitano all’università della Calabria mi ha lasciata indignata ed amareggiata. E’ stata l’ennesima iniziativa di facciata,voluta fortemente dal rettore Giovani Latorre. Ma all’unical tutto è facciata,e gli altri atenei calabresi non sono da meno. I giornali,i media,nessuno ha parlato di ciò che succedeva fuori dall’aula magna,mentre Napolitano riceveva gli encomi da chi in aula,invece,poteva starci. Gli studenti(e non solo i ricercatori) protestavano perchè non hanno potuto partecipare all’incontro,perchè avrebbero voluto farsi ascoltare dal Capo dello Stato,perchè,senza filtri e senza mezzi termini,avrebbero voluto spiattellargli in faccia la realtà calabrese. Napolitano,che è il Capo dello Stato italiano e dovrebbe rappresentare tutti i cittadini,farsi carico e portavoce di tutte le esigenze,in un paese che si dice pluralista,come il nostro,ha agito come il buon Virgilio suggeriva a Dante in un canto delle Divina Commedia "Non ti curar di lor ma guarda e passa". Nè ha preteso di avere la lettera che era stata scritta dai ricercatori dell’unical per illustrare quali erano le ragioni della protesta,lettera che non gli è stata fatta pervenire "per ragioni di sicurezza",manco fosse stato un pacco bomba,od una lettera delle Brigate Rosse. Si chiedeva solo attenzione ed ascolto,tutto quì. Ma in Calabria siamo abituati a questo genere di visite ufficiali,per le quali si spendono tempo ed energie a ripulire i sepolcri imbiancati della calabria,a mostrare le grandezze di questa terra,a porgere sorrisi e cortesie.In genere questo accade quando ci sono i nostri politici,nel mezzo. Fa una certa impresione vedere il rettore di un ateneo (in questo caso si è trattato di Giovanni Latorre) impegnato nel difficile compito del mediatore. Ma l’unical è stata anche capace,molti anni fa,di conferire una lauea ad onorem all’imprenditore Silvio Berlusconi,in ingegneria gestionale,nonostante il disappunto dell’allora preside di quella facoltà,l’illustre professore svizzero Guenot,il quale dopo un pò si ritirò dall’incarico.Pare che allora,Berlusconi,ringraziò con una bella cifra. Possono dirsi libere le università calabresi? Sono,a mio avviso,centri di potere,pozzi di denaro,e luoghi d’impiego. Il solito magna magna,insomma. Lodevole il discorso di Napolitano,che s’è mantenuto molto sul generico,come già aveva fatto nel dicorso di fine anno il 31 dicembre scorso.Non ha fatto il minimo accenno a ciò che è venuto fuori dall’inchiesta Why not-Saladino,ne a quella che è la vera questione calabrese,la fortissima emigrazione dei giovani dopo la laurea,che in Calabria non hanno futuro ne prospettive,se non quelle che conosciamo. A quali regioni meridionali si è rivolto,il presidente? I ragazzi non erano in aula,e tra qualche anno molti di loro non risiedaranno più neanche in Calabria. Chi sono le regioni meridionali?
Anna Rita Sarro