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CINEMA E STORIA. LO "STATO" SONNAMBOLICO DELL’ITALIA E LA CULTURA CHE SERVE PER UN CAMBIO DI SCENA.... E DI REGIA!!!

LA LEZIONE DI ROBERTO FAENZA. La politica italiana nel dopoguerra e negli anni del miracolo economico: "Forza Italia!" (1977-78) - a cura di Federico La Sala

venerdì 6 marzo 2009 di Federico La Sala
[...] Il film esce nelle sale nell’inverno 1977-1978, poco tempo prima del sequestro dell’onorevole Aldo Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana. In seguito a questo evento, in base ad una richiesta del Ministero dell’Interno, il film venne ritirato dalle sale, fu praticamente ostracizzato da successive proiezioni sul grande schermo, ed è molto raro che appaia in qualche palinsesto televisivo.
[...] Recente ridistribuzione del film assieme ad un libro dello stesso autore: nel (...)

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> LA LEZIONE DI ROBERTO FAENZA. La politica italiana ---- “Pacificazione”. B. e la sinistra attrazione fatale (di Roberto Faenza)

sabato 4 maggio 2013

“Pacificazione” B. e la sinistra attrazione fatale di Roberto Faenza (il Fatto, 4.05.2013)

Silvio Forever 2. Potrebbe essere il titolo di un formidabile film sull’attrazione sadomasochista che il Pd, ex Ds, ex Pds, ex Pci, prova per l’odiato e ora amato Silvio Berlusconi. La foto dell’abbraccio di Bersani con Angelino Alfano è già storia. A vederla mi sono commosso, perché la voglia di quell’abbraccio covava da tempo ed è stato un gesto liberatorio.

Il filosofo greco Eraclito coniò un termine perfetto: enantiodromia. Significava la corsa verso l’opposto. Così scriveva: “ciò che si oppone conviene e dalle cose che differiscono si genera l’armonia più bella, perché tutte le cose nascono secondo gara e contesa”. Sembra scritto per gli ex nemici Pd-Pdl, che a forza di rincorrersi si sono finalmente incontrati. Anche Jung credeva in quell’antica formula, tant’è che elaborò una sua teoria sugli opposti, che non possono fare a meno di intrecciarsi. Di recente ho letto un articolo che nobilita l’etimo, pare napoletano, della parola inciucio.

Il disegno di Napolitano

E ora la stampa fa a gara per definire gentiluomini i politici che sino a ieri venivano denigrati. Sicuramente molto dipende dal volere del presidente della Repubblica, quel Giorgio Napolitano, ex migliori-sta, che secondo alcuni ha decretato la dissoluzione del suo partito, in odio al comunismo di un tempo. Sembrerebbe vero osservando il disastro combinato con Monti, quando se avesse sciolto le Camere oggi governerebbe la sinistra. Sul fronte opposto splende il sole. Lo si capisce analizzando le parole della canzone dedicata a Berlusconi dai suoi fan: “Nobile e giusto, tu piaci per questo, sei il pensiero che ci guiderà. Il sogno riparte da qua, diventa realtà”. L’inno per il capo è ciò che manca al Pd. Chi potrebbe mai dedicare ai leader di un partito lacerato un’ode tanto passionale?

Berlusconi è il Maradona della politica. Attrae il suo popolo e ora anche il centrosinistra perché è un gigante di sfrontatezza. Il potere da sempre offre un’aura di grandiosità che calamita anche i nemici. Gli eredi del Pci hanno nel loro dna il germe del moralismo. A loro l’etica del gaudente è da sempre vietata. Palmiro Togliatti doveva amare di nascosto Nilde Iotti, pena la scomunica del partito. Massimo D’Alema, per il solo fatto di essersi comprato un paio di scarpe di pregio, è stato messo in croce. Quando negli anni Cinquanta qualcuno voleva iscriversi al Pci correva l’obbligo di riempire una scheda biografica di tutti gli intimi comportamenti. “Possiede un barboncino”, si legge su una scheda negli archivi del Pci di Bologna, per sottolineare l’imborghesimento di un aspirante compagno.

Chi non invidia almeno un poco l’ultrasettantenne che può permettersi di avere non una ma cento amanti senza doverle nascondere, comprarsi non un cagnolino ma un intero canile, avere a disposizione cuochi e avvenenti segretarie? Quella sì che è vita, è il pensiero latente che pulsa nel cromosoma sinistro dei nostri democratici.

L’uomo, spiegava Freud, è attratto da ciò che non ha. Non credo di esagerare, ma lo streaming di Bersani di fronte ai due esponenti 5 Stelle è qualcosa di raccapricciante. Il leader del maggior partito della sinistra europea va a Canossa da due novellini assisi in cattedra che si prendono gioco di lui. Se uno di noi è sotto stress, al massimo gli viene l’herpes. A un politico invece cala l’autostima. Qualcosa di simile accade nel 1990 quando D’Alema e Veltroni furono umiliati, costretti a fare anticamera nel camper di Craxi parcheggiato a Rimini. Il Pd in crisi di identità La crisi di identità del Pd sta tutta nel comportamento abnorme di queste settimane. Eppure non è solo il Pd a volersi amalgamare. Lo stesso Berlusconi, se gli fosse data l’occasione, non esiterebbe di fronte alla possibilità di diventare il capo del Partito Unico Italiano, nato dalla fusione dei due nemici di un tempo.

Come Zelig, non vedrebbe l’ora di cambiare pelle. Basta con quegli straccioni provenienti dalle truppe ex An ed ex Dc. Che bello imparentarsi con le frange nobili della sinistra, con i suoi intellettuali e passare alla storia come l’uomo che emigrò dalla destra alla sinistra con la stessa nonchalance con cui si passa da una vergine a un’olgettina. Ricordate le sequenze finali di Attrazione fatale? Il film si conclude in casa di Dan, dove la moglie Beth viene sorpresa in bagno da Alex, la persecutrice invaghita del marito che tenta di ucciderla. Sarà Beth ad avere la meglio e a infliggerle il colpo mortale.

Accadrà lo stesso all’abbraccio dei due partiti che si combattono da vent’anni e ora si fanno fotografare sorridenti insieme al governo? Il guaio è che non siamo al cinema e in tutte le storie di attrazioni fatali l’attratto finisce quasi sempre per cadere nel pozzo avvelenato dell’attraente. È lo stesso rischio che corre il Pd. Finire stritolato tra le braccia di Berlusconi. Forever.


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