Il "Pensiero liquido" e "The point of being"
di Gaetano Mirabella
Nel mio "Pensiero liquido e crollo della mente" ci sono due capitoli che costituiscono il mio contributo al libro "The point of being" scritto con altri coautori (Derrick de Kerckhove, Cristina Miranda de Almeida, Marialuisa Malerba, Loretta Secchi, Isabelle Choiniere, Rosane Araujo, Semi Ryu, Jung A. Hu (Cambridge Scholars Publishing, 2014)
Il Pensiero liquido (del 2009) configura il crollo della mente come l’evento che apre vie di fuga dal Big Data per i nativi del web e per tutti coloro i quali si sentono clandestini a bordo di una vecchia configurazione percettiva del mondo. Il crollo della mente ha determinato la fine dell’uomo teoretico e l’egemonia dell’emisfero sinistro del cervello. Il "sentire" ha acquisito la modalità del pensiero che pensa e forgia una nuova ESTERNITA’ che , come una terra promessa, attira i nativi del web e i Fuggiaschi del Big Data.
Le informazione dei sensi "pensano" per noi che non abbiamo più mente; esse sono sorgenti aperte perchè hanno spalancato le chiuse del linguaggio e il pensiero liquido del sentire pensante, scende giù con la propria acqua investendo le cose di un volto nuovo. La nuova consapevolezza fluisce oggi in un ambiente cosciente, in uno SPAZIO CHE SENTE, che si può considerare una sorta di secondo mondo, sorto su una ESTERNITA’ che cresce e s’innalza come un grattacielo in costruzione.
In questa dimensione sempre nuova e cangiante, si muove un SENTIRE PENSANTE che ci svela che siamo parti di un grande corpo, che siamo "cellule pensiero" che pensano e sono "pensati da un pensiero liquido". L’ESTERNITA’ è adesso!
Non c’è nulla a priori, ogni cosa è ADESSO, essa non è un mondo oggettivo che si autoafferma con la sua immanenza, ma una sottile striscia di terra, un fugace silenzioso poggiare i piedi su di un fazzoletto di terra di cui ci si accorge perchè il comportamento degli uomini ha un’impennata verso modalità stranianti.
Nota sulla figura del "Pensiero liquido":
L’uomo della copertina del libro sembra stia cadendo, ma non è così. Il nostro linguaggio ci ha trattenuto così a lungo nelle sue logiche descrittive, che non siamo in grado di descrivere e percepire eventi che accadono come flusso dello "spazio-mondo" in cui si attiva la consapevolezza di essere noi stessi il LUOGO, LO SPAZIO CHE SENTE. IL vuoto, il nuovo spazio, inizia là dove finisce il linguaggio, che è ancora nei dintorni della carne, ma già fuori dal corpo; là, in quello spazio, inizia a risplendere l’intensa consapevolezza di cui non siamo coscienti perché il suo splendore è senza luce per il linguaggio.
L’uomo della copertina, funambolo del linguaggio, salendo, dialoga con il rosso del cielo e il dialogo diventa il passare attraverso la parola per dissolverla in quanto parola, per svuotarla del significato razionale e renderla liquida o appartenente ad un ordine semantico differente. Leggero e orientato verso l’abbandono di ogni organicità, quest’uomo fa il suo ingresso in una logica porosa in cui "alto" e "basso", "sopra" e "sotto", non sono più predicati del cosmo. Senza la vecchia mente l’uomo non appartiene più a se stesso ma al luogo, al cielo in cui si muove, nell’era spettacolare della filmabilità tecnica della sua esistenza.
GAETANO MIRABELLA