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POLITICA, CONFLITTO D’INTERESSE, E ... "UNDERSTANDING MEDIA" ("GLI STRUMENTI DEL COMUNICARE"). I nuovi media non sono giocattoli e non dovrebbero essere messi nelle mani di Mamma Oca o di Peter Pan.

LA "PROFEZIA" DI MARSHALL MCLUHAN: NARCISO E LA MORTE DELL’ITALIA. Il "rimorso di incoscienza" di Marshall McLuhan - a cura di Federico La Sala

LA CONCESSIONE PIU’ GRANDE. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un’azienda privata o dare in monopolio a una società l’atmosfera terrestre.
lunedì 8 ottobre 2018
[...] Fin quando resteremo legati a un atteggiamento narcisistico e considereremo le estensioni dei nostri corpi qualcosa di veramente esterno e indipendente da noi, non riusciremo ad affrontare le sfide della tecnologia se non con le piroette e gli afflosciamenti di una buccia di banana.
Archimede disse una volta: "Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo". Oggi ci avrebbe indicato i nostri media elettrici dicendo:
"M’appoggerò ai vostri occhi, ai vostri orecchi, ai vostri nervi e (...)

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> LA "PROFEZIA" DI MARSHALL MCLUHAN: NARCISO E LA MORTE DELL’ITALIA. ---- Si può pronunciare una definizione: elettroregime (di Vincenzo Vita - L’attacco alla libertà di stampa)..

lunedì 31 agosto 2009


-  Tutti in piazza contro l’elettroregime
-  L’attacco alla libertà di stampa

di Vincenzo Vita (l’Unità, 31.08.2009)

È, quello di Berlusconi, un regime autoritario populista, supportato e protetto da una gendarmeria mediatica: violenza simbolica, non oltraggio fisico dei corpi, bensì occupazione dell’immaginario. Ma anche i corpi vengono giocati nell’autorappresentazione del potere, come dimostra la vicenda tragica dell’immigrazione ‘clandestina’. Si può pronunciare una definizione: elettroregime. Gli esempi si sprecano. Solo nelle ultime settimane: dapprima il provvedimento del ministro Alfano sulle intercettazioni con relativo bavaglio dell’informazione e dei blog, i continui attacchi censori ad internet; eppoi la durissima offensiva contro la terza rete televisiva, il tg3 e -implicitamente - verso tutto ciò che esce dalla volgare leggerezza del tempo, dalla subcultura oggi egemone. Nel mirino Rainews, programmi e volti o voci più o meno famosi, fuori dal coro. Come fu per Enzo Biagi. Per finire (?) all’incredibile querela contro ‘la Repubblica’ dopo la pubblicazione di legittime domande ad un personaggio che fa il premier, con stupore del resto di gran parte delle più prestigiose testate straniere. E per passare pure attraverso la vicenda dell’attacco al direttore dell’’Avvenire’ da parte del giornale di famiglia. Sullo sfondo tagli, tagli, tagli: alla scuola, all’università, alla cultura, allo spettacolo. E spericolate operazioni di mercato, come la forzosa uscita della Rai dalla piattaforma satellitare di Sky, a beneficio della pay tv digitale di Mediaset. Attenzione a considerare solo un’antipatica patologia quanto sta avvenendo, o un puro abuso di potere. In verità, si tratta dell’avvio di un’involuzione politica, istituzionale e sociale profonda: un sistema presidenziale senza contrappesi democratici, deregolato e celebrato a reti unificate.

Del resto, nel nuovo secolo permeato da universi cognitivi a scorrimento iperveloce e fondato su una struttura immateriale tutt’altro che libera, il controllo rigido delle fonti della conoscenza e del senso comune è un imperativo categorico di chi intende scalare governo e potere in pieno conflitto di interessi. Ecco perché sta succedendo qualcosa di inquietante. E forse inedito. Una sorta di prova generale. Mai prima il tg1 aveva così platealmente occultato (non solo manipolato) le notizie; mai qualcuno si era sognato di portare un quotidiano in tribunale per delle domande. Ci si mobiliti, con tutte le forze disponibili. Incoraggia la quantità enorme di adesioni all’appello sulla libertà di informazione di Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, nonché a quello dell’associazione ‘Articolo 21’. Si metta insieme, già nelle prossime ore, un comitato promotore non limitato alle forze poltiche, ma ricco di momenti organizzati e non della società, per programmare a settembre una straordinaria manifestazione nazionale per i diritti e le libertà. Lanciò la proposta Dario Franceschini, raccolta un po’ da tutti. Dalle parole ai fatti. Alla lotta.


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