Perché oggi abbiamo bisogno di Platone
di Marco Rovelli (l’Unità, 15.06.2013)
«LA REPUBBLICA DI PLATONE» RISCRITTA DA ALAIN BADIOU (EDITA DA PONTE ALLE GRAZIE) CREDO SIA UNO DEI LIBRI PIÙ BELLI CHE HO LETTO QUEST’ANNO: si legge come un testo teatrale, c’è il medesimo tono brillante e la messa in scena propria di un drammaturgo (quale Badiou è, del resto). Peraltro Badiou si appropria di Platone a tal punto che gli stessi concetti fondamentali cambiano nome: «Idea del Bene» diventa «Verità», «anima» diventa «Soggetto» (e la sua tripartizione diventa «le tre istanze del Soggetto»: Desiderio, Affetto, Pensiero), e, lacanianamente, Dio diventa il «grande Altro».
Una riscrittura vera e propria, anacronismi compresi (da Mao al mito della caverna calato in una sala cinematografica). Perché abbiamo bisogno di Platone, oggi? Perché, come scrive Badiou nella prefazione, «ha aperto la strada alla convinzione che governare noi stessi nel mondo presupponga che una qualche via d’accesso all’assoluto ci sia dischiusa».
Non si tratta dell’Assoluto di un Dio, o dell’Assoluto idealistico, ma di questo: che «il sensibile di cui siamo intessuti, al di là della corporeità individuale e della retorica collettiva, partecipa della costruzione di verità eterne» una verità vuota, che accoglie gli eventi che producono senso, e molteplice.
In una intervista che si trova sul blog Superdupont di Stefano Montefiori, Badiou afferma: «Platone è il maestro dell’idea di universalità, senza la quale l’umanità non riuscirà a uscire dal caos. Se Platone attribuisce molta importanza alla matematica è solo per questo, perché vede nella matematica un esempio astratto di universale. Se conosci le regole del gioco, tutti possono giocare. Platone non pensava certo che fosse una ricetta facile o immediata, questa universalità bisogna cercarla e costruirla».
Il comunismo prefigurato nella Repubblica è, per Badiou, il momento più alto di questa universalità: e solo sulla base di questa idea si può uscire dall’unica altra universalità, quella che sta devastando il genere umano, ovvero quella del denaro.