Origini della filosofia
Talete non fu il primo
di Dorella Cianci (Il Sole-24 Ore, Domenica, 25.10.2015)
Sarebbe bello immaginare sulla scena Philosophia che racconta le sue origini lontane, provando a togliere i veli dei vari errori epistemologici che si sono pian piano radicati lungo i secoli intorno alla sua parola. Con quest’immagine andrebbe letto l’ultimo lavoro di Livio Rossetti, un tentativo di defilosofizzare Talete e alcuni dei cosiddetti “presocratici” o “preplatonici”.
Ma chi ha inventato davvero la parola philosophia e derivati? Non Talete, molto abile come scienziato,ma meno rilevante nelle testimonianze che lo individuano come un filosofo alle prese con l’arché di tutte le cose. In fondo le testimonianze sono poco attendibili e troppo tarde: Aristotele ne parla a distanza di due secoli e mezzo, Simplicio ben undici secoli dopo e ognuno lo fa con mezzi espressivi già molto lontani.
Come afferma l’autore: «le informazioni fornite soffrono di rilevante instabilità semantica». Lo stesso discorso vale per Anassimandro e Anassimene, valenti come proto scienziati di Mileto, ma non come proto filosofi, se per filosofi si intende una branca scientifica dotata di un suo statuto epistemologico e non semplicemente un potenziale filosofico-creativo esistente sin da Talete e presente anche nei poeti e in Omero. I presocratici vissero un momento di incubazione della filosofia, ma nessuno di loro (probabilmente) fu consapevole di fare filosofia!
La filosofia dunque non nasce con Talete e neanche con Parmenide, ma diviene consapevole di se stessa e della sua parola con Platone. In Platone vi sono ben 350 occorrenze della parola filosofia, mentre per il periodo precedente le occorrenze sono di poche decine.
Fu Aristotele a retrodatare la filosofia, attribuendo a Talete il ruolo di inventore. Rossetti chiarisce che si può stabilire una differenza fra una filosofia antica (al quadrato) e una filosofia, sempre antica, ma con accezione “moderna”: nella prima accezione allude a una condizione creativa dell’uomo espressa con la parola, non troppo lontana da quella dei sofisti (e in questa potrebbe rientrare anche il Socrate storico); poi vi è l’accezione “moderna”, nata con Platone e con il suo testimonial Socrate, il quale fonda una disciplina con dei testi canonici (i dialoghi). Socrate dunque non ebbe alcun ruolo nell’invenzione della “vera” filosofia? Rossetti pare dirci questo, poiché quando la filosofia ha cominciato a prendere forma, egli era già morto da una quindicina di anni.