Immigrazione, il monito di Napolitano: «Troppa retorica xenofoba» *
Giorgio Napolitano ha attaccato questa mattina «il diffondersi di una retorica pubblica che non esita - anche in Italia - ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia. La crisi economica globale - ha aggiunto il presidente aprendo il convegno del Centro Europeo delle Fondazioni - impone un maggiore impegno nella lotta contro la povertà che rischia di aggravarsi ed estendersi e richiede iniziative pubbliche e private di prevenzione, una mobilitazione a tutti i livelli a livello Europeo e nelle politiche nazionali».
Prima dell’intervento di Napolitano aveva parlatop da Gaeta il ministro degli Interni Roberto Maroni. «L’Italia è in prima linea nella lotta all’immigrazione clandestina, noi investiamo le nostre risorse per proteggere anche i paesi europei, ma vogliamo che la Ue prenda decisioni che finora non ha preso e aiuti i paesi più esposti su questo fronte». Il responsabile del Viminale ha anche sottolineato «l’obbligo morale di contrastare il traffico di clandestini con ogni mezzo».
«Questo non vuol dire - ha spiegato - chiudere le porte a chi scappa dalla guerra e dalla fame: l’Italia ha sviluppato il miglior sistema di accoglienza per chi viene nel nostro paese per lavorare. Ma opporremo un netto contrasto nei confronti di chi vuol venire per altri scopi. Tanti sono gli strumenti a nostra disposizione e, con l’approvazione in Parlamento del ddl sulla sicurezza, ne avremo di ulteriori».
Maroni si è detto convinto che «oggi è una giornata importante ed è una ulteriore tappa della svolta iniziata nella lotta all’immigrazione clandestina». «Le forze dell’ordine italiane - ha aggiunto - hanno molti strumenti a disposizione per il contrasto all’immigrazione clandestina, ma non sono sufficienti se manca la collaborazione internazionale che è indispensabile per contrastare il traffico di essere umani, il più indegno che ci sia».
E poi è tornato sulle critiche espresse dalla Cei: «Pregiudizi infondati».
«Napolitano? Io ascolto la gente» ha replicato Umberto Bossi, ministro per le Riforme e leader della Lega, rispondendo a Montecitorio ai giornalisti che gli chiedono di commentare le dichiarazioni del presidente della Repubblica sull’eccesso di retorica xenofoba. «Io ascolto la gente - dice Bossi - Non come Franceschini, il suo (intervento in aula, ndr) sembrava un suicidio in diretta. Non ascolta la gente».
«Avete scelto di trasformare barconi pieni di disperati che scappano da guerre e violenze in uno spot elettorale per guadagnare qualche voto in più» ha ribattuto Dario Franceschini annunciando alla Camera il «no» del Pd al ddl sicurezza. I respingimenti dei barconi, ha aggiunto Franceschini, «sono uno spot contro la vostra stessa legge, la Bossi-Fini, per la quale i respingimenti sono individuali». «Non avete ascoltato l’Unione Europea - ha aggiunto il segretario del Pd - delle organizzazioni umanitarie, dei vescovi, voi che siete così ipocritamente devoti». «Quando la politica - ha concluso - per la caccia morbosa al consenso schiaccia i valori, non eè più politica».
«Sono contro la xenofobia da sempre, così come lo è il governo» ha detto il premier Silvio Berlusconi. «Non ho conoscenza di queste critiche. Ho parlato più volte con i responsabili della Conferenza episcopale e ho sempre trovato un’accoglienza positiva da parte loro».
Intanto l’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge in materia di sicurezza. Il testo, su cui ieri il governo ha incassato tre fiducie su altrettanti suoi maxiemendamenti, ora passa al Senato. I voti a favore sono stati 297, 255 i contrari, tre gli astenuti. Le minoranze linguistiche si sono astenute.
* l’Unità, 14 maggio 2009