LA CALABRIA E L’UNITÀ DELLA SINISTRA (DA LEGGERE TUTTO)
di Emiliano Morrone *
Calabria, molti dirigenti del Pd auspicano l’unità della sinistra: contro "il razzismo di Salvini" e per una generica accoglienza tutta italiana. Intanto l’Italia partecipa alle "missioni di pace", il potere le chiama così, secondo i media della finanza volte a regalare libertà duratura e condizioni democratiche alle vittime dei regimi non occidentali.
Ciò che più mi colpisce di questa sinistra calabrese, la stessa che per brama di poltrone sostenne l’ultima riforma costituzionale bocciata dal popolo, è l’oblio definitivo dei deboli, degli abbandonati, delle nostre periferie dell’impero abitate da uomini di diversi colori, lingue, fedi e tradizioni.
Questa sinistra calabrese ha dimenticato la lotta di classe, si è imborghesita: vive ormai di salotti, gala, abbuffate, privilegi e celebrazioni.
Questa sinistra calabrese ha scordato i lavoratori, le diseguaglianze del presente, lo sfruttamento dei manovali (e oggi anche degli intellettuali) e il ruolo di emancipazione sottratto alla scuola pubblica pure dall’esercito parlamentare di quel buffone di Matteo Renzi.
Con il pretesto della carità cristiana, questa sinistra calabrese nega e nasconde che sulle navi della speranza viaggiano deportati prossimi alla schiavitù; ad accettare paghe da miseria per lavorare come bestie e senza diritti; a subire l’ostilità di molti italiani in una guerra tra disperati creata a uso (e consumo) del grande capitale.
Questa sinistra calabrese non si assume la responsabilità d’aver concorso in largo alla fine della sanità regionale e d’aver sempre taciuto sul criterio con cui dal 1999 è ancora ripartito il Fondo sanitario, che affossa i nostri ospedali e insieme alla diffusa e impunita mafia burocratica determina l’emigrazione (da 300 milioni all’anno) per cure al Nord.
Questa sinistra calabrese non guarda agli anziani e nemmeno ai giovani, che lascia in un angosciante e interminabile precariato. Inoltre non parla mai di previdenza, di assistenza sociale, di tutela del risparmio e di vigilanza sul credito, pur sapendo che in Calabria il costo del denaro è tra i più alti in Europa.
Questa sinistra calabrese difende a spada tratta le nomine dirigenziali illegittime, gli incarichi dati in barba alle norme ad amici e compari, l’opacità nella gestione pubblica e i torti quotidiani ai tanti (calabresi) che non hanno appoggi politici.
Questa sinistra calabrese, che esalta il silente Roberto Saviano, mai indignato per la spaventosa subalternità del Sud, fa finta di non capire che la ’ndrangheta prolifera nei luoghi in cui dilagano povertà, ingiustizia e abusi di palazzo.