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Politica

Lettera al direttore di una studentessa calabrese di Scienze politiche

Dubbi, sconforto e smarrimento
giovedì 25 giugno 2009 di Vincenzo Tiano
Egregio direttore Emiliano Morrone,
a pochi giorni dal ballottaggio elettorale riguardante l’elezione del Presidente della Provincia di Cosenza, il mio sato d’animo e quello di altri cittadini sangiovannesi è pressochè “confuso”. Queste poche righe, scritte senza nessun doppio fine, non credo cambieranno nulla, ma spero favoriscano una presa di coscienza da parte di tutti coloro, candidati e non, che stanno facendo della politica uno “spot pubblicitario”.
Sono (...)

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> Lettera al direttore di una studentessa calabrese di Scienze politiche

giovedì 25 giugno 2009

Cara Maria Francesca,

in politica ciò che è in gioco è la rappresentanza della società. Come tutti possiamo constatare la società è divisa fra ricchi e povera. Fra chi sfrutta e chi è sfruttato. Fra chi comanda e chi è comandato. Fra chi lavora e chi sul lavoro altrui costruisce le proprie fortune. Fra chi uccide e chi è ucciso. Insomma è una società divisa in classi.

E chi fa politica si candida alla rappresentanza di questa o quella classe sociale, di questo o quel blocco di interessi. Nella politica italiana degli ultimi 15 anni chi ha vinto è stato il capitalismo, perchè le due aggregazioni politiche più forti (centrodestra e centrosinistra) hanno fatto a gara a chi rappresentava meglio gli interessi del capitalismo. Sostanzialmente si è registrata una continuità di fondo fra le politiche del centrodestra e le politiche del centrosinistra. Prendiamo l’esempio del mondo del lavoro. Il centrosinistra con l’approvazione del paccheto Treu nel 1997 ha introdotto la precarietà dicendo che sarebbe stata uno strumento utile per combattere la disoccupazione. I governi di centrodestra che sono arrivati dopo, inserendosi nella strada già spianata di chi li aveva preceduti, hanno approvato la legge Biagi ingigantendo un problema già drammatico. Così i giovani in cerca di lavoro hanno perso e i datori di lavoro hanno vinto perchè sfruttando il lavoro altrui e con l’ausilio di quelle leggi, hanno goduto di manodopera a basso costo e da ricattare. Lo stesso è accaduto sul tema della guerra. C’è stato, in Italia, un forte movimento "no-war" contro Berlusconi e le sue politiche filo-americane guerrafondaie. E’ arrivato poi il secondo governo Prodi e ha fatto il record in spese militari. Ti ricordi la pagliacciata di Bertinotti che è andato a salutare la folgore con la spilletta della pace? Si potrebbe continuare, ma fermiamoci qua per fare solo degli esempi significativi.

Tutto ciò per dirti che in politica bisogna necessariamente essere di parte. Per ritornare agli esempi di prima, o si stava con i giovani in cerca di lavoro o con gli sfruttatori; o si stava col movimento "no-war" o dalla parte delle politiche di guerra.

Si possono, al riguardo, citare a pieno titolo le parole di Antonio Gramsci: Vivo, sono partigiano. Peciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Quindi perchè TU non puoi essere di parte?

Pensaci.

Ricambio la stima e il rispetto.


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