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AI CERCATORI DEL MESSAGGIO EVANGELICO: "CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE ... DEUS CHARITAS EST"(1 Gv., 4.1-8). Una nota sulla "lettera" perduta ...

IN VATICANO NON CAPISCONO UN’ACCA ("H") DI CRISTIANESIMO. La "Caritas in Veritate" esce in ritardo, colpa del latino (e del greco). Una nota di Orazio La Rocca - a cura di Federico La Sala

domenica 28 giugno 2009 di Federico La Sala
[...] La terza enciclica era stata annunciata più volte nei mesi scorsi dalle autorità pontificie per il prossimo 29 giugno. Anche lo stesso Ratzinger ne ha fatto cenno in più occasioni. L’ultima volta, il 13 giugno scorso parlando ai membri della Fondazione "Centesimus Annus", organismo che si ispira ad una delle più popolari encicliche di Giovanni Paolo II [...]
LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM".
Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora (...)

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> IN VATICANO NON CAPISCONO UN’ACCA ("H"). La "Caritas in Veritate" esce in ritardo --- Lotta contro il tempo in Vaticano per far uscire l’enciclica sociale di Benedetto XVI prima del prossimo G8 che si terrà in Italia a L’Aquila. Il testo, secondo l’Adnkrons, è stato ormai completato, anche se qualche ritocco potrebbe ancora essere compiuto da Ratzinger nelle prossime ore. L’enciclica porterà in ogni caso la data del 29 giugno, festività dei santi Pietro e Paolo.

domenica 28 giugno 2009

La Stampa, 27/6/2009

-  CRISI ECONOMICA HA DETERMINATO APPROFONDIMENTI DEL TESTO

Amore nella verità: soluzione alla crisi

GIUSTIZIA, CRISI MONDIALE, AMBIENTE E RELAZIONI NORD-SUD FRA I TEMI DELL’ENICICLICA "CARITAS IN VERITA’"

GIACOMO GALEAZZI

Lotta contro il tempo in Vaticano per far uscire l’enciclica sociale di Benedetto XVI prima del prossimo G8 che si terrà in Italia a L’Aquila. Il testo, secondo l’Adnkrons, è stato ormai completato, anche se qualche ritocco potrebbe ancora essere compiuto da Ratzinger nelle prossime ore. L’enciclica porterà in ogni caso la data del 29 giugno, festività dei santi Pietro e Paolo. Della «Caritas in veritate» (amore nella verità) - questo il titolo del testo - esistono del resto diverse bozze, come avviene spesso per le encicliche, ma quella definitiva è nelle mani del Papa. Restano le previsioni sulla data di pubblicazione. Il 4 il 6 o il 7 luglio.

Insomma è questione di una settimana ma ormai è davvero una lotta contro il tempo perchè oltre alle traduzioni, almeno quelle nelle lingue più diffuse a livello mondiale, c’è il problema dei tempi di stampa per un testo che dovrà essere distribuito in centinaia di migliaia di copie. La «Caritas in veritate» è la terza lettera enciclica di Ratzinger dopo la «Deus caritas est» e la «Spe salvi».

Il testo del Papa toccherà diffusamente il tema della giustizia come uno dei punti centrali della riflessione sulle questioni sociali ed economiche del nostro tempo. Tuttavia la critica anche forte alle derive speculative del capitalismo mondiale non assumerà i toni della messa in discussione del «sistema» economico in quanto tale; in questo senso il testo si riallaccerà alle encicliche sociali di Giovanni Paolo II, la «Sollicitudo rei socialis» (1987) e la «Centesimus Annus» (1991), ma anche la «Populorum progressio» di Paolo VI (1967).

Insomma a finire sul banco degli accusati sarà il tracollo etico e morale che ha coinvolto il mondo della finanza e livello globale con l’ultima crisi. Ancora i temi del clima e dell’ambiente, cioè della salvaguardia del Creato, della pace, della povertà e del disarmo troveranno spazio all’interno del testo del Papa. Così come il sistema di relazioni economiche fra Paesi poveri e Paesi ricchi.

E se pure vi saranno alcune indicazioni di carattere generale circa le risposte concrete da dare alle diverse situazioni, l’enciclica non sarà un testo da «economisti», ma anzi si muoverà lungo le direttrici dei grandi principi - quello della governance globale richiamato spesso dal Papa in questi mesi - e quello dei riferimenti etici di fondo relativo ai comportamenti dell’ uomo, alla scelta fra il bene e il male, al messaggio cristiano che si invera anche nelle questioni sociali ed economiche. Lo stesso Ratzinger inoltre aveva spiegato solo un paio di mesi fa che la forza della crisi economica e finanziaria a livello mondiale lo aveva indotto ad ulteriori approfondimenti del testo.

Di particolare rilievo, per comprendere la riflessione del Pontefice su tutta la materia, quanto lo stesso Benedetto XVI disse rispondendo a una sacerdote lo scorso 29 febbraio proprio sui problemi della crisi economica: «È dovere della Chiesa - disse nell’occasione il Papa - denunciare gli errori fondamentali che si sono oggi mostrati nel crollo delle grandi banche americane. L’avarizia umana è idolatria che va contro il vero Dio ed è falsificazione dell’immagine di Dio con un altro Dio, Mammona». «Dobbiamo denunciare con coraggio - aggiungeva - ma anche con concretezza, perchè i grandi moralismi non aiutano se non sono sostenuti dalla conoscenza della realtà, che aiuta a capire che cosa si può in concreto fare. Da sempre la Chiesa non solo denuncia i mali, ma mostra le strade che portano alla giustizia, alla carità, alla conversione dei cuori. Anche nell’economia la giustizia si costruisce solo se ci sono i giusti. E costoro si formano con la conversione dei cuori».

Dunque si annuncia un luglio davvero intenso per Benedetto XVI: da qui al 10 del mese, infatti, dovrà vedere la luce l’enciclica sociale «Caritas in veritate» quindi si svolgerà l’incontro fra Benedetto XVI e il nuovo Presidente americano Barack Obama. Quest’ultimo avverrà il 10 luglio nel pomeriggio. Poi il 13 Ratzinger si trasferirà in Valle d’Aosta per un periodo di risposo che si prolungherà fino al 29 di luglio. Nel frattempo era atteso anche un altro documento: il motu proprio nel quale doveva essere definito il trasferimento della Pontificia commissione Ecclesia Dei sotto la giurisdizione della Congregazione per la dottrina della fede. Un provvedimento già annunciato dal Papa. In tal modo la questione dei lefebvriani sarà gestita direttamente dal dicastero vaticano che fu a lungo presieduto dallo stesso Ratzinger e nel quale Benedetto XVI ripone una particolare fiducia.Del resto ora si dovrà aprire una fase di colloqui fra Vaticano e Fraternità di San Pio X che avrà un profilo essenzialmente dottrinario, per questo l’ex Sant’Uffizio è il dicastero più indicato a svolgere il compito. Difficile invece che il motu proprio contenga anche norme relative all’incardinamento della Fraternità nella struttura della Chiesa cattolica, prima infatti dovrà essere sciolto il nodo dell’adesione dei lefebvriani al Concilio Vaticano II, quindi si porrà la questione della loro posizione all’ interno della Chiesa.

Tuttavia c’è anche la possibilità che il motu proprio del Pontefice venga ulteriormente rinviato, anche perchè il rischio è una sovrapposizione mediatica con l’enciclica nel caso in cui i documenti uscissero a distanza troppo ravvicinata l’uno dall’altro. Insomma il caso lefebvriani potrebbe oscurare almeno in parte la «Caritas in veritate». In ogni caso lunedì prossimo, festa dei santi Pietro e Paolo, il Papa imporrà il sacro pallio ai nuovi arcivescovi metropoliti; sono 34 in tutto e fra di loro ci sono anche tre italiani: Mons. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze; mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa; Mons. Domenico D’Ambrosio, arcivescovo di Lecce. Inoltre fra i nuovi arcivescovi che riceveranno dalle mani del Papa il pallio simbolo della comunione con il pontefice romano, ci saranno anche quelli di New York, Bangkok, Leopoli dei latini (Ucraina), Toledo, Rio de Janeiro.


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