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LA "LETTERA" E LO "SPIRITO". SINODO DEI VESCOVI 2008: ANNO DELLA PAROLA DI DIO. MA QUALE DIO: AMORE ("CHARITAS") O MAMMONA ("CARITAS")?! Fatto sta che la prima enciclica di Papa Benedetto XVI è dedicata al dio Mammona ("Deus caritas est", 2006).

BIBBIA, INTERPRETAZIONE, E "LATINORUM" CATTOLICO-ROMANO. Contro lo Spirito evangelico ("charitas"), la Federazione biblica cattolica avalla il tradizionalissimo e menzognero magistero della "Deus caritas est" e della "Caritas in veritate" di Papa Ratzinger. Interventi di Vincenzo Paglia e Altri, ripresi dall’Osservatore Romano - a cura di Federico La Sala

"CHARISSIMI, NOLITE OMNI SPIRITUI CREDERE... DEUS CHARITAS EST"(1 Gv., 4.1-16)
martedì 25 agosto 2009 di Federico La Sala
[...] Benedetto XVI nell’omelia di chiusura del sinodo affermava: "Il luogo privilegiato in cui risuona la Parola di Dio, che edifica la Chiesa(...) è senza dubbio la liturgia. In essa appare che la Bibbia è il libro di un popolo e per un popolo; un’eredità, un testamento consegnato a lettori, perché attualizzino nella loro vita la storia di salvezza testimoniata nello scritto(...) la Bibbia rimane un Libro vivo con il popolo, suo soggetto, che lo legge; il popolo non sussiste senza il (...)

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> BIBBIA, INTERPRETAZIONE, E "LATINORUM" CATTOLICO-ROMANO. --- LA BIBBIA ALFABETO DELLA CIVILTA’ (di Enzo Bianchi).

domenica 17 gennaio 2010

La Bibbia alfabeto della civiltà

di Enzo Bianchi (La Stampa, 17 gennaio 2010)

E’ innegabile che nell’ultimo secolo si sia verificato un mutamento radicale riguardo al posto delle Sante Scritture nella vita della Chiesa cattolica, una rinnovata sensibilità che ha lasciato la sua testimonianza più forte e autorevole nella Dei Verbum, la costituzione conciliare sulla Parola di Dio. Così la Bibbia, da testo tenuto ai margini dell’insegnamento e della catechesi cattolica, ignoto alla maggior parte dei battezzati, è divenuto sempre più familiare, raggiungendo anche in Italia dati di diffusione un tempo impensabili.

Eppure, nonostante questa feconda riscoperta, quanti credenti leggono regolarmente la Bibbia, quanti cristiani considerano il Vangelo come testo normativo della loro esistenza e delle scelte quotidiane? Secondo le indagini demoscopiche, solo un numero ridotto, anche rispetto ai soli cattolici «praticanti». Né sono mancati in questi ultimi anni gli appelli ad affrontare il problema dell’assenza della Bibbia nella scuola italiana e più in generale nel tessuto culturale del paese: un’assenza che indebolisce la memoria storica del «grande codice» della cultura occidentale e la possibilità di incontro con un testo ancora oggi tra i più ricchi e stimolanti, non solo sul piano religioso ma su quello storico, letterario, artistico e filosofico.

Il nuovo spazio radiofonico che la trasmissione Uomini e profeti inaugura oggi (alle 10) sulla terza rete della radio pubblica si inserisce in questa duplice consapevolezza: l’importanza della conoscenza della Scrittura e la scarsa dimestichezza con essa che permane in larghi strati della popolazione. «Leggere la Bibbia» in modo corale, con un approccio attento alle voci diversificate in ambito ebraico, cristiano, musulmano, storico, filosofico può costituire un prezioso servizio non solo all’approfondimento del fenomeno religioso, ma anche alla qualità della convivenza civile.

Scavare nella storia del testo biblico, indagare sulla sua formazione e le infinite interpretazioni cui ha dato luogo, rileggerlo alla luce degli eventi che segnano le vicende quotidiane e le grandi svolte epocali fornisce elementi di migliore conoscenza di se stessi e degli altri, di più attenta comprensione del senso delle nostre esistenze e di risposta alle domande fondamentali che ci accomunano come esseri umani: da dove veniamo, dove stiamo andando, che senso ha la nostra vita e l’evolversi del creato e della storia, cosa ci attende dopo la morte? È questa un’esigenza che emerge sempre più forte nella nostra società, abitata da uomini e donne di diversa matrice religiosa o che si considerano estranei a qualunque appartenenza confessionale.

Leggere la Bibbia «insieme», cioè tenendo conto della presenza dell’altro, è allora una sfida e nel contempo un’enorme potenzialità: avvia infatti un percorso orientato al senso dell’esistenza, uno sforzo per ritrovare una grammatica comune, un tentativo di riscoprire le autentiche radici di tanti nostri comportamenti e di ridare vivacità di voci e tonalità a quell’affascinante raccolta di testi redatti nell’arco di quasi un millennio che Chagall amava definire il grande «alfabeto colorato» della civiltà occidentale.


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