Non conosco bene i fatti e i retroscena di tutta la vicenda se non quanto possa sapere un comune cittadino informato dalla stampa, né conosco, mio malgrado, il giudice Barillaro. Ma se devo giudicare quanto letto in questa serie di botta e risposta pubblicato su "La Voce di Fiore" non credo che il magistrato stia dicendo qualcosa di sbagliato. Semplicemente egli è costretto a stare ai fatti provati. Un buon giudice, anche se ha dei sospetti di altro genere, nell’iter processuale non può che attenersi alle prove "al di là di ogni raginevole dubbio". Una persona va giudicata solo in base a prove inconfutabili, certe, chiare e distinte, qualunche sia l’esito, anche sè tutto ciò porta verso una direzione che non soddisfa le attese del magistrato stesso. E’ ovvio che ciò non esclude che dinnazi a forti sospetti di altra natura non si debba procedere alla ricerca di prove, il ché risiede nella volontà e nella tenacia di un buon investigatore.
Con sincerità, Giovanni Schiava