Egregio Direttore,
chi le scrive non è calabrese ed ha avuto solo oggi l’occasione di leggere un suo articolo. A segnalarmi questa iniziativa editoriale un giovanissimo calabrese impegnato nel sociale, con cui condivido preoccupazioni e mal di pancia. Io sono abruzzese e le assicuro che anche qui ci sentiamo come topi. Quella che era un’illusione pluriennale sta crollando e nonostante l’evidenza continuiamo a ballare, proprio come topi. Lei parla di topi che impazziscono, ma io la invito a pensare ai topi come ai pochi animali in grado di sopravvivere ad ogni avversità. Non si arrenda dunque, si riaguardi, ma non si arrenda. Laila Boccedi