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CRISI COSTITUZIONALE DI LUNGA DURATA. DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! .... E IL LUNGO SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE DELLE ISTITUZIONI E DEGLI INTELLETTUALI.

BERLUSCONI E LA "MEZZA" DIAGNOSI DEL PROF. CANCRINI. Il Narcisismo e l’uso lucidissimo come arma politica dell’"antinomia del mentitore" - "L’Italia è il mio Partito": "Forza Italia"!!! - a cura di Federico La Sala

IN ITALIA L’UNICO LEGITTIMO PRESIDENTE DEGNO DI GRIDARE "FORZA ITALIA" E’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO. Chi lo ha fatto e continua a farlo "ISTITUZIONALMENTE" è solo un (narcisista) mentitore e un (narcisista) golpista!!! E l’attentato alla Costituzione è già stato fatto!!!
domenica 1 agosto 2010 di Federico La Sala
IN ITALIA, NATO IL PARTITO "FORZA ITALIA" (1994), "IL PRESIDENTE DELL’ ITALIA" E’ DIVENTATO UNO SOLO - QUELLO FALSO E MENZOGNERO?! BERLUSCONI ("L’Italia è il mio Partito"): "Forza Italia"!!!
L’ITALIA, IL VECCHIO E NUOVO FASCISMO, E "LA FRECCIA FERMA". La lezione sorprendente e preveggente di Elvio Fachinelli
Non basta dire come fanno i francesi che la loro nazione è stata colta alla sprovvista. Non si perdona a una nazione, come non si perdona a una donna, il momento di debolezza in cui (...)

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> BERLUSCONI E LA "MEZZA" DIAGNOSI DEL PROF. CANCRINI. --- Disturbo narcisistico e leadership patologica. Luigi Cancrini espone i nove criteri riconosciuti per l’individuazione dell’NPD dal «senso grandioso di importanza» alle «fantasie di illimitati successi»

sabato 6 novembre 2010


-  Il metodo diagnostico

-  Disturbo narcisistico e leadership patologica

-  Luigi Cancrini espone i nove criteri riconosciuti per l’individuazione dell’NPD dal «senso grandioso di importanza» alle «fantasie di illimitati successi»
-  Il difficile rapporto con le donne e le responsabilità delle persone amiche

-  Potenti ma fragili. Il successo predispone allo sviluppo del disturbo in età adulta

-  di Luigi Cancrini (l’Unità, 06.11.2010)

Proporre una diagnosi psichiatrica a proposito di una persona che non si conosce direttamente è possibile? È lecito? Belpietro e i suoi amici di Panorama hanno reagito con durezza alle cose che avevo scritto facendolo. Quella che vorrei presentare loro, molto semplicemente, è la lista dei criteri indicati dal DSM IV, il più importante e riconosciuto dei manuali psichiatrici per la diagnosi di “disturbo narcisistico di personalità” (NPD). Chiedendo loro se, dopo averli letti (meditati), non sono d’accordo anche loro con me nel porre questo tipo di diagnosi per un uomo come il nostro premier. I criteri, dunque, sono nove.

(1) Ha un senso grandioso d’importanza (per esempio esagera risultati e talenti, si aspetta di essere notato come superiore anche senza un’adeguata motivazione); (2) è assorbito da fantasie di illimitati successi, potere, fascino, bellezza, e di amore ideale; (3) crede di essere “speciale” e unico; (4) richiede eccessiva ammirazione; (5) ha la sensazione che tutto gli sia dovuto: cioè, la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative; (6) sfruttamento interpersonale: cioè, si approfitta degli altri per i propri scopi; (7) manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri; (8) è spesso invidioso degli altri, o crede che gli altri lo invidino; (9) mostra comportamenti e atteggiamenti arroganti o presuntuosi.

Nel caso, poi, in cui loro non siano d’accordo con me, potrebbero spiegarmene il perché? Evitando, se possibile, gli insulti?

Le esperienze infantili che preparano l’hardware del disturbo narcisistico sono collegate regolarmente ad un clima familiare in cui il bambino ha ricevuto una adorazione e un amore disinteressati ma fuori misura in quanto non accompagnati da una sufficiente empatia e da una genuina presentazione dei fatti. Il futuro narcisista non è informato circa i sentimenti e i bisogni distinti dei propri genitori.

La lezione è che i genitori vogliono solo apparentemente bearsi dello splendore del soggetto: una lezione che interferisce con il processo di apprendimento del soggetto circa il fatto che gli altri hanno bisogni, punti di vista e desideri loro propri. Il modo in cui questa predisposizione si sviluppa nell’età adulta intorno al “successo” viene bene illustrata, d’altra parte, da una delle studiose più importanti dei disturbi di personalità, Lorna Smith Benjamin: la psicoanalisi sostiene che lo sviluppo del carattere viene fissato in tenera età, in genere nella prima infanzia ma Sullivan già nel 1953 osservò che le prime esperienze interpersonali non sono le uniche a formare il carattere.

L’aspetto programmabile (il “software”) dell’NPD si può acquistare anche più avanti. Le persone ricche e famose sono particolarmente soggette a sviluppare l’NPD da adulte. Quanti ricevono gratificazioni per il successo raggiunto nell’ambito professionale cominciano a pronunciarsi su questioni ben lontane dalla loro sfera particolare! Stelle del cinema e imprenditori di successo si sentono improvvisamente adatti a concorrere per cariche politiche, che dovrebbero, invece, richiedere particolari capacità nell’unire, mobilitare e adempiere le volontà di persone molto diverse fra loro. Le capacità organizzative richieste per il buon governo sembrano non aver nulla a che fare con l’abilità di recitare o di guidare un’impresa.

Si badi, tuttavia. Non sono episodi sporadici di successo (e di consenso entusiasta) a far nascere il disturbo, ma è il loro ripetersi. La gente comune può offrire e offrirà adorazione incondizionata, come pure affetto deferente, ai ricchi e famosi. Se si verificano le condizioni adatte, non è mai troppo tardi per sviluppare l’NPD.

Una delle domande più comuni è quella che riguarda il modo in cui le persone che hanno un disturbo di questo tipo ottengono l’ammirazione incondizionata di tante persone. Scriveva in proposito Freud nel 1914: «Appare molto chiaro che il narcisismo di una persona esercita un certo fascino su quanti hanno rinunciato a parte del loro stesso narcisismo e che sono alla ricerca dell’oggetto d’amore; il fascino del bambino si basa in larga parte sul suo narcisismo, sulla sua autosufficienza e sulla sua inaccessibilità, proprio come il fascino di certi animali che sembrano non curarsi affatto di noi, come i gatti e i grandi predatori.

È come se invidiassimo loro la capacità di serbare uno stato di beatitudine, un’inattaccabile posizione di libido, alla quale noi abbiamo da tempo rinunciato». Carisma, nel tempo dei media, è sempre più questo e non richiede competenze reali sui problemi. È telegenico?, ci chiediamo, invece di chiederci: è davvero preparato e capace? E il più narcisista spesso vince. Kernberg (1984) parla di come i narcisisti tendono ad essere promiscui in quanto entrano in relazione solo con delle parti del corpo. I problemi sessuali del maschio con NPD possono essere attribuiti, secondo lui, ad un’invidia inconscia e ad una smania di possesso per le donne. Questo genere di maschio desidera sciupare e svalutare le donne. L’autonomia che così spesso lo caratterizza, non è altro che una difesa. Rappresenta una via d’uscita dalla proiezione della propria smania di possesso nei confronti delle donne.

Il narcisista di successo reagisce alle contrarietà con la collera, con la denigrazione dell’altro o con la teoria del complotto. Entra davvero in crisi solo quando quello che accade è irreparabile, come nel caso della morte di una persona cara, della perdita di un legame importante o dall’incontro, inevitabile, con la vecchiaia del corpo. Il movimento depressivo può debordare, in questi casi, dando luogo ad una esasperazione caricaturale dei suoi comportamenti meno riusciti. Il disprezzo per gli altri (le altre), l’aggressività e la rabbia vengono allora in primo piano insieme ad un bisogno maniacale di rifugiarsi nel proprio mondo personale: un mondo in cui trovano posto solo i complici e gli adulatori, quelli che hanno bisogno di lui e che più o meno autenticamente lo ammirano. Quando le vicende della vita lo portano ad una terapia, invece, quello che si può tentare di fare è di aiutarlo a diventare consapevole della sua potenza distruttiva. La nuova consapevolezza di nutrire dei sentimenti ostili darà luogo a sensi di colpa e ad una depressione costruttiva. Via via che la terapia continua, verrà, poi, fuori una matura considerazione degli altri e dei loro sentimenti. Voler bene a chi sta male vuol dire stargli vicino, sostenerlo, ascoltarlo ma, anche e a tratti soprattutto, confrontarlo sulle cose sbagliate e autodistruttive che fa. Amico del tossicodipendente da eroina è chi lo confronta per farlo smettere, non chi gli dà i soldi per comprarla. Amico di una persona che ha problemi di dipendenza dal sesso non è chi gli porta in casa le escort e le ragazzine: silenziosamente suggerendogli che lui è il Capo e può fare quello che vuole. Amico è chi, come fanno a volte le mogli, gli dice che sta sbagliando. Che deve smettere.

I guasti che un leader patologico può produrre nella struttura o nelle strutture di cui ha il comando o la responsabilità consistono essenzialmente nell’aumento della conflittualità all’interno di tali strutture, nella diminuzione brutale della loro efficienza e nel peggioramento forte della qualità della vita nelle persone che in esse operano.

Si tratta di conseguenza ampiamente descritte nella letteratura specialistica. Nelle organizzazioni in cui il potere è distribuito fra diverse persone o gruppi quello cui si va incontro in questi casi è una mobilitazione delle parti sane del gruppo che spinge per la deposizione e la sostituzione del leader. L’unificazione nelle sue mani di tutti i poteri può diventare in questa fase l’obiettivo primario del leader patologico.

L’esito di questa battaglia può arrivare ad essere, in alcuni casi di cui la storia del ventesimo secolo ci ha dato varie dimostrazioni (in Italia e in Germania, in Spagna e in Unione Sovietica) la scelta fra la tirannide o la democrazia.


-  Il «folle narcissico» di Gadda, ritratto immortale del “duke”

-  Da «Eros e Priapo», (Garzanti), ecco gli ultimi paragrafi del «saggio sulla psicologia e la fisiologia che permise vent’anni di dittatura fascista»

-  I tacchi tripli da far eccellere la su’ naneria: e nient’altro
-  Uno si crede Cesare perché fa inscrivere il nome Caesar sui sassi
-  Erezione perpetua. In lui tutto è relato alla prurigine erubescente dell’Io minchia
-  Lo jus è turibolo. L’ethos si ha da ridurre alla salvaguardia della sua persona

-  di Carlo Emilio Gadda (l’Unità, 06.11.2010)

Qualunque si affacci alla vita presumendo occupare di sé solo la scena turpissima dell’ agorà e istrioneggiarvi per lungo e per largo da gran ciuco, e di pelosissima orecchia, a tanta burbanza sospinto da ismodata autoerotia, quello, da ultimo, tornerà di danno a’ suoi e talora a sé medesimo. Il folle narcissico è incapace di analisi psicologiche, non arriva mai a conoscere gli altri: né i suoi, né i nemici, né gli alleati. Perché ? Perché in lui tutto viene relato alla erezione perpetua e alla prurigine erubescente dell’Io-minchia, invaghito, affocato, affogato di sé medesimo. E allora gli adulatori sono tenuti per genii: e per commilitoni pronti a morire col padrone, anzi prima di lui facendo scudo del loro petto. (In realtà, appena sentono odor di bruciato se la squagliano). I non adulatori sono ripudiati come persone sospette ed equivoche. I contraddittori sono delinquenti punibili con decine di anni di carcere. I derisori e gli sbeffeggiatori sono da appendere pel collo.

Seconda caratterizzaione aberrante e analoga alla prima, è la loro incapacità alla costruzione etica e giuridica: poiché tutto l’ethos si ha da ridurre alla salvaguardia della loro persona, chè è persona scenica e non persona gnostica ed etica, e alla titillazione dei loro caporelli, in italiano capezzoli: e all’augumento delle loro prerogative, per quanto arbitrarie o dispotiche, o tutt’e due. Lo jus , per loro, è il turibolo: religio è l’adorazione della loro persona scenica; atto lecito è unicamente l’idolatria patita ed esercitata nei loro confronti; crimine è la mancata idolatria.

Altra modalità dell’aberrazione narcisistica è la morbosa tendenza a ’innalzarsi’, ad eccellere in forma scenica e talora delittuosa, senza discriminazione etica: senza subordinare l’Io a Dio. L’autofoja, che è l’ismodato culto della propria facciazza, gli induce a credere d’esser davvero necessari e predestinati da Dio alla costruzione e preservazione della società, e che senza loro la palla del mondo l’abbi rotolare in abisso, nella Abyssos primigenia mentre è vero esattamente il contrario: e cioè senza loro la palla de i’mondo la rotola come al biliardo e che Dio esprime in loro il male dialetticamente residuato dalla non-soluzione dei problemi collettivi: essi sono il residuo mal defecato dalla storia, lo sterco del mondo.

Il contenuto del pragma narcissico è limitato a quel groppo di portamenti e di gesti che ponno attuare la relazione (ottica, acustica) con la desiderata platea, che soli possono procurargli l’applauso. Groppo che diviene persona: la è tutta lì la "persona". Il Golgota non è scena, non è disonor del Golgota degno di lui. Per lui non il legno della croce, ma il cesso di lapislazzuli o il bidet di onice. Esibisce voci e canti da magnificar l’Io nella voce, nel frastorno. La voce è richiamo sessuale potente e gravita, per così dire, sull’ovaio alle genti.

Il folle narcissico è desidera e brama le carte stampate, per quanto coartate e vane, i giornali magnificanti le su’ glorie, e de’ sua. Gli stessi annunci funebri, i soffietti pubblicitari se gli è privato uomo titillano la sua lubido narcissica. Morirebbe, "per andà in sul giornàal". Ma la nota dominante del pensiero, della parola e dell’atto è la menzogna narcissica. La menzogna narcissica è, nel procedere della storia, quel che è la dissipazione nella vita privata. Consiste nel negare una serie di fatti reali che non tornano graditi a messer "Io". La menzogna esce di getto dalla sua anima come dogma irruente, come uno spillo d’acqua da una manichetta de’ pompieri sotto pressione. Si sente che nessuna remora, nessuna obiezione potrà fermarla. Lo stesso vediamo fare con resultati pressoché identici, alla isterica o all’ipocondriaco e in genere a quelli che sono smagati da un "delirio interpretativo" dei fatti reali. (Questo termine è dello psicologo francese Capgras).

Il dato ormone

Se la isterica menta consapevole o no, è una delle questioni classiche dibattute dalla psicopatologia: e io non ho né dottrina né forze né tempo né carte da istruirne a questi anni per la millesima volta il dibattito. La menzogna narcissica, la reticenza narcissica, la calunnia narcissica direi, un po’ a lume di naso, che pertengono alle zone conscie dell’Io: e pure comportano un che di ineluttabile, di "fatale", di teso: di biologicamente predeterminato quasi dall’eccessivo esondare di un dato ormone: esse rasentano certi stati di sogno, di utopia folle e felice che da non so quali stupefacenti si procacciano. Uno si crede Cesare perché fa inscrivere il nome Caesar su alcuni sassi. Sogna. Le genti sensate gli ridono in faccia. Allora il malato li fa prendere e li fa carcerare per decine di anni. Sul palco, sul podio, la maschera dell’ultra istrione e del mimo, la falsa drammaticità de’ ragli in scena. I tacchi tripli da far eccellere la su’ naneria: e nient’altro.


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