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CRISI COSTITUZIONALE DI LUNGA DURATA. DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! .... E IL LUNGO SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE DELLE ISTITUZIONI E DEGLI INTELLETTUALI.

BERLUSCONI E LA "MEZZA" DIAGNOSI DEL PROF. CANCRINI. Il Narcisismo e l’uso lucidissimo come arma politica dell’"antinomia del mentitore" - "L’Italia è il mio Partito": "Forza Italia"!!! - a cura di Federico La Sala

IN ITALIA L’UNICO LEGITTIMO PRESIDENTE DEGNO DI GRIDARE "FORZA ITALIA" E’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, GIORGIO NAPOLITANO. Chi lo ha fatto e continua a farlo "ISTITUZIONALMENTE" è solo un (narcisista) mentitore e un (narcisista) golpista!!! E l’attentato alla Costituzione è già stato fatto!!!
domenica 1 agosto 2010 di Federico La Sala
IN ITALIA, NATO IL PARTITO "FORZA ITALIA" (1994), "IL PRESIDENTE DELL’ ITALIA" E’ DIVENTATO UNO SOLO - QUELLO FALSO E MENZOGNERO?! BERLUSCONI ("L’Italia è il mio Partito"): "Forza Italia"!!!
L’ITALIA, IL VECCHIO E NUOVO FASCISMO, E "LA FRECCIA FERMA". La lezione sorprendente e preveggente di Elvio Fachinelli
Non basta dire come fanno i francesi che la loro nazione è stata colta alla sprovvista. Non si perdona a una nazione, come non si perdona a una donna, il momento di debolezza in cui (...)

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> BERLUSCONI E LA "MEZZA" DIAGNOSI DEL PROF. CANCRINI. - IL PERSONALE, IL POLITICO, E UN EQUILIBRIO SANO. Ruby, gli adulti e quelle cicatrici che ti condizionano la vita (di Luigi Cancrini).

domenica 23 gennaio 2011

Ruby, gli adulti e quelle cicatrici che ti condizionano la vita

Le violenze sui minori lasciano segni profondi nell’anima e nei comportamenti futuri. Purtroppo c’è sempre chi se ne approfitta. Indispensabile rivolgersi a un centro specializzato di terapia

di Luigi Cancrini (l’Unità, 23.01.2011)

Chi lavora con i minori abusati sa che la rivelazione dell’abuso è difficile e dolorosa. E, soprattutto, ha conseguenze laceranti per chi la compie. Si scontra con l’incredulità e il fastidio di quelli a cui si tenta di raccontare e apre contraddizioni insanabili fra gli adulti che si occupano del minore alienandogli, a volta per sempre, l’affetto degli adulti di cui ha più bisogno. Lo espone alla curiosità professionale dei periti e all’aggressività senza limiti degli avvocati nel corso dei processi in cui quella che viene esposta è prima di tutto una vergogna che ricade su di loro oltre che sulla loro famiglia: continuamente creando la possibilità di una ritrattazione che può fermare il processo ma non il disprezzo che ancora più pesantemente ricadrà su chi la mette in opera.

LA VITA DEI MINORI ABUSATI

I minori abusati e non curati al tempo in cui l’abuso fu perpetrato, vanno incontro regolarmente a problemi gravi nel corso della loro vita adulta. I comportamenti sessualizzati e, un po’ più avanti, la promiscuità sessuale sono segni tipici della disarmonia che accompagna il loro sviluppo, tossicodipendenza e prostituzione sono complicanze frequenti di questa disarmonia. Quella che si sviluppa nel tempo, infatti, è una tendenza forte a muoversi in modi che sono insieme trasgressivi e autopunitivi: dando spazio in modo più o meno disordinato alla rabbia per quello che hanno subito e al senso di colpa che comunque a quelle esperienze “vergognose” si lega.

RUBY

La storia di Ruby così come emerge dalle cronache e dalle sua stessa testimonianza è, da questo punto di vista, una storia tremendamente banale. L’abuso a nove anni da parte degli zii, il silenzio della famiglia, le fughe da casa e dalle Comunità, l’utilizzo disinvolto del proprio corpo (“ero il suo culo” dirà parlando di Berlusconi) per avere di volta in volta soldi e un po’ di affetto, affetto e un po’ di soldi, l’alternarsi di comportamenti trasgressivi e autopunitivi. Fino al momento in cui le sembra possibile, finalmente, avere una quantità di soldi, di ammirazione e d’importanza su cui poche delle persone come lei possono contare: l’incontro con “papi”, l’uomo anziano accecato dalla paura di essere vecchio fino al punto da prendere sul serio le manifestazioni di affetto di una ragazzina e indementito dal narcisismo fino al punto da credere di essere davvero, per lei, un benefattore.

L’UTILIZZATORE FINALE

È in questo contesto che si sviluppa l’incontro di Ruby con “papi” a cui viene presentata da due dei fedeli servitori di quest’ultimo: il giocatore d’azzardo e il manager senza scrupoli di ragazze e ragazzi che ostentano il loro corpo sulla linea grigia che così spesso divide il mondo dello spettacolo minore da quello della prostituzione. Fidati, ambedue, perché da lui generosamente retribuiti con soldi o incarichi prestigiosi. Ma imprudenti stavolta per eccesso d’avidità perché la minore età di Ruby dovrebbe essere nota a loro prima che a lui e perché se lei, come è possibile, gli piacerà, il rischio che si corre è davvero alto: una persona che soffre di una dipendenza da sesso non può più distinguere, nel momento dell’eccitazione, il lecito dall’illecito.

IL DOPO

L’incontro fra due avidità non è un incontro fra due persone. È un incontro che si nutre all’inizio di un entusiasmo un po’ forzato e che si scioglie poi nella soda caustica della necessità di negarlo. L’incontro (sessuale) non è mai avvenuto, dirà lui che altrimenti dovrebbe dimettersi e accettare il trasferimento da Arcore (o da Palazzo Chigi) a San Vittore e lo stesso un po’ più tardi dirà lei che accuratamente, tuttavia, dissemina in varie conversazioni le prove del rischio che lui correrebbe minacciandola o facendola passare per pazza (precedente illustre è quello di Mussolini con Ida Dalser). Reso più duro, lui, dalla conoscenza ormai non più evitabile del disprezzo, degli imbrogli, del fastidio e dell’umorismo di cui le sue battute da scemo del villaggio, le sue “canzoni” e le sue debolezze lo rendono oggetto anche fra quelli che le coltivano e le favoriscono (o le sfruttano) e resa più dura, lei, dalla verifica non certo inaspettata dell’aridità desolante di un uomo che fa sesso con il tuo corpo ma a cui nulla importa della persona che c’è dentro. Come al tempo dei tuoi nove anni.

RIFLESSIONE PSICHIATRICA

Poiché è questo il mio mestiere, quella che non posso esimermi dal fare è una riflessione sulla patologia da cui tutto questo proviene e che tutto questo ulteriormente amplifica. Sui meccanismi difensivi tutti centrati sulla negazione collusivamente utilizzati da due persone unitamente che li muovono. Avesse il coraggio splendido di altri che lo hanno fatto, mi piacerebbe poter dire a Silvio: dimettiti e inizia un lavoro di terapia. Con il coinvolgimento e l’aiuto, magari, di Veronica. Avesse la forza di capire che è per il suo bene e per la sua vita, mi piacerebbe poter dire a Ruby: rivolgiti ai terapeuti di un centro come il Tiama di Milano e l’Hansel e Gretel di Torino cercando una cura, lì, per l’antica ferita che ancora ti condiziona. Un consiglio di cui so, tuttavia, che difficilmente verrà accettato perché la forza della negazione è molto superiore, ancora, a quella della ragione e del bisogno di ritrovare un equilibrio sano. Un consiglio, tuttavia, da cui non posso esimermi nel momento in cui penso al vuoto e all’infelicità profonda e negata che la clinica mi ha insegnato a intravedere dietro le maschere comportamentali degli abusati e dei loro carnefici. Iniziali e finali.


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